11. Non tutto è come sembra

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~Triumph - Fight the good fight~

Sam si svegliò quando l'acqua gelida gli colpì violentemente il viso. Era legato a una sedia di ferro con cavi elettrici, circondato da un sigillo per contenere i demoni e altri simboli sparsi sul pavimento.
Jo e Rufus lo guardavano sospettosi a braccia conserte e indecisi su cosa fare. Avevano già provato a esorcizzarlo mentre era svenuto, gli avevano gettato addosso acqua santa e lo avevano rinchiuso in una trappola per demoni, eppure nulla sembrava fargli effetto. Jo sapeva anche del tatuaggio che il giovane Winchester aveva sul petto, Alex gliene aveva parlato e l'aveva convinta a fare lo stesso. Bastava una linea di inchiostro permanente disegnata in un modo preciso per evitare le possessioni demoniache eppure Sam era diventato un involucro.
Sam ci mise qualche istante a ricordare com'era finito legato e rinchiuso in quella stanza da altri due cacciatori. Era uscito con Ellen per cercare altre armi e avevano incontrato Jo e Rufus probabilmente intenti a fare lo stesso. Era stato un colpo vedere Jo con gli occhi neri che gli puntava contro un fucile, ma più ripensava a quella scena più qualcosa non lo convinceva. Avevano lottato, ma nessuna delle due coppie sembrava intenzionata a uccidere gli altri e quando era riuscito a tenere occupati entrambi i demoni aveva fatto scappare Ellen per avvisare suo fratello.
Sam era sicuro di avere la soluzione proprio sotto gli occhi ma non era in grado di vederla.
«Proviamo col sale» disse Jo alzando le braccia al cielo spazientita, e infilò la mano dentro un grande sacco pieno di cristalli.
Sam osservò la ragazza, teneva una manciata di sale e il suo corpo non aveva reazioni di alcun tipo nonostante i suoi occhi fossero neri. Solitamente i demoni non riuscivano nemmeno a superare una linea di sale, figurarsi tenerlo in mano e fu allora che Sam capì.
Non c'erano demoni in quella città e nessuno era posseduto, era un'enorme psicosi collettiva. Tutti vedevano negli altri il nemico e avrebbero continuato a combattere uccidendosi a vicenda quando in realtà il nemico non esisteva. Doveva fermare quella follia.
Sam provò a farsi ascoltare dai due cacciatori, ma nulla sembrava convincerli di quello che diceva e mentre stavano per infilargli un'altra manciata di sale giù per la gola lo vide, un uomo con gli occhiali e capelli bianchi, nascosto dietro la porta che osservava incuriosito mentre giocherellava con un anello che portava al dito.

«Cosa significa che hanno preso Sam?!» urlò Dean in faccia a Ellen senza preoccuparsi di avere tutti gli occhi addosso.
«Calmati amico» disse Mark intervenendo in difesa della donna mentre strattonava Dean per una spalla.
Il cacciatore non la prese bene, spinse il militare contro la parete alle sue spalle tenendolo per il collo.
«Non sono tuo amico» sibilò furioso.
Un click gli fece allentare la presa sul collo del ragazzo e alzando le mani si voltò lentamente verso Alex che gli teneva un fucile puntato alla schiena.
«Un tempo mi avresti dato un pugno» disse sfidando la ragazza con lo sguardo.
«Ho imparato a mantenere la distanze» replicò lei rimettendo la sicura e abbassando l'arma.
Non gli avrebbe mai sparato, voleva solo fargli capire quanto oltre si fosse spinto.
Ellen fece segno a Mark di andarsene e i cacciatori si ritrovarono soli al tavolo del salone mentre spiegava esattamente quello che era successo. Anche lei come Sam aveva notato delle cose insolite ed espresse tutti i suoi dubbi, Dean e Alex cercavano di associare più dettagli possibili con creature che conoscevano o particolari leggende fino a quando la ragazza non si ricordò alcuni dettagli di uno dei testi più famosi del mondo. La Bibbia.
Jo e Alex erano andate lì per un caso che non aveva nulla a che fare con i demoni, il fiume era inquinato da qualcosa di sovrannaturale che gli scienziati non si spiegavano, solo il giorno dopo il loro arrivo erano cominciate le possessioni. Non poteva essere un caso.
«Padre» disse la ragazza richiamando l'attenzione del prete e, sentendo la sua voce, anche Mark si voltò nella loro direzione e si avvicinò al tavolo. «Mercoledì è successo qualcosa oltre all'inquinamento del fiume?».
Il prete negò con la testa mentre si forzava di ricordare i dettagli della giornata.
«Una stella cadente» si intromise Mark ricordando benissimo quel bagliore nel cielo.
«Era molto grande e luminosa, non ne avevo mai viste così» disse appoggiandosi al tavolo accanto ad Alex, ma la ragazza era troppo pensierosa per dargli retta.
Si alzò di scatto e andò verso la libreria, prese una copia della Bibbia e si mise a leggere. Ricordava qualcosa, solo non sapeva in che capitolo cercare, ma lo avrebbe trovato.
«Cadde dal cielo una grande stella ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. La stella si chiama Assenzio, un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono» lesse la ragazza mentre si sedeva al suo posto.
Il prete si allentò il colletto e deglutì «Credi si tratti dell'apocalisse?» chiese alla giovane dubbioso e preoccupato allo stesso tempo.
«Si» rispose Dean al suo posto «Quale cavaliere ha il cavallo rosso?» chiese.
«Guerra» risposero in coro Alex e il prete.
Dean annuì, mentre entrava in città con Sam non aveva potuto non notare una Mustang rosso fuoco parcheggiata lungo la strada e perfettamente intatta quando le altre auto erano trivellate da fori di proiettile e saccheggiate.
In quella città non c'era nessun demone, solo un cavaliere dell'apocalisse. Guerra in persona.

Prophecy // A Supernatural storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora