•Chapter five.•

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-Allora dopo veniamo ad aiutarti con le valigie, okay?- chiese Zayn rivolgendosi a me.
-Non ce n'è bisogno, tanto gli scatoloni sono ancora quasi tutti intatti.- dissi sperando di fargli cambiare idea. Non volevo dargli ancora di più fastidio. Mi sentivo un peso per loro e volevo farcela da sola.
-Appunto, se ti aiutiamo noi ci metteremo ancora meno tempo.- concluse facendomi l'occhiolino.
Quant'era testardo!
Non pensavo che i ragazzi potessero comportarsi con una delle infinite fan in questo modo. Li sentivo così protettivi nei miei confronti.
-Zayn, per quanto ci piacerebbe aiutarvi io e gli altri non possiamo. Avevamo già organizzato di andare a giocare a calcio e avevamo dato la nostra parola al proprietario del campo che non saremo mancati. Mi dispiace.- disse Harry abbassando lo sguardo.-Tu, però vai, se vuoi.- continuò.
Gli altri acconsentirono insieme con il capo, come per dargli il permesso e io gli sorrisi per tranquillizzarli.
Zayn lanciò loro un'occhiata e posando poi il suo sguardo su di me rispose ai ragazzi:
-Okay, tanto ce la caveremo benissimo anche senza di voi, vero?-
-Ehm, sisi.- dissi con un colpo di tosse.
Mi stavo perdendo nel suo sguardo.
Sapete quando si dice 'È quando vedi il mare negli occhi marroni che hai perso la testa.'? Ecco, io l'avevo appena persa nei suoi, anzi... L'avevo persa da un pezzo, ormai.
Subito dopo arrivò il pranzo e anche se non avevo ben capito cosa fosse, devo ammettere che Niall aveva davvero ragione: era tutto squisito.
Dopo pranzo i ragazzi andarono via, lasciando me e Zayn da soli.
Uscimmo anche noi dal locale e iniziammo a dirigerci verso casa mia a piedi, dato che i ragazzi avevano preso la macchina.
Decidemmo di prendere la via per il centro, così Zayn mi avrebbe anche fatto vedere un po' di negozi.
Londra era davvero stupenda: le persone erano di buon umore e i negozi erano immensi. Poi notai che c'erano molte librerie, cosa che mi riempì il cuore vista la mia passione per la lettura e la scrittura.
-Giriamo di qua.- disse il moro svoltando per una traversa della via centrale.
Lo seguii a passo svelto per evitare di perderlo di vista.
Eravamo quasi arrivati alla fine della viottola quando un tremendo odore di alcool iniziò a invadere le mie narici.
-Prendi la mia mano e non mollarla fino a che non siamo arrivati, okay?- il suo era più un ordine, si sentiva dalla serietà del suo tono di voce. Così annuii e feci come aveva detto.
-Ehy tu, bella! Vieni con noi che ci divertiamo!- due barboni ubriachi ci vennero in contro.
Ma da dove erano spuntati?
Strinsi ancora di più la mano di Zayn e allungai il passo.
-Non ci far caso, cammina dritta.- mi disse subito dopo percependo la mia ansia.
-Ehy, dico a te: lascia stare il tuo ragazzo e vieni con me!- ribadì il barbone afferrandomi per il braccio.
-N..Non è il mio ragazzo.- un filo di voce mi uscì dalla bocca. Era più un sussurro e forse, più che ai malviventi lo stavo ripetendo a me stessa per evitare altre illusioni.
-Tanto meglio!- disse l'altro con sguardo malizioso.
Mi sentii afferrare l'altro braccio.
'Cazzo!'
Deglutii.
-Levami le mani di dosso.- dissi con voce tremante.
-Lasciala stare!- continuò poi Zayn tirandomi a sé.
-Sennò che mi fai?- il vecchio non mollava la presa, anzi.. Insisteva di più stringendomi il polso ormai dolorante.
-Questo!- disse Zayn tirandogli un pugno sullo stomaco.
Mi coprii la bocca con le mani per lo spavento e rimasi immobile, non reagivo più.
Il moro mi afferrò per il braccio ed iniziammo a correre, così... senza una meta.
Era bello sentire il vento tra i capelli, ma soprattutto era bello provare quella strana sensazione, le farfalle nello stomaco. In quel momento c' eravamo solo io e lui che correvamo insieme, mano nella mano, e lui mi aveva difeso.
Quando ci fermammo mi accorsi che casa mia l'avevamo superata da un pezzo. Mi misi una mano sul petto per agevolare meglio la respirazione e per calmare il fiatone.
Poi ripresimo a camminare, stavolta non sapevo dove. Non feci caso alla strada che stavamo percorrendo fino a quando Zayn non si fermò davanti ad un fuoristrada nero. Sicuramente era la sua macchina.

