Si svegliò presto per colpa di un dannato allarme che non aveva la minima intenzione di spegnersi. Aprì un occhio e voltò il capo verso il comodino a sinistra, constatando che non fosse la sua sveglia a suonare. Ritornò ad affondare la testa nel cuscino, desiderando di ritornare alla sera prima.
Non era riuscita a prendere sonno subito a causa del discorso di Njord. Ci pensava e ripensava, ricordandosi delle parole che le aveva rivolto al ristorante. Insomma non era un'esperta, ma aveva sentito una particolare insistenza di sguardi da parte dell'uomo. -Non è che magari...magari...oh insomma ma cosa dico? Quel gran pezzo di uomo avrà una fila di bellissime ragazze ad aspettare un suo cenno per farsi avanti!-
Sbuffó dal naso e con un agile giro atterró in piedi. O quasi. Seguì subito il fastidioso suono e giunse fino nella camera di nonna Rikke. -Ecco dov'eri maledetto essere!- pensò mentre disattivava la sveglia. C'era una sola domanda da porsi in quel momento: dove era finita la nonna? Era domenica mattina per la miseria! Com'era possibile che una quasi pensionata durante il suo giorno libero si svegliasse prima delle sei e mezza di mattina? Inutile scervellarsi, nonna Rikke era unica nel suo genere. La immaginó intenta a fare un saluto al sole al parco con le sue amiche di yoga. Perché si, praticava lo yoga da più di tre anni e la mora doveva ammettere che quella settantacinquenne spericolata era praticamente flessibile quanto lei.
Si stopicció un occhio con le dita di una mano e si incamminó verso la cucina. Si diresse verso il frigo per estrarre il the freddo e si sedette a tavola afferrando delle fette di pane tostato insaporite con del burro. Si sedette dando le spalle alla porta iniziando a guardarsi intorno. Tutto sembrava al proprio posto. La nonna aveva perfino cotto qualcosa nel forno che sprigionava un dolce e appetitoso profumo, che fece aumentare la fame della giovane.
Si alzó di nuovo per andare a prendere della marmellata di fragole, quando attaccato al frigo scorse un quadrato giallo. Allungando il collo e vide un post-it fluorescente penzolante. -Strano, non l'avevo visto prima-, pensó mentre allungava un braccio per coglierlo. -Buongiorno tesoro! Sono la nonna ovviamente, volevo avvisarti che dovró trattenermi fuori fino a dopo pranzo mi dispiace! Comunque ho preparato delle Kjøttkaker e le ho lasciate nel forno per pranzo! Se hai bisogno di qualcosa puoi trovarmi in negozio, un bacio-.
Beh, almeno aveva le gustose polpette tutte per sé.Uno strano senso di oppressione le intrappolò il cuore. Perché c'era sempre di mezzo quella dannata erboristeria? Insomma era lì che aveva visto un uomo in fin di vita; era lì che aveva incontrato ancora quel maledetto e irresistibile uomo; era lì che la nonna era bloccata praticamente tutti i giorni, persino la domenica. Qualcosa di strano aleggiava nell'aria intorno all'edificio. Lo aveva notato nonostante ci fosse andata solo un paio di volte.
Strano.
Veramente strano.
Ma in fondo era un semplice e normale spaccio di erbe giusto?Non volle rimuginarci oltre, così finì la colazione e decise che quel giorno si sarebbe tenuta impegnata con qualcosa. Non scalpitava per imbattersi nei tre strani personaggi della sera precedente, anche se la loro compagnia non era stata spiacevole. Si infilò sotto il getto caldo della doccia e si lasciò modellare dal calore come un pezzo di terracotta dalle mani delicate di un bravo artigiano. Dopodiché si infilò una tenuta comoda fatta di un paio di leggings neri con una felpa rossa che le arrivava in vita. Passò la mattina in modo produttivo. Prima di tutto riordinò la propria camera, poi si impegnò a rendere presentabile il suo armadio. Il bagno era già molto pulito, così passò ad aspirare un po' tutta la casa della nonna. Già immaginava la faccia fiera e sorpresa di Rikke.
Una volta terminato il suo lavoro si concesse una pausa. Si catapultò sul divano con la leggiadria di un rinoceronte e accese il televisore. Quello che sentì non le piacque affatto.
"E' stato ucciso un uomo di cinquantacinque anni nella foresta appena fuori dal centro abitato. La polizia della città è operativa e sta cercando di scoprire chi ne sia colpevole. Gli agenti raccomandano però di rientrare a casa prima dell'imbrunire e di stare a distanza dai boschi per quanto sia possibile. Per ora è tutto. Non è permesso loro di affermare altro."
Thodis rimase perplessa. Insomma quell'uomo era stato ucciso vicino ad un bosco ma questo non comportava mica che l'assassino vivesse lì.
Una cosa l'aveva imparata dai film polizieschi : l'omicida non uccide mai nella sua zona sicura. Questa corrisponde al luogo in cui si sente a casa e tranquillo, e non commetterebbe mai un reato nelle vicinanze, poiché tirerebbe lì i sospetti. O almeno ci sperava. Lei era a pochi passi da un bosco e non aveva voglia di vivere con la costante paura di essere assassinata. Un brivido le strisciò lungo la spina dorsale. Spense di getto l'apparecchio elettrico e buttando un occhiata all'orologio in cucina si rese conto che era ormai ora di pranzo.
Si servì un po' della prelibatezza che la nonna aveva preparato per lei e senza troppi complimenti ci si tuffò a capofitto. Le polpettone di carne erano sublimi, per non parlare della salsa che le inumidiva alla perfezione. Ringraziò mentalmente di essere nata in Norveglia e di poter gustare quelle prelibatezze in ogni momento. Si gustò le pietanze con calma e una volta soddisfatta sparecchiò. Prima di lasciare la cucina però pensò a nonna Rikke. -Magari non ha mangiato perché un cliente l'ha trattenuta troppo. O magari se ne è dimenticata lei. Quando è lì ha la testa da un'altra parte-. Così prese un contenitore in cui pose un po' di verdure e polpette, chiudendolo con cura. Lo avrebbe conservato in frigorifero per il suo ritorno. Quel giorno non sarebbe andata lì per poi scontrarsi con Njord, perché nonostante non lo sapesse per certo, sentiva che lo avrebbe incontrato se ci fosse andata. Sogghignò soddisfatta. -Oggi nessuna seccatura o incontro imbarazzante- pensò la mora.
Nel frattempo presso la bottega Rikke stava ospitando il Waraji e alcuni suoi sottoposti. Erano arrivati davanti al negozio furenti, scalpitanti, inferociti. I loro occhi sbarrati emanavano un'ira così ardente che bruciava chiunque li incontrasse.
Qualcosa non andava e questo le fu molto chiaro quando vide una delle loro donne ferita all'addome sanguinante. Le spiegarono cosa fosse successo e capì. Il patto. Il patto era stato rotto, e loro non si sarebbero risparmiati.
Nessuno si sarebbe fatto da parte.
Nessuno avrebbe mostrato pietà.Un errore irreparabile era stato commesso e l'unica certezza era che non si sarebbere più potuto tornare indietro.
<Buonasera a tutti! Ecco un nuovo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando un commento! 💕
C.🍄>
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Secreta Silvae
مستذئبNel paese di Kaupang, in Norvegia, abita Thodis, una giovane ragazza che si confonde tra molte, ma per la quale è in serbo qualcosa di inaspettato. In seguito al decesso di una lontana parente sarà costretta a trasferirsi presso la casa di Rikke, la...