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Jungkook era la persona dei grandi piani per il futuro.

Erano piani dettagliati e comprendevano vari livelli, i cosidetti microbiettivi che altri non erano che i gradini necessari per raggiungere lo scopo finale.

Richiedevano spesso anni.

Ma Jungkook era una persona paziente e un gran lavoratore ed era per questo che i suoi piani, sebbene lunghi, non fallivano mai. Infatti, se era in grado di esercitare la professione che aveva sempre sognato di fare era perchè i suoi schemi avevano funzionato.

Jungkook otteneva sempre quello che voleva alla lunga. Sempre.

Non c'era cosa che avesse desiderato di più che possedere Jimin ed era successo. E ora che non c'era nulla che agognasse di più che rendere la presenza di Jimin nella sua vita, permanente, non poteva non accadere.

Jungkook aveva meditato a lungo, ponderato diversi piani e soluzioni nella sua testa la notte quando era troppo indaffarato a tramare per poter pensare al sonno, occhi aperti nella penombra che ammiravano il profilo di un Jimin addormentato accanto a lui.

Dopo ore interminabili era giunto alla conclusione che ci fosse un'unica via. Quando Jungkook aveva proposto a Jimin una possibilità di vita normale questi aveva rifiutato. Jungkook non sapeva allora quello che sapeva adesso e alla luce delle nuove informazioni poteva dire di poter capire meglio. Perciò l'unico modo per legarlo a se era farlo come avevano fatto altri prima di lui. Il loro legame doveva essere solo più lungo finchè il tempo, l'abitudine e i sentimenti non lo avessero reso definitivo.

Il pensiero che questa soluzione fosse troppo comoda, che in realtà stesse agendo secondo vecchi schemi e che stesse solo assecondando la sua indole machiavellica, semmai lo aveva sfiorato, era stata ben presto affogato dal suo lato razionale e pratico. Jungkook aveva preferito agire di testa e non di cuore semplicemente perchè così aveva sempre fatto e non perchè fosse necessariamente il modo migliore.

Non lo era stato. Jungkook se ne stava rendendo conto man mano che i giorni passavano e ancora nessuna parola era giunta da Jimin riguardo alla proposta che gli aveva fatto.

Seokjin avrebbe saputo cosa fare, sarebbe stato in grado di leggere la situazione ed indirizzare Jungkook verso la direzione giusta. Ma ancora Seokjin avrebbe disapprovato le sue intenzioni perchè riteneva Jimin una minaccia e pensava che Jungkook agisse troppo da sprovveduto. Non sapeva che Jungkook era da tempo al corrente di tutto quello che c'era da sapere e che forse, in effetti, questo faceva di lui un pazzo incosciente piuttosto che un ingenuo.

Jungkook sospirò appogiandosi pensatemente al muro del balcone, immune alla stupenda vista della città di cui si godeva dal suo appartamento.

Credeva di essere stato chiaro nelle sue intenzioni.

Quando aveva consegnato a Jimin il contratto triennale Jungkook si era esposto, nel dichiarare i suoi desideri infatti, Jungkook veva dichiarato anche i suoi sentimenti. Avrebbe cambiato qualcosa se fosse rimasto con Jimin a ripercorrere le pagine una per una e scandito ad alta voce quanto la sua presenza fosse importante? Così importante da indurlo a escogitare quel sottefugio nella speranza che Jimin dopo tanto tempo insieme avrebbe finito col voler rimanere per sua completa e incondizionata scelta e non perchè aveva firmato un contratto.

Era un altro dei suoi fantistici piani ma anche quello che, essendo così carico di sentimenti, più aveva bisogno che non fallisse.

Quel silenzio. Il silenzio che regnava in quella casa, il silenzio che si frapponeva tra lui e Jimin ogni volta che dovevano andare oltre semplici convenevoli, era una tortura che non aveva previsto.

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