Pov's Zayn.

Salimmo in macchina in silenzio e iniziai a guidare verso casa di Ilaria.

Cazzo, non la devono toccare!
Non devono osare torcerle un capello!
Se le succedesse qualcosa io....
Bah, non oso nemmeno pensare cosa farei! Mi sto affezionando troppo a lei e non voglio perderla, soprattutto per quello che ha fatto per me e perché io sono il primo che lei ha conosciuto in questa nuova città. Ormai lei si fida di me e non vorrei abbandonarla.
Ciò che provo per lei è qualcosa di speciale... Non è semplice legame d'affetto. Credo... credo di essermi innamorato. Ma no, che dico?
Non posso innamorarmi di una fan...Non è giusto nei confronti delle altre ragazze e poi... Dio, potrei essere suo fratello maggiore.
Però è bello stare con lei, tenerle la mano e farla stare bene..
Okay, basta pensarci.
Arrivammo davanti a casa sua e quando parcheggiai mi accorsi che stava dormendo con la testa appoggiata al finestrino. Aveva un viso così angelico.
Devo svegliarla.
-Piccola, ehy.. Siamo arrivati.- pronunciai a bassa voce nel suo orecchio.
Iniziò piano piano ad aprire gli occhi e sbadigliò.
-Scusa, non sono di buona compagnia.- disse stiracchiandosi.
-Ma figurati, fossero questi i veri problemi!-
Mi sorrise. Dio, che sorriso stupendo aveva.
Con tutti i sorrisi che ho visto, il suo sicuramente era il migliore. Così luminoso, così vero.. Da toglierti il fiato,ah.
Scendemmo dall'auto e salimmo nel suo appartamento per iniziare a impacchettare ciò che restava.
-Tu continua o se vuoi fai una pausa, io vado un attimo in bagno.- mi disse dopo un po'.
Annuii e continuai a fare ciò che stavo facendo.
La mia attenzione fu attirata da un quadernino rosso che subito mi affrettai a prendere.
So che erano cose private, ma la mia curiosità era troppo forte per fermarmi.
Iniziai a sfogliarlo e lessi un sacco di testi interessanti. C'erano frasi, disegni, scarabocchi e testi di canzoni. Ognuno di essi racchiudeva un significato importante che io riuscii a comprendere.
Le sue parole erano davvero profonde e mi stupii di come potessero provenire da una ragazza di soli 14 anni.
-Cosa stai facendo?- la sua voce mi fece sobbalzare facendomi cadere dalle mani quel piccolo tesoro di parole.
-Ehm, io.. Non volevo farmi i fatti tuoi, scusa.- dissi mortificato.
-Niente, ma ora dammi il quaderno per favore.- il suo tono era infastidito.
-Si, ecco.- glielo porsi. -Le tue parole.. Erano ricche di sentimenti profondi.- dissi cercando di indagare. Abbassò la testa.
-Preferirei non parlarne.- concluse poi.
Non insistetti. Era normale la sua reazione. Ma prima o poi avrei scoperto la verità, ancora non sapevo come. In effetti non avevo nessun diritto di intromettermi così nelle sue questioni private, ma sentivo che aveva bisogno di essere aiutata da qualcuno e quel 'qualcuno' ero proprio io.
Finimmo tutto nel silenzio più totale e io mi sentivo in colpa per ciò che era successo poco prima.
A lavoro terminato caricammo tutto sulla mia macchina e partimmo verso casa.
Mi promisi che da quel momento, fin quando Ilaria sarebbe rimasta con me o con i ragazzi, non avrebbe fatto altro che sorridere. Si sarebbe dovuta dimenticare del significato della parola 'tristezza'.

-
Zalve fanciulle!
Come state?❤️
Vedo che siamo aumentate e questa cosa mi riempie il cuore!

Questo è il primo capitolo in cui ho inserito il pensiero di Zayn e mi piacerebbe sapere che ne pensate.
Scusate se è corto, ma dato che come sapete i ragazzi oggi erano a Roma io non sono potuta andare (abitando al nord) e volevo fare qualcosa per distrarmi.
E in ogni caso stasera vi avrei dovuto pubblicare il capitolo, che mi sono sforzata di scrivere nonostante la mia testa fosse altrove.
Non so se avete capito.😥

Anyway, tornerò prestissimo con un altro capitolo.
Scusate per gli eventuali errori.
Continuate a votare e a farmi sapere che ne pensate.
Un bacione❤️

Fourteen. || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora