Kapittel Tjuetall

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Il giorno seguente la mattinata passò fin troppo velocemente; il test finale era stato quasi una liberazione.
Quasi.

Nonostante si fosse sempre interfacciata molto bene con la materia aveva trovato parecchie insidie che l'avevano spronata a rieseguire alcuni calcoli.

Le sue labbra si incresparono in un debole sorriso mentre camminava con i suoi amici verso la casa di mattoni bordeaux del castano pensando a quanto dovesse aver imprecato Haralda alla vista del compito.

Inoltre, come se non fosse potuto già bastare, durante il test la professoressa Olsen l'aveva immediatamente adocchiata, facendola gentilmente accomodare in prima fila; più precisamente con il banco esattamente in contatto con la vecchia cattedra dalle gambe rossastre.

Da quella posizione la sua amica bionda aveva facilmente potuto vedere le calze color carne perfettamente tirate sopra le pallide gambe magre dell'insegnate.

Un piccolo brivido le era strisciato lungo la schiena realizzando di trovarsi inesorabilmente sola a fronteggiare il nemico imminente: la verifica.

Agnes e Mathias erano stati furbi accomodandosi rispettivamente una dietro all'altro; posto impeccabile per scambiarsi informazioni. La rocker si era perfino scritta delle formule sulla caviglia destra che avrebbe poi accavallato sulla coscia sinistra.

Diabolica.
O disperata, dipendeva dai punti di vista.

Mathias invece le era sembrato apparentemente calmo; con attenzione aveva ripetuto alla corvina dietro di sé alcune delle nozioni fondamentali mentre questa gli aveva continuato a ripetere di tacere.

Haralda, lasciatasi scivolare poco più in basso sulla sedia e voltato il viso verso il fondo dell'aula, aveva scorto distintamente il sorriso incoraggiante di T.

Haralda aveva alzato pigramente l'angolo destro della bocca sottile e aveva finto di tagliarsi la giugulare con l'unghia del dito lasciando ricadere il capo all'indietro, scaturendo la rumorosa risata della compare.

Viste da fuori sarebbero potute sembrare due bambine, ma quello era il loro modo di sdrammatizzare e di allentare la tensione e di dirsi, seppur da lontano, che ci sarebbero state una per l'altra.

Con i cuori vicini.

Esattamente un'ora dopo il gruppo di amici si era riunito fuori dell'edificio per scambiarsi dei pareri.
Questi riguardavano i risultati del test?
Assolutamente no.

Haralda aveva cominciato ad ipotizzare di prendere il prestito l'auto del padre per investire accidentalmente la Olsen, mentre il resto di loro si era retto lo stomaco dalle risate.

"Che maledetta dai! Lo ha fatto proprio di proposito, non ho parole!"

"Per me stava architettando questa sua perfida mossa da settimane!", l'aveva assecondata Thodis.

"Oh sì! Di sicuro!", la incalzò Agnes.

"Dovevate vedere la soddisfazione sulla sua faccia. Vi giuro ragazzi, non sorrideva così da anni secondo me"

Erano rimasti a chiacchierare per più di mezz'ora quando avevano sentito le loro giovani pance mugolanti in cerca di cibo.
Senza attendere oltre, Mathias le aveva invitate tutte a pranzare da lui.

Incamminandosi verso la casa fiabesca del ragazzo, questo trovò più volte l'opportunità di affiancarsi a Thodis, che puntualmente si risvegliava dai suoi pensieri, radicati nelle profondità più oscure della sua mente.

I tre amici notarono subito lo stato di trans in cui continuava a precipitare la mora. Era come vedere i suoi occhi andare in tilt ed essere sostituiti da due biglie vitree color cioccolato.
Si lanciarono degli sguardi perplessi.

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