Kapittel To

690 67 57
                                    

Finito l'appello in classe, i docenti constatarono che Isak, il ritardatario di classe, come al solito aveva perso l'autobus. Sapevano però che sarebbe poi arrivato, come ad ogni gita, direttamente al punto di partenza, dove i professori condussero i numerosi studenti. Il luogo dell'incontro era la piazzola davanti all'istituto, famosa per il "profumo" insolito che alleggiava nell'aria dopo la sosta di alcuni individui dagli occhi stranamente venati di rosso.

Lí erano attesi da due autisti che avevano parcheggiato i loro pullman poco più avanti. I guidatori avevano deciso di sgranchirsi le gambe prima di passare l'ora a venire in un'ostica posizione con spalle incassate e gambe irrigidite. I due uomini leggermente brizzolati, dopo aver scambiato qualche parola con i responsabili dei ragazzi, si diressero verso i loro mezzi con a seguito gli scolari.

Quando tutti ormai avevano preso posto, Thodis appoggiata al suo finestrino vide un giovane snello trafelato con i suoi capelli color grano spettinati dalla corsa, che si dirigeva dritto verso la Professoressa Olsen, docente molto severa e di vecchio stampo, balbettando tra le sue sottili labbra rosee terribili scuse ormai fin troppo note alla donna.

Questa senza troppe parole gli intimò di salire a bordo con il resto dei suoi compagni in rigoroso silenzio. Isak salì piano i pochi scalini del pullman e incrociò gli occhi chiari di Haralda, la quale lo fissava con espressione deridente ma gentile.

Lei non aveva mai capito ciò che lui provava per lei poiché non si erano mai veramente parlati . Aveva ricevuto solo qualche "ciao" o "scusa, hai un foglio?" da parte della bionda, ma a lui stava bene così. Sapeva di non essere l'unico ad aver messo gli occhi su quella solare e felice ragazza.

Si riscosse dai suoi pensieri quando la mano paffuta di Simen, il suo unico vero amico, gli fece segno da lontano di sedersi accanto lui, due posti dietro alla sua prima e vera cotta e alla sua amica.

La tempia di Thodis, appoggiata al vetro freddo, fu scossa dalla vibrazione del veicolo causa dall'accensione del vecchio motore, mentre vedeva gli alberi verdi passare veloci sotto il suo sguardo annoiato. Haralda nel frattempo estrasse dalla tasca del giubbotto le sue immancabili e ormai rovinate cuffiette, regalatele dalla mora tre anni prima, che porse alla giovane al suo fianco, la quale acconsentì volentieri all'idea di distrarsi con un po' di buona musica.

Pian piano Thodis sentì i capelli profumati dell'amica solleticarle il collo, segno che si fosse appoggiata alla sua spalla per rilassarsi, e venne cullata dal dolce aroma tropicale dello shampoo al cocco della bionda.

Si perse nei suoi pensieri riflettendo e immaginando quanto sarebbe stato bello e liberatorio volare come il falco che si librava lentamente nel cielo grigio in cerca di qualche preda con cui sfamare sé stesso e forse i suoi piccoli, se ne aveva.

Controlló velocemente l'orario sul piccolo orologio stretto intorno al polso destro. Constatò che ci sarebbe voluto ancora parecchio tempo prima di giungere presso la meta tenendo conto della lentezza del loro mezzo di trasporto.

Con la testa immersa nelle sue fantasie chiuse gli occhi curiosa di come sarebbe stata quella gita tra i boschi, organizzata per migliorare l'orientamento dei giovani del piccolo paese di Kaupang.

<Fatemi sapere se vi sta piacendo questa prima parte💕>

C.🍄

Secreta SilvaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora