Capitolo nono: un anno e tre mesi dopo

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I giorni, le settimane, i mesi... il tempo passava in fretta e ad ogni nuova lezione sembrava che fossi capace di far tutto nonostante il detto "Nessuno nasce imparato".

Le strade si erano riempite di volantini con una mia foto sopra e con scritto "Mi hai vista? Se si, chiama il 01145678**" e quindi con il numero di casa. Il nonno mi cercava e mi spezzava il fatto che si sarebbe preoccupato per tanto, tanto tempo. Non sarei tornata a casa tanto in fretta.

Non volevo che corresse pericoli.

In poco tempo tutto il mondo magico venne a conoscenza della mia esistenza e della mia unicità. Ero unica nel mio genere e ormai ero conosciuta come la strega più potente che sia mai esistita oppure mi chiamavano la vincente: non perdevo mai un duello con i miei due fedeli kindjal.

Era passato un anno e tre mesi da quando ero venuta a conoscenza dei miei poteri.

Faceva piuttosto freddo per le medie stagionali quel giorno nonostante fosse intorno alla fine di settembre. Sembrava che fosse già inverno.

Mi alzai a malincuore dal mio amato letto blu e scesi a fare colazione in mensa.

Lì incontrai Max.

-Buongiorno- gli dissi io con energia, quel giorno ero molto raggiante.

-'Giorno- rispose lui freddamente ed evidentemente era ancora assonnato.

In quel periodo avevo avuto tempo di conoscerlo un po' meglio ma sospettavo che non gli andassi molto a genio. Era sempre molto freddo con me, mentre con gli altri sembrava la persona più solare e buona di questo mondo. Lui era il capo d'instituto e come tale autorizzava le missioni e in caso di emergenze era lui al comando, eccetera... Aveva tantissimi compiti da svolgere ed era impossibile elencarli tutti. Era incredibile quanto lavoro svolgesse un ragazzo di soli vent'anni.

Elle, sua sorella era una persona meravigliosa. Un' amica. Mi aiutava negli allenamenti insieme a James e con quelle (poche) cose che non riuscivo a fare. Mi dava consigli sulla vita da lightfighter...

Il rapporto tra me e James si evolveva ogni giorno. Ci eravamo fidanzati ufficialmente circa due mesi dopo esserci conosciuti e ogni giorno mi sembrava di innamorarmi di più di lui. Ogni giorno come se fesse tutto da capo. Ogni giorno una nuova avventura.

Non ci eravamo ancora detti "Ti amo".
Forse era ancora presto con due persone giovani come noi.

Lui era anche il mio istruttore e grazie a lui ero molto abile.

Con il passare del tempo ero diventata piuttosto "modesta". Ero diventata esibizionista... Ogni giorno ero più ambiziosa e mi spingevo a fare cose più pericolose.

Diventavo tenace e coraggiosa ma in un modo un po' da incosciente. Spesso rischiavo la vita, anche solo durante un allenamento, ma me la cavavo bene, ma rischiare durante una missione... per questo motivo non mi avevano ancora portata.

Dovevo imparare a controllarmi ma mi era stato detto che alla prima emergenza, visto che erano passati quattro mesi, mi avrebbero portata.

Marmell mi insegnava degli incantesimi nuovi ogni giorno e tutti mi riuscivano al primo tentativo. La magia non mi preoccupava.

Tendevo a combattere senza, con i miei kindjal... che divertimento c'è altrimenti?

Ogni tanto andavo a cercare Beatrice, Lorenzo e il nonno. Li guardavo di nascosto, magari dietro ad un albero nonostante ogni volta disegnassi il marchio per non farmi vedere dai quelli come loro: i normali.

Bea e Lorenzo erano sempre felici e stavano la maggior parte del tempo insieme. Era evidente il fatto che fossero fidanzati. Mi sarei voluta avvicinare a loro ma dovevo essere forte, dovevo tenerli al sicuro.

Il nonno lo vedevo sempre di meno in giro e sorrideva raramente. Dato che spesso era in casa lo osservavo tramite una specie di portale che Marmell mi aveva insegnato a creare apposta per spiarlo. Non aveva una bella cera.

Ormai loro non facevano più parte della mia vita. Li avevo tagliati fuori anche se a malincuore. Mi mancavano ogni giorno di più. Come se avessi un peso costante sul petto. Un dolore indescrivibile.

Chi mi mancava di più era il nonno ma anche Bea e Lorenzo avevano il loro perchè. Li consideravo come dei fratelli.

Per provare ad alleviare questa tensione andavo a cercarli sempre meno frequentemente fino ad arrivare a cercarli due volte al mese al massimo.

Chissà se un domani, con il passare del tempo ricorderò gli occhi e i capelli scuri di Lorenzo con la sua semplicità e il momento in cui l'ho incontrato per la prima volta.

Era il primo giorno delle superiori e io mi ero seduta in un banco nell'ultima fila. Dopo circa due minuti era arrivato, vestito di tutto punto: camicia bianca, scarpe e pantaloni eleganti... penso che sia stata l'ultima volta che l'ho visto vestito in quel modo che immaginarlo in quel modo adesso, data la sua sportività, fa quasi ridere. Era timido, molto timido e anch'io sicuramente non ero molto sociale. Quel giorno non spiccicammo una parola e ci presentammo l'un l'altra il giorno dopo e scoprì quale persona meravigliosa avevo conosciuto.

Mi domandavo anche se un domani avrei ricordato i colori di Bea, così chiari e così contrastanti con quelli di Lorenzo. Chissà se avrei ricordato il suo sorriso caldo quanto ogni suo abbraccio.

Ho conosciuto Beatrice lo stesso giorno, eravamo tutti e tre nella stessa classe. A volte è destino. Con lei ci siamo intese da subito. Spesso mi difendeva dato che ero più timida e introversa di lei. Era sempre stata molto protettiva. Era un po' pazza ma era una vera amica. Matura come poche persone possono esserlo a quest'età. Sapeva comprendere perfettamente quando era il momento di scherzare e quando era il momento di essere seri. Lei era sempre stata una grande leader.
La migliore a dare consigli, la migliore.

Mi rammarico del modo in cui li avevo trattati ma non potevo fare altrimenti. Avrebbero corso chissà quale pericolo mortale e non volevo che fosse così.

Non potevo permetterlo.

Non potevo permettere che capitasse qualcosa a loro.

Tenevo troppo a loro, ma ancora non avevo idea di cosa serbava per me il destino.

Spazio autrice:
Scusate per l'assenza ma adesso sono tornata più forte di prima!

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