Kapittel Seks

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Dopo poco meno di mezz'ora Thodis scese profumata del bagnoschiuma al muschio bianco e si mise a mangiare con la sua famiglia. Non fece in tempo ad assaporare un pezzo di trota che subito suo padre attirò l'attenzione a sé per comunicare una cosa, a suo parere, di vitale importanza.

Thodis sospirò e alzò impercettibilmente gli occhi al cielo, coperti però dalle folte ciocche scure dei capelli.

"È successa una cosa grave e terribile ragazzi. Ascoltatemi bene. La vostra prozia Annika ha avuto un infarto la scorsa notte ma fortunatamente si è ristabilita. Nonostante questo nonno Sten ha detto che le rimane poco più di una settimana da vivere. Io e vostra madre abbiamo deciso che andremo là a farle compagnia domani mattina e a sostenerla nei suoi ultimi momenti felici e resteremo là per circa tre settimane per sostenere i familiari visto che loro si sono sempre presi cura di voi quando noi dovevamo viaggiare".

"Ma papà io ho comunque la scuola a cui stare dietro!". Ribatté Thodis.

"Lo so tesoro, ed è per questo che abbiamo chiamato nonna Rikke e le abbiamo chiesto se potrà ospitarti per questo lasso di tempo. Sverre tu invece verrai con noi poiché gli esami dell'università poi darli il prossimo semestre", intervenne pacata Astrid.

"E Aizen?"

"Lui lo puoi portare dalla nonna."

"No tesoro, mia madre non sopporterebbe l'odore del cibo. Portiamolo con noi per un po'. Se non va bene poi lo diamo alla nonna", rispose Astrid alla figlia.

Thodis non trovò nulla da obbiettare e così riprese a gustarsi il pranzo. Sverre era affranto nel suo silenzio, poiché nonostante Thodis non si ricordasse di come fosse stata amorevole con loro la prozia, lui era abbastanza grande da avere vissuto con coscienza tutte le dolcezze ricevute dalla donna.

Si ricordava che, quando ancora vivevano a Nordmalig in Svezia, una volta era stato sgridato duramente dai suoi genitori perché non volevano comprargli uno stupido giocattolo e lui aveva cominciato a piangere e a strillare in un negozio affollato.

Tornati a casa sgattaiolò fuori dalla finestrella al piano terreno e corse da zia Annike. Lei a quel punto lo aveva accolto in casa e lo aveva lasciato dormire da lei, avvisando Astrid dell'arrivo del marmocchio. Anziché sgridarlo gli fece comprendere che i suoi genitori lo amavano anche se non gli avevano comprato il gioco e lui si ritrovò ad arrossire per aver fatto una sceneggiata davanti a tutti. Gli offrí una cioccolata calda gustosa e lo spedì fuori scherzosamente dandogli un fiorellino giallo da portare alla mamma come scusa.

Da quel giorno la andava a trovare ogni qual volta ne avesse occasione. Legarono molto, ma poi si trasferirono e non la vide più. Il fatto che stesse per morire lo fece sentire in colpa per non essere più andato a trovarla. Certo l'aveva chiamata in occasione delle feste per farle gli auguri, ma nulla di più. Finito il pranzo Thodis decise di chiudersi in camera e portarsi avanti con lo studio. Odiava arrivare a ridursi al giorno prima di un esame senza studiare, cosa che spesso le capitava.

Preparò le borse con i vestiti e tutto ciò che le serviva per vivere dalla nonna per tre lunghe settimane. Non ne era dispiaciuta, anzi, ma non conosceva la zona della nonna, così si preoccupò di riuscirsi ad orientare con i mezzi di trasporto o a piedi. C'era stata poche volte da piccola perché di solito arrivava lei a far visita. La scusa era che la sua casa era difficile da raggiungere e le piaceva sgranchirsi le gambe per andare a trovare i suoi adorati nipoti.

Così cercò su internet dei percorsi fondamentali per non perdersi. Sapeva solo che la nonna viveva vicino ad una foresta vastissima di cui non sapeva il nome, ma dall'altro lato della casa si poteva scorgere bene il centro abitato. Almeno questo era rassicurante. Il pomeriggio passò in fretta e Thodis non potè evitare di ripensare di nuovo al giovane ragazzo incontrato durante la gita. -Cavolo devo smetterla. Chi era quel tizio? Forse potrei tornare veramente in quel posto...di sicuro non si ricorderà di me-, sussurrò sottovoce a se' stessa queste parole prima che sua madre la chiamasse per andare a fare la spesa per la cena. Prima di infilarsi la giacca buttò un occhio verso le scarpe da trekking, ma l'idea di infilarle per tornare da quello strano individuo durò meno di un battito di ciglia, così rispose ad Astrid che la stava aspettando in salotto.

"Arrivo mamma!"

<Ecco un nuovo capitolo ragazzi! Cosa ne pensate?
C.🍄>

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