21. Attenta

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Erano seduti sul tetto a guardare il cielo scuro costellato di piccoli puntini luminosi e per una volta sembrava andare tutto bene. Alex fumava silenziosa, guardando dritto davanti a se e godendosi ogni boccata d'aria al gusto di tabacco, Sam le stava accanto senza parlare mentre una miriade di pensieri gli riempivano la mente. Si chiedeva come lei facesse a sembrare così tranquilla nonostante tutto quello che stava vivendo, avrebbe voluto esserne capace anche lui.
«Non ti ho mai chiesto scusa» disse lei rompendo il silenzio ma senza voltarsi verso di lui «Quella mattina che hai visto me e Dean a letto insieme ti ho detto di tutto, anche quello che non avrei dovuto, ma non ti ho mai chiesto scusa».
Sam rimase sorpreso, non credeva che lei avrebbe tirato fuori l'argomento, non in quel momento almeno. Ricordava quello che aveva visto come se fosse accaduto solo qualche ora prima, era stata una terribile doccia di acqua gelata che gli aveva fatto capire quanto tra lui e Alex le cose fossero precipitate. In un primo momento non aveva nemmeno capito che si trattasse di Dean, aveva semplicemente visto che la sua ex, della quale era ancora innamorato, aveva passato la notte con un altro. La consapevolezza che si trattasse di suo fratello si insinuò in lui strisciando subdolamente nel suo inconscio anche prima di vederlo uscire mezzo nudo dal bagno.
Il tradimento di Dean era stato peggiore di qualunque cosa potesse immaginare, una goccia che aveva fatto traboccare un vaso che da troppo tempo cercava di rimanere chiuso. Eppure, nonostante tutto, ci aveva messo poco a mettere da parte il rancore e tornare a cacciare con lui. Forse non lo aveva ancora perdonato e con lei non aveva mai chiarito, ma scoprire quello che davvero stava accadendo tra Dean e Alex lo aveva aiutato a capire.
«Ok» rispose semplicemente Sam mentre cercava di trattenere le mille inopportune domande.
«Com'è?» chiese sopraffatto dalla curiosità «So poco, solo quello che Dean mi ha raccontato. Che non dipende da voi, è stato predetto che avrete dei figli ed è come se l'universo facesse di tutto perché avvenga. Ma cosa vuol dire?».
Alex spense la cicca su una tegola, sapeva che prima o poi ne avrebbe dovuto parlare con qualcuno, solo non credeva sarebbe stato con lui.
Era stata anni insieme a quel ragazzo, ma qualunque cosa ci fosse stata tra di loro era già finita prima dell'inizio della maledizione con Dean. Aveva sempre amato Sam, ma ora era in un modo diverso da prima. Era forse troppo banale definirlo un amore fraterno, con lui era stata molto di più di una sorella, avevano avuto ogni tipo di relazione, passando dall'essere amici, amanti e poi a odiarsi. Avevano pianto insieme e avevano rischiato la vita ed erano persino morti almeno una volta a testa, ne avevano passate troppe per essere solo amici.
Alex prese un profondo respiro come se cercasse di respirare coraggio oltre che ossigeno.
«Immagina di essere una calamita attratta da un magnete, due poli opposti che nonostante tutto non riescono a respingersi. È esattamente così. Quando siamo lontani è molto più gestibile, ma quando siamo nella stessa stanza diventa difficile. È come se non fossi più io, non solo il mio corpo ma anche la testa. Una parte di me rimane razionale mentre l'altra sembra sciogliersi e non capisco più nulla».
«Eppure oggi eravate nella stessa stanza» disse Sam sforzandosi davvero di capire, aveva provato attrazioni forti, ma erano sempre controllabili e naturali impulsi, mentre capiva che quelli di Dean e Alex andavano contro ogni limite della natura.
«Non so Dean, ma io ho ascoltato si e no tre parole di quello che ha detto Adam tanto ero concentrata per non» Alex si interruppe, quella sensazione era ancora lì, sapeva che Dean era a due piani di scale da lei e che ci avrebbe messo meno di un minuto a scenderle per andare da lui. Ma non doveva.
«Io sono sempre riuscita a controllarmi più di lui, o almeno nella maggior parte dei casi. Non so perché, ho pensato che la pillola interferisca in un qualche misterioso modo con gli ormoni, ma non è comunque facile».
Sam non poté non notare come l'atteggiamento della ragazza fosse cambiato. Non era più tranquilla e rilassata, continuava a osservare il buio davanti a sé, le spalle erano piegate in avanti, le braccia circondavano le ginocchia rannicchiate al petto e le mani afferravano le maniche stringendo il cotone leggero della maglietta a maniche lunghe.
«Io non volevo tutto questo» disse quasi in un sussurro.
Era stanca di dover combattere contro se stessa, voleva qualcosa di normale nella sua vita e ora nemmeno il sesso lo era più.
«Scusa» disse Sam, non credeva che avrebbe tirato fuori da lei tutto quel misto di emozioni, in realtà non si aspettava che lei ne parlasse davvero. Anche per Dean non era stato facile ma non si era davvero lasciato andare, aveva accennato alla profezia come se parlasse di pronostici del Football, e quando Sam gli aveva chiesto come stava aveva risposto con la sua classica alzata di spalle e aveva cambiato discorso come faceva sempre quando si parlava di emozioni o sentimenti, come se non avessero un peso nella sua vita.
La ragazza invece non aveva parlato nemmeno una volta di sesso, sembrava molto più preoccupata di non avere il controllo di stessa e di non riuscire a recuperarlo. Tutto il resto era una conseguenza.
«Non ti scusare» rispose Alex rendendosi contro di quanto fosse tesa e tornando con le gambe distese in avanti e le mani posate sul tetto per reggere la schiena.
«È la prima volta che ne parlo e non credevo che l'avrei mai fatto. Ora sembra tutto dannatamente più reale».
Entrambi rimasero in silenzio a osservare il buio. Nessuno aveva più nulla da dire, o forse avevano troppe cose di cui parlare ed era impossibile spiegare tutto.
Una fitta lancinante colpì Alex alla testa, sembrava che qualcuno le stesse bruciando il cervello e riconobbe quella sensazione, era uguale al dolore che aveva provato prima di svenire.
Di istinto afferrò la mano di Sam, stringendola ma senza riuscire a parlare tanto il male le toglieva il fiato.
«Attenta» sibilò una voce flebile ma riconoscibile nella sua mente.
Leo le stava parlando, doveva aver trovato un modo per rimanere in contatto e la stava avvisando di qualcosa.
Il dolore scompare improvvisamente come era arrivato. Alex lasciò la mano di Sam e si scontrò con il suo sguardo preoccupato. Si erano distratti troppo, avevano abbassato la guardia per concedersi un po' di riposo e quei pochi minuti sul tetto erano stati più che sufficienti perché qualcosa sfuggisse loro di mano.
«Dobbiamo tornare di sotto» disse la ragazza mentre si alzava senza incertezze e camminava sulle tegole verso l'abbaino dal quale erano usciti «Leo mi ha avvisata, qualcosa sta succedendo».

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