Kapittel Sytten

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Erano passate quattro settimane dal giorno della rottura del patto e nonna Rikke sembrava sempre più oppressa dalla consapevolezza che non si sarebbe potuto far nulla per evitare una guerra silenziosa a colpi di pallottole e morsi. Passava ancora tutti i giorni dal mattino al pomeriggio tardo presso la bottega, di cui l'unica cosa serena rimasta era l'intonaco verde chiaro che tanto amava. Presso il locale infatti si ritrovavano spesso i membri del branco per discutere della situazione.

Tenere al sicuro e all'oscuro la nipote era stato facile per lei poiché era rimasta impegnata e stressata per la scuola, ricominciata un mese prima. La giovane infatti era così indaffarata a studiare per gli esami e a stare dietro all'eccentrica amica bionda che quasi si dimenticava di dove si trovasse. Mancava sono una settimana agli esiti finali dell'anno. Avevano perso quasi un mese a causa dell'improvvisa nevicata che era riuscita a bloccare qualunque cosa, perfino l'attività scolastica.

Thodis, nonostante il ritorno dei suoi genitori e del fratello, che era andata a salutare più di una volta, aveva deciso di rimanere ancora presso la dimora della nonna a cui si era ormai enormemente affezionata. Sebbene avesse molto lavoro di cui occuparsi era sollevata dal fatto che mancasse poco alla fine dell'anno e non vedeva l'ora di passare le giornate a divertirsi con Haralda, Agnes e Mathias. Avevano legato molto tutti e quattro, ed erano diventati molto uniti. Ero arrivati perfino a decidere di incontrarsi quasi tutti i giorni dopo scuola per aiutarsi a vicenda con lo studio, eccetto quando aveva impegni sportivi o artistici, come per esempio il corso di batteria di Agnes.

A differenza di quanto aveva pensato fin da subito Mathias, riuscivano veramente ad avere miglioramenti. Agnes era veramente portata per la chimica e aiutava gli altri tre ad affinare le proprie conoscenze. Mathias dal canto suo era un portento nella scrittura di testi e controllava gli scritti delle sue tre nuove amiche. Thodis si impegnava al massimo a far progredire il livello di Haralda in algebra. La bionda nonostante non eccellesse a scuola, era un'artista spettacolare come sua madre, e riusciva a ritoccare tutte le tavole artistiche dei suoi compagni. Insomma ognuno aveva il proprio pregio.

La giovane mora non aveva più visto, se non di sfuggita, il misterioso uomo. Aveva riflettuto su molte ipotesi. Magari si era trovato la tanto ambita anima gemella, o forse non si ricordava nemmeno il suo nome, ma per un piccolo istante ci aveva veramente creduto. Creduto in cosa verrebbe da chiedersi. Non aveva ben saputo liberarsi di questo enorme punto di domanda nella sua testa, ma d'altronde non avrebbe dovuto assecondare futili pensieri.

Era il sogno di una ragazza immatura? Troppo ingenua? Troppo inesperta? Potevano essere tutte fin troppo plausibili. Se ne era fatta una ragione ormai. O quasi. -Inutile mentire a sé stessi- si ripeteva, -solo gli stupidi lo fanno-. Dopo quella sera alla festa, quando lui l'aveva tirata a sé in quella maniera, in una presa così calda, sicura e rassicurante, non era riuscita a immaginare nessun altro al suo posto. E si malediceva, sospirando quando le tornava in mente, ma non ci poteva far nulla. Era una cotta. Non era la prima e non sarebbe stata l'ultima. Nonostante ciò non era riuscita ancora a darsi una credibile, o per lo meno plausibile, risposta per il fatto di averlo visto nudo nel bosco tempo prima. Magari non era lui. Quasi lo sperava. Infondo non lo aveva visto bene.

L'unica cosa da fare era assecondare ciò che le aveva accennato lui quando avevano cenato tutti insieme alla locanda. Aspettare la propria anima gemella. O meglio la metà che ci completi. L'avrebbe trovata e finalmente sarebbe riuscita a dimenticarlo. O magari avrebbe trovato solo un altro ragazzo su cui posare gli occhi. In verità non era da lei confidare in cose del genere poiché fin da piccola non era mai stata uno esempio di romanticismo, ma sperare non sarebbe costato nulla, giusto?

Quel venerdì quando tornò a casa dopo le lezioni, si imbatté in una versione della nonna ancora più insolita, con il viso solcato dalla preoccupazione. Prima che potesse anche solo chiederle cosa la allarmasse e intimorisse tanto, sentì le notizie in onda. Brutte, terribili, strazianti notizie. Altre due morti. Altre due vite sfumate, distrutte. La notizia la colpì come una secchiata di acqua gelida.

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