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Sbatté la porta di casa con forza, appoggiandosi immediatamente con la schiena e la testa ad essa, respirando affannosamente ad occhi chiusi.

La conversazione avuta col suo capo l'aveva destabilizzato. Aveva appena venduto il suo corpo al diavolo, senza possibilità di scelte alternativa. Quell'uomo era subdolo, l'aveva sempre saputo. Tutti quelli che lo conoscevano ne erano consapevoli, ma arrivare a dargli un ultimatum sapendo benissimo che non aveva nessuna possibilità di rifiutare era davvero un colpo basso, forse fin troppo.

Scivolò fino al pavimento, ed una volta arrivato ad esso con un tonfo sordo si strinse in modo quasi infantile le ginocchia al petto, appoggiando la fronte ad essere e soffocando i persistenti singhiozzi, dando libero sfogo alle sue emozioni.

Non riusciva a capire come nulla non gli andasse mai bene, come fosse possibile che non riuscisse ad essere pienamente felice per più giorni consecutivi senza finire poi a piangere da solo e al buio della sua piccola casa spoglia e bianca.

Qualcuno lassù lo odiava davvero a tal punto da non porre mai fine alle sue sofferenze?

Lasciò uscire un sospiro tremante dalle sue labbra, prima di alzarsi a fatica dalle fredde piastelle, lanciando subito dopo cellulare e giacca sul divano poco distante da lui, camminando velocemente verso la piccola cucina e le sue credenze tristemente quasi vuote.

Ne spalancò una, estraendo un tubetto stracolmo di piccole pastiglie bianche e lucide, poi con mani tremanti aprì il tappo, estraendone una e buttandola in bocca senza nemmeno curarsi di deglutirla utilizzando un goccio di acqua per facilitarsi. Era così abituato a farne uso che ormai le mandava giù come tictac, l'importante era che facessero il loro lavoro...che lo calmassero, aiutandolo a dormire senza pensieri, senza i suoi soliti e persistenti incubi che ogni notte, quando il suo livello d'ansia era alle stelle (e ciò capitava fin troppo spesso) gli tormentavano il sonno, costringendolo alla veglia per evitare di vivere quei momenti di pura paura e agonia.


Richiuse il barattolo, rimettendolo meticolosamente al suo posto in modo da ricordarsi sempre e con chiarezza dove fossero, in caso c'è ne fosse stata necessità per la seconda volta, o per la terza...e giù di lì.

Non seguiva nessuna prescrizione medica. Se le era auto prescritte, ma ciò non importava. Lui voleva solo sentirsi tranquillo, calmarsi, e respirare.

Prese ad andare verso il divano, e una volta che fu di fronte ad esso ci si buttò sopra a peso morto, portandosi le gambe al petto.

Inspirò ed espirò più e più volte, cercando di riacquistare la calma. Chiuse pure gli occhi, sperando di cadere presto in un profondo sonno possibilmente senza incubi.

Il tintinnio di un messaggio però lo rimise sull'attenti. Poi i tintinni diventarono due, e poi ancora tre.

Allungò una mano fino alla tasca della giacca che aveva ancora addosso, estraendone poi il cellulare.

Accese lo scherzo, sentendo uno strano calore diramarsi all'altezza del petto nel leggere il nome di Yoongi scritto sul display, con diversi messaggi inviati pure ad orari differenti. Aprì la chat.

Yoongi Hyung
Jimin, dove sei? Ti ho
aspettato ma non sei
mai uscito dalla tua
stanza...

Yoongi Hyung
Ho chiesto ad un altro
ragazzo che lavora con
te, mi ha detto che sei
già andato via.

Yoongi Hyung
Dio, mi fai preoccupare,
rispondi il prima possibile.

Yoongi Hyung
Jiminie, per favore...

Yoongi Hyung
Dammi anche solo un
accenno per farmi sapere
che stai bene. Non
riesco a stare tranquillo
altrimenti.

Yoongi Hyung
Okay, sto venendo da te.

Non fece nemmeno in tempo a finire di leggere l'ultimo messaggio che il campanello della sua abitazione riecheggiò tra le mura di casa sua, facendolo sobbalzare colto totalmente alla sprovvista.

Per un secondo gli balenò la malsana idea di non aprire, fingendo di non essere in casa, ma poi il campanello suonò altre due volte, e tra l'altro si ricordò di aver dato il visualizzato ai messaggi inviati dal suo Hyung. Non poteva rischiare di perderlo, stava diventando fondamentale per lui, anche se non ne era ancora pienamente consapevole di quanto valesse. L'avrebbe capito solo col passare del tempo.

Prese un respiro profondo, avvicinandosi all'ingresso con passo lento e titubante. Una volta arrivato d'innanzi alla porta, la aprì.
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OKAY HAHAHAHA SCUSATE NON SONO CAPACE DI ESSERE PUNTUALE ma come vi ho detto le cose nella mia vita sono dtrasticamente cambiate e devo ancora capire come organizzarmi. ora, credo di averlo capito, quindi PROVERÒ ad aggiornare regolarmente.
grazie per la pazienza :')
love u all

breathin •yoonmin•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora