☁14☁

2.1K 155 44
                                    

Anche quel giorno le temperature erano basse e i nuvoloni neri che coprivano la città facevano presagire un temporale. Jimin aveva aperto la finestra del soggiorno per arieggiare l'ambiente, in quanto l'aria era diventata viziata. Non aveva resistito al freddo, e pochi minuti dopo l'aveva richiusa tremante, andando subito a farsi una bella doccia calda e rilassante per scaldarsi.

Odiava il freddo, ma amava l'inverno. Non aveva mai capito come fosse possibile questa cosa.

Si asciugò accuratamente i lucenti capelli biondi onde evitare di prendersi un malanno, e li pettinò lasciandoli ricadere morbidi sulla fronte, per poi vestirsi pesante, infilarsi le scarpe e afferrare la busta piena di banconote precedentemente appoggiata sul tavolo e uscì, essendo già in ritardo.

Corse velocemente lungo le scale del suo condominio, rischiando di cadere rovinosamente e rompersi il naso su un gradino, e una volta uscito fuori dal complesso iniziò a correre per arrivare in tempo alla fermata dell'autobus.

Con sua gran sfortuna, quando ormai distava una ventina di metri da essa, vide il bus che avrebbe dovuto prendere ripartire, lasciandolo a piedi.

Si fermò, respirando affannosamente a causa della corsa, facendo uscire fiato caldo dalla bocca, che condensando con l'aria di gran lunga più fredda la trasformò in vapore, dando l'impressione che fumo bianco uscisse dalle sue labbra carnose.

Si piegò appoggiando le mani sulle ginocchia, cercando di recuperare il fiato perso, e imprecò mentalmente, maledicendosi per non essersi alzato dal letto 5 minuti prima.

Sconsolato iniziò a camminare, dato che il prossimo autobus sarebbe passato ben 20 minuti dopo, a causa degli orari invernali.

Non prestò nemmeno attenzione al paesaggio attorno a se, d'altronde quella strada l'aveva vista e rivista centinaia di volte. Si limitò a camminare a passo sostenuto, guardando a terra e ripercorrendo mentalmente tutto ciò che era successo la sera precedente, dalla richiesta del suo capo, al momento intimo avuto con Yoongi all'interno della macchina dello stesso. Al solo pensiero senti le guance diventare roventi come la brace.

Non riusciva a capire il perché di tutta quell'attrazione sentita in quel momento. Era stato innamorato di lui, possibile che sotto sotto qualcosa fosse rimasto, nonostante tutto il tempo passato? Non ne aveva idea.

Arrivò davanti all'ospedale; Hoseok quel giorno doveva fare dei controlli, niente di nuovo, d'altronde gli faceva con periodicità.

Entrò nel grande edificio bianco, dirigendosi direttamente all'ascensore, fino al reparto di oncologia. Già sapeva in che stanza si trovasse il migliore amico, in quando aveva sentito la signora Jung la mattina, e glie l'aveva riferito.

Giunto lì, percorse il lucido corridoio fino a riconoscere la minuta donna in piedi a braccia conserte di fronte ad una porta chiusa. Ad udire il rimbombo dei passi, lei lo notò quasi subito. Si avvicinò al giovane, e lo cinse in un dolce abbraccio da subito ricambiato.

“Ciao Jimin" lo salutò poi, staccandosi con lentezza dalla stretta, appoggiando le mani sulle guance arrossate dal freddo del biondo. “Sei gelato, Jimin".

Purtroppo ho perso l'autobus, e sono pure in ritardo. Mi dispiace davvero tantiss-"

breathin •yoonmin•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora