In a cold, cold night - Under the Mistletoe, Easter Edition

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C'era una volta una creatura di ghiaccio che, tramutato il suo gelo in desiderio di vendetta, si mise in cammino, per dar la caccia a una preda sfuggente. 

La strada era silenziosa, i lampioni erano  immersi fino alle ginocchia nella nebbia lattea. I ciottoli della strada erano lucidi di umidità e le fate della notte vi si specchiavano curiose, cercando di scorgere il volto della luna. La creatura si era nascosta all'imbocco di un vicolo cieco, appena uno spiraglio tra i palazzi alti, badando che l'ombra celasse del tutto il corpo sottile.

Gli occhi felini si aprirono un po' di più, lasciando che la pupilla catturasse, vorace, tutta la luce possibile in quel vicolo scuro. Il loro obiettivo era fermo nell'angolo della strada, avvolto in un alone pallido dalla luce del lampione.

Era un uomo alto, dinoccolato. Un alberello spoglio piegato dal vento invernale, ogni passo un lungo ramo distorto. Non era lui il nemico, tuttavia: all'ombra della sua figura, proiettata dal lampione sulla strada, viveva il mostro dei sogni, quello dai lunghi artigli predaci e il sorriso di luna crescente. Sangue di demone, nelle sue vene, si mimetizzava tra gli uomini, attendendo che la notte aprisse loro il cuore, per sgusciarvi dentro e nutrirsi. 

Nessuno dovrebbe rubare il sorriso alla luna! Pensò la creatura, arricciando il naso. E nessuno dovrebbe cibarsi dei sogni. La figura allungata fece pochi passi, apparendo, all'improvviso, meno imponente e minacciosa. Ora non sembrava altro che uno qualunque.

Ma "uno qualunque" è il modo perfetto per passare inosservato, si disse la creatura e si affrettò a seguirlo, allungando il passo elastico. Gli si avvicinò, canticchiando appena, con la bocca socchiusa. Soffiava le parole come se fossero state fusa.

You only see what your eyes want to see

How can life be what you want it to be...

Non era il primo uomo fantoccio a cui s'avvicinava, cercando di afferrare il mostro dei sogni. Vivere nell'ombra dona protezione, catturare un'ombra è come scrivere su un corvo invece che su uno scrittoio. Solo un uomo c'era riuscito, tanto tempo addietro, per donare follia agli uomini. Perché dunque un corvo è come uno scrittoio? 

I sogni sono mutaforma e multiformi, lei lo sapeva, sono un mondo in cui i corvi possono essere immoti, scolpiti nel legno, e le parole scritte possono librarsi nell'aria, selvagge, cercando prede, con le piume nere di lucido inchiostro a riflettere gli occhi spaventati.

La creatura scosse la testa. Lei non conosceva la risposta a tante domande. Sapeva solo che il mostro dei sogni, colui che vive nascosto nell'ombra degli uomini, aveva addentato come un vampiro il suo piccolo cuore acerbo, prima ancora che sbocciasse all'amore, ne aveva succhiato ogni linfa e l'aveva spezzato, trasformandola in ghiaccio.

You're so consumed with how much you get

You waste your time with hate and regret

You're broken

L'uomo si volse a guardarla e inarcò le sopracciglia, cogliendo con stupore la sua figura. Sulle sue labbra aleggiava l'ombra di un sorriso incerto.

- Sono passati anni! Come stai?  

La creatura gli mostrò le mani, piccole e delicate. In una scintillava un acuminato pugnale d'argento. Il sorriso dell'uomo vacillò.

- Vorrei non vederti vivere - rispose, con lo sguardo più gelido del maestrale.

L'uomo la guardò come una gemma preziosa. Avrebbe scaldato il suo cuore, sciogliendolo come neve al sole, finché non fosse stata pronta a donarsi nuovamente a lui... finché non si fosse sciolta al punto da distruggerla, stavolta per sempre.

Si slanciò a prenderle le mani nelle mani, catturandole tra le sue prima che riuscisse a tirarsi indietro, e iniziò a mormorarle parole d'amore.

Now there's no point in placing the blame

And you should know I suffer the same

If I lose you

My heart will be broken

Parlava di rimpianto e nostalgia, come se il ragno, al centro della tela, cantasse strofe innamorate alla povera mosca imprigionata. Ma la creatura di ghiaccio era pronta, troppe volte l'evanescente ombra era sgusciata tra le sue dita, lasciandole sporche del sangue d'un fantoccio senza senso. Cominciò a danzare, a trasformarsi, a giocare tra l'ombra e la luce, lasciandosi sfiorare appena. La caccia era iniziata, anche se entrambi si ritenevano predatore e l'altro preda.

Love is a bird, she needs to fly

Let all the hurt inside of you die

You're frozen

When your heart's not open

Come si uccide un'ombra? 

La creatura aveva ucciso tante e tante volte, fino a scoprirlo. Inutile uccidere quel povero simulacro d'uomo a cui era attaccata. Un'ombra si uccide con la luce accecante. 

La creatura sorrise e continuò a danzare e a ingannare. E mentre danzava, pensava al passato, ricordava, richiamava nel suo animo ogni goccia della gioia vissuta, della speranza e del dolore annichilente. Sì, la creatura ormai lo sapeva: non c'è luce più accecante di quella di un cuore innamorato.

E quando fu certa di aver perpetrato il suo inganno, decise di liberare quella luce e, con un gesto secco, sorridendo, conficcò fino all'elsa il pugnale scintillante nel cuore, spaccandolo in due.

Non ci fu più ombra, non ci fu che luce e poi più niente.

La Libraia del turno di notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora