Kapittel Tjuefem

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Un leggero fruscio destò il Waraji dal sonno e, aprendo leggermente un occhio, studiò la situazione: Thodis era in evidente difficoltà intrappolata dal suo braccio allenato e schiacciata contro il petto di lui. Stava tentando silenziosamente di svignarsela senza renderlo eccessivamente ovvio. Un sorriso gli increspò le labbra: non era affatto furtiva come sperava, anzi, gli stava puntellando il gomito nel costato per farsi forza.

Quando accidenti le si era avvicinato? Era sicura di essersi addormentata nella sua metà del letto. L'arto dell'uomo si era rivelato un nemico da non sottovalutare. In realtà non era minimamente infastidita da tale vicinanza, sebbene non volesse ammetterlo, ma era tremendamente in difficoltà per ovvi bisogni fisiologici: doveva liberarsi di tutta quella tisana dolciastra ingerita la sera prima. Come se non bastasse il polso dell'uomo gravava proprio in procinto della vescica della giovane.

La schiena della mora venne riportata prepotentemente incollata al petto dell'uomo e il respiro le si mozzò a metá per la sorpresa: era sveglio. Si lasciò trascinare all'indietro e volse leggermente in capo in direzione di Njord e vi scorse un sorriso appena accennato. Non potè evitare di pensare a quanto fosse affascinante quel ragazzo.

Il Waraji percepì lo sguardo della sua duyem e aprì meglio gli occhi incastrandoli in quelli di lei: non sapeva cosa avrebbe dato per svegliarsi così ogni giorno.

"Ehm... devo davvero andare in bagno", tentò lei.

"No", disse secco mugolando e stringendo maggiormente la presa.

"Cosa? Muoviti", indispettita cercò una via di fuga divincolandosi.

"Resta ancora un po' cosí e non rompere ragazzina", la sua voce profonda le fece accapponare la pelle.

Oh andiamo non è il momento di abbandonarsi agli ormoni Thodis, concentrati.

Con un colpo di reni si girò ancora avvolta dal braccio dell'uomo per fronteggiarlo faccia a faccia. Pessima idea. La vicinanza la fece rabbrividire e si trovò a intraporre le proprie mani tra se stessa e l'uomo, poggiandole sul petto sodo del Waraji. Non sapeva se fosse per il contatto o per l'atmosfera elettrica, ma si trovò ad annaspare in cerca d'aria.

Gli occhi dei due giovani si scontrarono con irruenza ed entrambi tacquero per diversi istanti.

"Devo davvero andare in bagno, e sono seria", sussurrò piano senza nemmeno comprendere la natura di tale azione. Perché tutto d'un tratto le si era assottigliata la voce?

"Ma io ti sto dicendo che non ti lascio, e sono serio", rimbeccò lui prontamente beffeggiandola.

"È una specie di punizione perversa ideata dalla tua mente? Perché non è affatto divertente, te lo assicuro", disse assottigliando lo sguardo lei.

"È semplicemente ciò che desidero ragazzina, te lo assicuro", continuò impertinente.

Tentò un approccio pratico: afferrò con ambedue le mani le spalle ampie dell'uomo e applicò una moderata forza al fine di liberarsi senza ottenere risultati. La morsa, anzi, si strinse attorno al suo corpo intorpidito dal sonno fino a modellarlo su quello di Njord.

"Non mi sembra tu stia riuscendo molto nel tuo intento, o sbaglio, mia dolce duyem?", sussurrò rocamente scosso da una leggera risata.

"Non fare il bambino! E mollami bruto", si infervorò leggermente, ma la fiamma di collera sfumò veloce quanto creatasi non appena il viso del Waraji si accostò a quello della giovane.

Decisamente molto vicino. Troppo vicino. O forse non abbastanza.

Seri si scrutavano ravvicinati senza più emettere fiato. La tensione era indiscutibile, che volessero riconoscerla o meno. Aleggiava intorno a loro indisturbata, sfiorando loro le terminazioni nervose e la pelle con la più straziante delicatezza.

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