•Chapter one.•

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Era mattina, precisamente erano le 9:30 (circa).

Stavo camminando per le strade di Londra godendomi il lieve venticello sul viso e tra i capelli, quando ad un certo punto sentii qualcuno discutere:

-Ehy tu! Dammi tutto ciò che hai di prezioso oppure ti sparo.- era decisamente la voce di un uomo sui cinquant'anni.

-Ma... ma io non ho nulla!- e questo era un ragazzo, credo sulla ventina.

-Su, avanti... non prendermi per scemo... sto perdendo la pazienza. Vorresti dirmi che tu non hai niente?- aveva un tono piuttosto nervoso.

"Oh merda! Una rapina!!" Pensai.

L'ansia inizió a pervadermi e ad impossessarsi del mio corpo: la testa mi inizió a girare e le mani e le gambe a tremare. Di lì a poco sarei svenuta, me lo sentivo. Decisi subito di calmarmi. Ma non potevo lasciare così quel ragazzo, così mi nascosi e chiamai la polizia.

Composi a fatica il numero dei soccorsi e chiusa la telefonata mi accorsi che il ladro aveva picchiato il ragazzo ed era scappato lasciandolo sdraiato per terra.

Ormai il pericolo era passato, così mi fiondai sulla vittima per aiutarla.

Ripensai a tutte le lezioni di prontosoccorso che ci fecero a scuola in Italia, ma non riuscivo a trovare niente di utile. "Merda!" Imprecai.

-A..Aiuto.-

I suoi capelli, i suoi occhi, i suoi lineamenti... mi era tutto così familiare. Pensai a dove potevo già averlo visto, ma anche in questo caso l'ansia non mi era d'aiuto.

Cazzo quant'era figo, peró.

-Coraggio ragazzo, non preoccuparti...ho chiamato la polizia.- cercai di tranquillizarlo quando invece ero più agitata io.

-G..Grazie.-

Intanto la polizia arrivò e mi chiese di poter raccontare tutto ciò che avevo visto. Lo feci.

-Non è molto grave.... Ha un labbro rotto e gli sanguina il naso, ma dobbiamo farlo medicare per sicurezza. Chiamate l'ambulanza.- disse uno dei poliziotti.

-Lei lo conosce??- si rivolse poi a me.

-No, beh, ecco...- lo guardai meglio in viso. "Cazzo, ilaria.. Pensa: dove lo hai già visto? Ah, si... Forse è quel tizio dell'aereo! Macchè, no.. Non funziona! Sicuramente, poi, visi come il suo non si scordano facilmente!"

Stavo per parlare, ma l' agente mi interruppe: -Non importa, ci serve qualcuno che lo accompagni in ospedale con l'ambulanza e che stia con lui. Lei è disponibile?

-Ehm, sisi... certo.- risposi senza nemmeno pensarci.

"Perfetto! Sei arrivata da poco e guarda già che ti è successo.." Quella vocina fastidiosa arrivava sempre nei momenti meno opportuni.

Sentivo di conoscere quel ragazzo da sempre, mi era familiare. E poi pensai che quello fosse un buon pretesto per conoscere qualcuno o almeno che lo sarebbe stato. Cercavo sempre di trovare il lato positivo delle cose, ma quella volta mi era stato un po' difficile.

Arrivata l'ambulanza andammo subito in ospedale e il ragazzo fu visitato immediatamente. I medici mi dissero che stava bene, ma che avrebbero preferito tenerlo sotto controllo per una notte per la botta che aveva preso. Così un'infermiera mi condusse alla stanza in cui l'avevano portato: dormiva, dormiva profondamente. Decisi di non svegliarlo.

Lo osservai ancora bene, ma devo ammettere che la memoria fotografica non mi era stata regalata quando il Signore stava distribuendo i pregi ed i difetti.(?)

Fourteen. || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora