La cioccolata di San Valentino

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Stella si era vestita con cura quella sera, gli occhi resi enormi dall'agitazione di quell'insolito incontro. Un primo appuntamento il giorno di San Valentino le sembrava un'irrazionale promessa di eternità, si sentiva un peso sul cuore ed era tragicamente in ritardo, troppo preoccupata dal pensiero di vederlo, per ricordarsi di guardare l'orologio. Ancora si chiedeva chi gliel'aveva fatto fare! Almeno aveva avuto il buon senso di dirgli di non andare a prenderla, si era data il tempo di ripensarci.

Le chiavi di casa infilate al dito come una vera nuziale, Stella si mise in cammino. I tacchi battevano come grandine, mentre i lampioni allungavano grottescamente l'ombra delle sue gambe in movimento. Un gatto le balzò avanti, con un miagolio stridulo, facendola strillare di paura.

Si fermò, si mise una mano sul cuore cercando di calmare il respiro ansante. Il gatto era rimasto al centro della strada, fermo come se la stesse studiando, poi aveva sorriso.

Sono ammattita, i gatti non sorridono.

Stella scosse la testa e il gatto si mosse: era la luce del lampione a dargli quella strana espressione, che sciocca! Ridacchiò di sé, poi pensò a Luca, sicuramente seduto da solo a un tavolo ad aspettarla e si rimise in cammino. Il gatto le si accostò, strusciandosi contro le gambe; sembrava quasi incitarla a proseguire.

La Libreria del Cappellaio Matto, era lì che le aveva dato appuntamento. Stella non c'era mai stata, ma ne aveva sentito parlare! C'era chi l'amava svisceratamente e ne decantava le qualità, con gli occhi luccicanti di entusiasmo, chi invece alzava il naso sprezzante, criticandone le bizzarrie. Forse era per questo che non ci aveva mai messo piede: a Stella piacevano le certezze, i binari prestabiliti, le scelte guidate.

Tutto, quella sera, la metteva in agitazione! In un folle momento, pensò di girarsi e tornare indietro. Forse l'avrebbe fatto: era tutto veramente troppo...troppo! Il gatto fece un miagolio nervoso e balzò, atterrando con agilità sul cofano di un'auto parcheggiata. Stella pensò, con un pizzico di fastidio, che la richiamasse all'impegno preso e, di nuovo, si disse che quell'appuntamento l'aveva così destabilizzata da darle le traveggole!

Perché sì, era una follia: Luca era un amico, un amico sincero, avrebbe rischiato di rovinare tutto. Ma l'aveva guardata con uno sguardo così speranzoso, che non era riuscita a dirgli di no. Beh, per questo e per il fatto che, diciamocelo, era veramente un bel pezzo di figliolo, questo suo amico sincero, non poteva negare a sé stessa che, qualche volta, si era trovata a fantasticare, pensando a lui. Ma era davvero il caso di correre un rischio simile?

Luca era un artista, un creativo. Intelligente e colto ma in modo totalmente anticonformista: non c'era viaggio che non intraprendesse o sfida che non accettasse.

Stella era una brava ragazza, senza grilli per la testa. Aveva studiato con diligenza, iscrivendosi alla facoltà che le avevano consigliato i genitori. Aveva trovato un lavoro stabile, per quanto poco divertente e fatto sempre scelte convenzionali. Ma perché era su quei trampoli, allora, quella sera? Non lo sapeva, non lo capiva e il batticuore e le mani sudate parlavano per lei.

Il gatto si fermò, miagolando con evidente compiacimento e poi scattò in un vicolo buio. Stella alzò gli occhi e se la trovò davanti: La Libreria del Cappellaio Matto. Una porta di legno, verde brillante, si apriva su un mondo dai toni caldi, cuoio, velluto e porcellane occhieggiavano dalle vetrine, come comari pettegole. Stella spinse la porta ed entrò. All'interno, un allegro guazzabuglio di libri, chicchere e colori sgargianti le fece girare la testa. Dietro un lungo bancone, due donne chiacchieravano con aria divertita. Un'altra donna, con i capelli corti e biondissimi, vestita con tutti i colori dell'arcobaleno, serviva ai tavoli, mentre una quarta, sbuffando, trasportava una pila di libri in precario equilibrio.

- Si vuole accomodare? 

Era una delle donne dietro al bancone, il volto gentile incorniciato da riccioli scuri. Una lunga gonna da zingara le accarezzava le caviglie.

- Dovrebbe esserci un tavolo prenotato da un amico, il signor Boccanera. 

- Oh, sì, Luca! Non lo vedo ma venga, l'accompagno! 

Le fece strada, ondeggiando con grazia, e la fece accomodare.

- Stasera offriamo cioccolata calda, gliela porto.

Stella stava per protestare che no, non avrebbe bevuto la cioccolata calda, chissà quante calorie c'erano, ma la donna era già sparita, avvolta dai colori e dai rumori. La poltroncina l'avvolgeva come un nido, ma Stella si sentiva sulle spine. Forse Luca si era stancato e se n'era andato. O forse ci aveva ripensato lui e non era proprio mai venuto! Dopo un istante, si avvicinò un'altra donna, con in mano un vassoio. Alta e bella, aveva l'aria scanzonata e ribelle. Le posò davanti la tazza senza una parola e si allontanò con un sorriso. Il profumo della cioccolata le stuzzicò le narici: era speziata e densa come un abbraccio. Stella sentiva le lacrime pungerle dietro le palpebre. La paura di correre rischi l'aveva fatta tardare così tanto da farla restare sola, maledetta lei! Tuffò il cucchiaino nella cioccolata.

Al diavolo le calorie e la dieta programmata!

Il sapore deciso e sensuale la colse alla sprovvista, facendole chiudere per un istante gli occhi. Quando li riaprì, si trovò davanti Luca, che le sorrideva sollevato e divertito.

- Credevo non saresti più venuta! Ero uscito a telefonarti, qui non c'è campo! 

Un miagolio e poi il tavolino tremò leggermente, facendo schizzare un po' di cioccolata sul legno scuro.

- Stregatto! Lascia stare i signori! 

Una terza donna era corsa a prenderlo in braccio: l'aspetto lindo e curato, i capelli raccolti in una crocchia precisa, aveva lo sguardo gentile.

- Scusate - mormorò con un sorrisetto.

Luca allungò la mano, prendendo quella di Stella: era calda. Stella guardò le dita lunghe di Luca, intrecciate alle sue e pensò che avrebbe potuto vincere la paura di rischiare, se si fosse aggrappata forte a quella mano. Avrebbe aperto la porta all'irrazionalità. Attorno a sé mille differenze dipingevano armonia: era possibile.

La Libraia del turno di notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora