Capitolo diciottesimo: terrore

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James' pov

-Elle, hai visto Sophie?
Sophie era sparita e doveva essere in palestra circa mezz'ora prima.

Ma dove diavolo era finita?
E se ci fosse Lilith di mezzo?
E se stesse facendo qualcosa di pericoloso?

Mi stavo seriamente preoccupando soprattutto dopo ciò che fa successo la sera prima.

Duecento morti... incredibile. Era incredibile quanta forza si celasse sotto la pelle di una ragazzina nemmeno diciottenne, che era venuta a conoscenza della verità solo poco più di un anno prima. Era incredibile quanto in fretta avesse sviluppato le proprie capacità, o forse erano solo rimaste sepolte dentro di lei per tutto quel tempo. Forse si era solo risvegliato qualcosa che non avrebbe dovuto essere risvegliato. Forse non avrebbe mai scoperto dell'esistenza dei propri poteri se non mi avesse mai conosciuto.

Una strana ragazza che mi parla nel bel mezzo di una discoteca, mezza ubriaca... ero rimasto sbigottito dato che avevo fatto il marchio per non farmi vedere dai normali, ma lei non era mai stata una normale.

Lo sembrava ma non lo era.
Era un angelo nascosto, caduto.

"Sei una vera e propria macchina da guerra" le avevo detto quando avevamo scoperto di cosa fosse composto il suo sangue e avevo ragione.
Nel giro di pochi secondi era riuscita ad ammazzare duecento persone e ne aveva ferite un centinaio. Le erano bastati due incantesimi semplicissimi ma molto potenti: un portale e un incantesimo di pirocinesi.

Non si era mai vista una strega più potente, anche Marmell lo affermava e aveva qualcosa come mille anni, scarsi, ma già novecento anni erano tanti.

-Mi dispiace, no, non è nell'instituto?- mi rispose lei e io scossi la testa per poi passarmi una mano tra i capelli.
Era un problema, un serio problema.

Dannazione a me che non le avevo infilato l'anello mentre dormiva, però probabilmente se lo sarebbe tolto vedendo un gioiello mai visto. Magari avrebbe nutrito qualche sospetto e avrebbe pensato che fosse qualcosa di strano.

Chiesi in giro per tutto l'instituto ma nessuno l'aveva vista. Stavo per uscire a cercarla ed ero già arrivato all'ingresso quando la vedo entrare. Sembrava sconvolta. Aveva le guance rigate dalle lacrime e tremava leggermente.

La maglietta bianca che indossava era bagnata, probabilmente delle sue stesse lacrime, e quel poco di mascara che aveva messo era colato tutto. Sembrava un po' un panda.

Mi avvicinai subito a lei e la abbracciai.

-Cosa è successo?- le chiesi sottovoce, affondando la testa nei suoi capelli biondi. Lei piangeva ancora e mi bagnava un po' la mia maglia.

Si appoggiò alla mia spalla, ancora tremante.
-Ehi, va tutto bene- le sussurrai stringendola a me.

Non la avevo mai vista ridotta così.
Sophie era una ragazza molto forte.
Tutti lo sapevano.
Non l'avevo vista versare una lacrima quando aveva dovuto cambiatela completamente vita, quando si era allontanata dalle persone che amava per proteggerle.

-È morta- disse con voce sofferente -Beatrice è morta. Sembra che ci sia stato un attentato e lei è...

-Shh- la zittì e la strinsi a me ancora più forte.
Era distrutta. Teneva molto a quella sua amica, si era allontanata da lei per proteggerla. Era incinta di quel ragazzo... chissà in che stato si trova. Aveva perso la ragazza che amava e figlio. Lui doveva essere ridotto peggio di Sophie.

"Sembra che ci sia stato un attentato"... ieri sera la sua vecchia amica era al concerto insieme al suo ragazzo.
Era chiaro oramai, non ricordava nulla. Lilith, Quando prendeva il sopravvento la controllava e, come in ogni possessione demoniaca, non lasciava nessun ricordo a Sophie.

Forse era meglio, così non avrebbe ricordato quali cose orribili aveva fatto.

Forse era peggio perché quando tutto questo sarà finito, scoprirà tutto quel che aveva fatto sotto il controllo della regina degli inferi e, scoprire di aver ucciso chissà quanta gente, tra cui la sua amica... penso che sia straziante e personalmente non vorrei per nessuna ragione al mondo finire nei suoi panni.
La amo, questo è vero e farei di tutto per lei ma non posso nemmeno immaginare quali grandi battaglie interiori combatta nella sua mente.

-Lo ammazzo, ammazzo il responsabile. Lo giuro. Se lo trovo lo ammazzo.- affermò con voce più sicura ma sempre tra le lacrime. Non penso che sia così semplice e non ti permetterò di suicidarti, penso tra me e me.
Non succederà, no, non accadrà.

-Non servirebbe a niente. Non si possono riportare indietro i morti- le sussurrai ad un orecchio ed era vero. Qualche strega ci aveva provato e, per quanto immortale, era morta.

Mi staccai dall'abbraccio, tendendole una mano e facendo cenno di seguirmi. Lei mi prese la mano, ancora tremante, e si lasciò trascinare via da lì.

Sophie's pov

-James, dove mi stai portando?- gli chiesi con voce spenta e triste.

In quel momento mi sentivo completamente svuotata, con il nulla, il nulla dentro.

Lui non mi rispose perchè eravamo appena entrati nella grande cucina. Andò verso il frigo, lasciando la mia mano, e poi tornò da me porgendomi un bicchiere d'acqua. Lo presi e lo bevvi tutto subito. Mi calmai leggermente e lui mi chiese se andava un pochino meglio e io annuì, automaticamente.

Lasciai il bicchiere sul bancone e lui mi riprese la mano, iniziando di nuovo a trascinarmi per l'istituto. Ma cosa vuole fare? Pensai nella mia testa.

Mi portò nella mia camera e andò nel piccolo bagno. Sentii l'acqua scorrere mentre mi sedevo sul letto e poi lo vedi riapparire dalla porta da cui era scomparso.

-Ti ho riempito la vasca. Entra dentro e rilassati. Io ti aspetto qui.- e dopo aver pronunciato ciò, va a sedersi sulla poltroncina.
Volevo, quasi quasi che venisse con me, ma non ero molto in vena.

Annuisco per poi dirigermi verso il bagno.

Entrai e girai la chiave. Tolsi il vestiti e li piegai con cura per poi appoggiarli sul water. Entrai dentro la vasca e cercai di pensare il meno possibile e di svuotare la mente.

Avevo smesso di piangere ma sentivo ancora un dolore lancinante nel petto. Feci dei respiri profondi, sperando di non sentire più quel peso.

È colpa tua, sentì una voce femminile nella mia mente. Era una voce famigliare ma non riuscivo a capire a chi appartenesse. Pensai di essermelo immaginato e mi immersi un attimo nell'acqua per poi ritornare in superficie.

È colpa tua, di nuovo.

-Chi è la?- chiesi ad alta voce.

Tu hai ucciso Beatrice, disse la stessa voce.

-Non è vero!- esclamai subito io.

Tu hai ucciso tutte quelle persone

-Bugiarda!- urlai.

Io sono la bugiarda? Guarda con i tuoi stessi occhi! Tuonò la voce.

Una serie di immagini mi riempì la mente.
Io all'inizio di piazza San Carlo, io che sento la voce di Beatrice ma che ignoro, io sul tetto di uno dei palazzi con James, Max e Marmell che cercano di fermarmi, io che con un portale cado nel vuoto per poi far bruciare tutto e io che mi teletrasporto in via Roma...

Queste immagini mi fecero impazzire e iniziai ad urlare. Urli pieni di dolore si sentivano uscire dalla mia gola e urlavo così tanto che mi iniziava a bruciare.

-Sophie!- la voce preoccupata di James dall'altra parte della porta mentre cerca di aprire quest'ultima ma avevo chiuso a chiave.

Non ti ha detto niente, lui? Ti fidi davvero di lui? Te l'ha tenuto nascosto. Mi disse la voce cercando di istigarmi contro il ragazzo che amo.

-Smettila! Stai zitta!- continuai ad urlare.

Sento James che dà delle spallate alla porta per poi sfondarla.

Spazio autrice
Ecco a voi un capitolo, pieno di sofferenze ma più lungo del solito!
Spero che vi piaccia e non dimenticate di votarmi!

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