51.Una Visita Al GioyShop Con Fede

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La sveglia comincia ad irrompere nelle mie orecchie. Questa volta, il mio sogno è stato interrotto da essa e non dalla classica luce del sole. Osservo la finestra, accorgendomi che questa mattina il cielo è molto nuvoloso e il calore è quasi inesistente. Decido di scendere in cucina per poter trascorrere il tempo insieme alla compagnia di Grace. Non voglio passare altri minuti ad ammirare la mia stanza poco luminosa e l'esterno della villa completamente grigio, mentre alcune foglie degli alberi cadono, rendendoli spogli. La casa non è molto silenziosa, anzi, riesco a sentire il vocio dei miei genitori. Almeno, possiamo fare colazione insieme. Entro nella sala da pranzo e sembrano molto felici nel parlare con Grace, che ha ricevuto il permesso di sedersi a tavola con noi per mangiare qualcosa. Al mio posto, c'è ad aspettarmi una buona cioccolata calda fumante e una fettina di torta al cioccolato, preparata dalla nostra domestica. Dedico il buongiorno a tutti i presenti, divorando la mia colazione deliziosa. Inutile dire che ho riempito così tanto Grace di complimenti, che le ho causato molto imbarazzo.

‹‹Allyson, io e tuo padre dobbiamo dirti una cosa›› dice mia madre, sorseggiando il suo caffè macchiato.

‹‹Va bene›› assumo un'aria serena in viso.

‹‹Tesoro, io e la mamma dobbiamo partire a Londra per concludere un'affare di lavoro. Vogliamo sapere se vuoi venire con noi, per cambiare un po' aria. Rimarremo lì solo tre giorni e verrà anche Grace, per fare visita ai suoi nonni›› dice mio padre.

No, non voglio che iniziamo con i viaggi, già le feste sono state abbastanza per me. Non posso allontanarmi, qui ci sono i miei amici e a Londra non conosco nessuno ad eccezione di due cugine di Carol. Devo anche tener presente che se l'anonimo farebbe del male ai ragazzi, non me lo perdonerei mai per averli lasciati soli. Infine, Cameron! Non può rimanere qui senza di me, è attraente e gli gironzolano intorno moltissime ragazze. Fronteggerei l'anonimo duecento volte, che partire ad annoiarmi. Sinceramente, vorrei che anche i miei genitori rimanessero qui, perché abbiamo un rapporto unito, ma so quanto sia importante il loro lavoro, soprattutto per non infangare il cognome Parker.

‹‹In verità, non vorrei partire. Qui ci sono i miei amici e a Londra non mi sentirei a mio agio›› spiego.

‹‹Jonah, non possiamo lasciarla sola in una villa così grande›› interviene mia madre che punta gli occhi su mio padre.

So che sono preoccupati, perché sono una frana in ogni cosa che faccio e sarei un pericolo pubblico, se mi lasciassero qui dentro. Riesco a gestirmi da sola, sono brava ai fornelli, ma la mia pecca è che sono molto sbadata.

‹‹Rimarrò io con lei›› interviene Grace.

‹‹Sei gentilissima tesoro, ma volevi tanto vedere i tuoi parenti›› prende parola mia mamma.

‹‹Non si preoccupi, troverò del tempo per incontrarli la prossima volta. Preferisco che Ally sia sana e salva al vostro ritorno›› Grace mi dedica un sorrisino.

Questa ragazza è la mia vita. Ha un carattere molto simile a quello di Carol e se solo lei fosse qui, andrebbero molto d'accordo insieme. Immagino già la tipica giornata. Grace e la mia migliore amica in giro per i negozi, a sopportarmi nel parlare di Cameron.

‹‹Grace, sei sicura?›› domanda mia madre.

‹‹Sicurissima›› continua ad essere solare.

‹‹Ally, tu non vuoi proprio venire?›› prende parola mio padre.

‹‹Papà, no›› quasi assumo un espressione affettuosa in viso.

‹‹Va bene, vi lasceremo qui. Dai Jonah, prepariamoci›› risponde mia madre.

Mi lasciano un bacio sulla fronte, per poi salire al piano superiore per prepararsi. Stavo quasi per saltare sul tavolo e ballare la macarena, lanciando ogni specie di cibo per aria come se fossero dei fiori profumati, ma mi sono trattenuta. Lascio un profondo sorriso nella direzione di Grace, essendo rimaste sole in cucina.

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