La fine del mondo, un'altra volta!

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Sono circa una dozzina, disposti in cerchio su sedie di legno. La stanza è grande, ariosa, quasi non si nota la fitta rete metallica che blocca le finestre. Le seggiole sono scomode, a giudicare dal modo nervoso in cui molti si agitano per cercare una posizione più accettabile. Per lo più, sono persone di mezza età e la maggior parte di loro indossa un ordinario pigiama a righe. 

- Grazie, Enzo! Siamo tutti molto contenti per te.

A chiudere il cerchio, come il fermaglio di una collana umana, un uomo corpulento e quasi calvo. In mano ha un bloc notes, su cui non ha scritto ancora nulla, se non ghirigori nervosi. I suoi abiti dimessi sono indistinguibili da quelli dei pochi partecipanti vestiti, ma salta all'occhio che è diverso da loro: la sua carnagione è piacevolmente brunita dal sole. Tutti gli altri, compresa la ragazza che sta per prendere la parola, hanno la pelle dello stesso bianco sporco delle pareti.

- Ciao a tutti! Mi chiamo Anna e sto per salvare il mondo per la quindicesima volta.

- Ciao Anna! - rispondono quasi tutti, con tono cantilenante. 

Anna è in pigiama; è troppo grande per lei, sembra vestita con abiti presi a prestito dal fratello maggiore. Ha i capelli stretti in due trecce, perché non si formino nodi - una delle cose al mondo che più detesta - e perché fa caldo. D'altra parte, indossa un pigiama enorme, con maniche lunghe che scivolano ben oltre la punta delle sue dita.

- Ne avevamo già parlato, Anna! - sospira con apparente pazienza l'uomo al centro - Questo spazio ci serve per condividere momenti della nostra vita. Non è quello che stai facendo.

- Quindi basta che vi parli delle 14 volte precedenti?

L'uomo la guarda; la mascella guizza, un sopracciglio si inarca di scatto. Non è la giornata giusta.

- Anna, hai visto i notiziari?

- Sì, dottore, certo.

La ragazza pare annoiata. Sono giorni che i notiziari hanno toni sempre più ansiosi: la fine del mondo sta arrivando. I più allarmisti indicano come probabile momento la giornata odierna, ma anche i più scettici non ritengono che il pianeta Terra, come lo conosciamo, possa superare l'anno di vita.

- Hai compreso quello che sta accadendo in tutto il mondo, cara?

Lettere fiammeggianti, in uno sconosciuto idioma, sono apparse nei cieli dell'emisfero australe, mentre l'emisfero boreale è stato progressivamente inghiottito da una torrida estate dicembrina. Il caldo è tale da rendere quasi impossibile le attività lavorative all'aperto, la siccità sconvolge le campagne e si prefigura lo spettro della fame, proprio dove l'uomo è stato più ricco e dissipatore. Una nebbia appiccicosa ha invaso le strade. Se avesse creduto alla magia, Anna avrebbe pensato a un'invasione di dissennatori. Ma fa caldo, riflette. Ok, niente dissennatori.

Assentisce, chiedendo con gli occhi: "E con ciò?"

- Non è certo il momento di parlare di fine del mondo, ti pare, cara? Siamo tutti piuttosto sconvolti.

Anna sa che il lavoro, nel reparto psichiatrico, è proseguito per inerzia, solo per la buona volontà di pochi operatori la cui coscienza, o la cui mancanza di vita sociale, ha spinto a non abbandonare i pazienti reclusi da prima che si prefigurasse l'emergenza. Si guarda intorno: ci sono un paio di piromani, una ragazza anoressica e il resto appartiene a una zona grigia di cui non ha esperienza o competenza, pur avendo la sua età: in circa 400 anni di vita se ne vedono di cose! Osserva gli occhi del dottore, intravede la leggera sfumatura isterica e decide di accontentarlo.

- Va bene, dottore! Allora parliamo di quanto mi piacciono i muffin, che dice? I miei preferiti sono quelli con i pezzetti di cioccolato fondente.

La conversazione prosegue su binari più rassicuranti, poi vengono riaccompagnati tutti in stanza. Anna butta uno sguardo all'orologio, di tanto in tanto, mentre si prepara. Non è la prima volta che capita, quindi sa esattamente cosa fare. L'importante, per evitare grossi danni alla struttura, è che lei sia all'aria aperta. Ha sempre avuto modo di cambiare le cose, salvare il mondo quattordici volte l'ha resa perfettamente in grado di organizzarsi. Si affaccia in corridoio.

- Signora Emilia! Vorrei chiamare casa.

Gli occhi della signora Emilia le si fissano addosso e, immediatamente, si addolciscono: Anna piace alla signora Emilia perché è giovane, ben educata e ha l'apparenza fragile.

- Ma certo cara. Vieni, vieni!

Bastano due squilli: la mamma sa che il momento è vicino.

- Anna!

- Sì. Riesci a venire fra mezz'ora?

- Credo anche prima. Ci mettiamo in giardino?

- Sarà meglio, sì.

La signora Emilia la saluta con una piccola pacca sul braccio.

- Hai mangiato oggi, cara?

- Un muffin al cioccolato! - sorride Anna. L'hanno ricoverata per anoressia, ma Anna non è anoressica. Il suo amore per il muffin al cioccolato è sincero e ha almeno due secoli. Ma è normale per lei perdere peso, quando si avvicina al momento. Tutti quelli della sua specie perdono peso. Ma vallo a spiegare all'assistente sociale!

Esce in giardino e si guarda intorno, godendosi il soffio dell'aria sul viso. Questo mondo non le dispiace. Certo, si poteva far di meglio, ma manca poco davvero, ormai. Arriva la donna che lei chiama mamma. L'ha scelta l'altra sua mamma, quella precedente, quando lei era molto molto piccola. È così che funziona, perché ci vuole qualcuno che si prenda cura di lei quando è il momento. La vede arrivare e comincia lentamente a spogliarsi: ha scoperto che gli abiti le dànno molta noia, quando accade. Le fa cenno di fermarsi e le sorride, poi, improvvisamente, prende fuoco. Le fiamme si innalzano, scarlatte e incandescenti e una luce si diffonde prepotentemente. L'intero pianeta pare illuminarsi come una supernova. Poi si spegne, di colpo.

La mamma si china e scosta con la mano, protetta da un guanto da cucina, la cenere, per scoprire il corpicino nudo e paffuto di una neonata. Ha sempre gli stessi capelli rosso fiamma. Solo lei conserva memoria di ciò che è appena accaduto, pronta a ricominciare il suo ciclo.

La Libraia del turno di notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora