Kapittel Femten

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Erano passati meno di due minuti da quando erano arrivati tutti insieme presso un piccolo ristorante poco frequentato. Lo avevano scelto i tre estranei e Thodis e sua nonna non avevano potuto far altro che accettare. Era un posto carino e appartato, circondato da alberi secolari che davano l'idea di un luogo incantato. Tove richiamò subito l'attenzione di un giovane cameriere che li scortò fino ad un tavolo rotondo dove chiese loro di attendere qualche secondo per l'arrivo di menù. Thodis si precipitò verso il posto accanto a Rikke, ma suo malgrado dovette sedersi comunque affianco all'insopportabile uomo. -Ma io dico proprio un tavolo rotondo? Che diavolo di problemi ha un tavolo rettangolare?-, pensava la mora mentre cercava con tutta se' stessa di spostare la sedia con piccoli saltelli verso sinistra per allontanarsi da Njord. Lui accusò il colpo in silenzio. Almeno non aveva cambiato posto.

Poco dopo il giovane cameriere tornò con cinque menù e li porse educatamente ad ognuno.

"Signori ecco a voi, io sono Hákon. Vi lascio qualche minuto per decidere. Per ogni problema non esitate a chiamarmi", concluse con un sorriso genuino.

Era un ragazzo molto giovane, non avrà avuto più di venticinque anni e di sicuro non era di brutto aspetto. Ciò fu evidente soprattutto a nonna Rikke, che vide sua nipote e Tove sbirciare da sotto le ciglia il biondo. Strinse le labbra per non cedere in una risata e cercò di fare un po' di conversazione. Subito la parlantina di Kris si attivò e colmò il vuoto di parole non dette da Thodis e il suo vicino di posto. La prima non era mai stata fin troppo loquace a causa della sua riservatezza, mentre il secondo non tentava nemmeno di dimostrarsi interessato all'argomento.

Hákon tornò puntuale poco dopo, annotando le pietanze scelte da ognuno. Prima che lasciasse il tavolo la mora attirò la sua attenzione chiedendogli dove fossero i servizi. Lui anziché darle le indicazioni le disse che poteva accompagnarla poiché la cucina si trovava qualche porta dopo. Lei allora annuì e si alzò dalla sedia per seguirlo, tirando le labbra un una specie di sorriso. Subito gli occhi dei tre individui del tavolo saettarono verso il Waraji che era attento alle mosse del cameriere. Quando quest'ultimo posò appena il palmo della mano contro la schiena della giovane per esortarla a camminare, lo stridere di una sedia contro il pavimento bloccò i suoi movimenti. Thodis e il resto dei presenti si voltarono verso l'artefice del suono.

Faceva respiri profondi per non esplodere in un attacco di rabbia. No non era rabbia. Era qualcos'altro. Qualcosa di inopportuno e sconveniente. Incontrò lo sguardo confuso di lei, vedendo poi il viso del cameriere illuminarsi. Aveva intuito qualcosa, ma a quanto pareva non era intenzionato a dire nulla.

"Scusate, mi era caduto questo", se ne uscì quindi raccogliendo il tovagliolo di stoffa gialla che teneva sopra le cosce e risedendosi al suo posto.

Kris sospirò sollevato poiché aveva paura che stesse per far qualcosa di compromettente, non solo per se' stesso, ma anche per lui e la sorella. Rikke e Tove si scambiarono una veloce occhiata. Ormai entrambe avevano capito lo strano comportamento dell'uomo. Non avevano più dubbi e non potevano che essere facili per lui.

Thodis dopo essere uscita dal bagno tornò verso il suo tavolo dove finalmente sembrava essersi sciolta la tensione precedente. Tove le fece qualche domanda per frenare il fiume in piena di parole di Kris riguardo a quanto sarebbe voluto andare alla cascata vicino a casa loro. Diceva che lì di sera le stelle erano la fine del mondo. Sembravano molto più luminose del normale. Thodis lo ascoltò rapita per tutto il tempo, poiché lui si dimostrò davvero un ottimo oratore. La stessa cosa non si poteva dire del giovane moro accanto a lei. Ascoltava in silenzio e sorrideva alle battute dell'amico, ma non si sbilanciava mai.

Sua nonna e Tove cominciarono ad incalzare Kris a proposito di una donna. Da quanto riuscì a capire Thodis si trattava di un problema di gelosia dell'uomo davanti a lei, che aveva esagerato, allontanando così la ragazza. Visto che ormai si era incuriosita intervenne chiedendo di chi si stesse parlando. Scoprì così che la donna in questione si chiamava Synne.

"Ed è la sua fidanzata?", azzardò poi.

"Non proprio...diciamo che è qualcosa di più per me" le rispose Kris in difficoltà.

"Ah quindi siete sposati!".

Per poco l'uomo accanto a lei non scoppiò a ridere. Lei inclinò di poco il capo per vederlo meglio, rivolgendogli un'occhiata confusa.

"Cosa c'è da ridere?" disse rivolgendosi a lui.

"Pensi che il matrimonio sia il legame più importante? Seriamente?" le ripose sporgendosi di poco verso di lei.

Lei guardò i presenti in cerca di sostegno alla sua teoria, ma tutti la fissavano come se stesse parlando in qualche lingua sconosciuta. Spostò il busto indietro, accorgendosi dell'improvvisa vicinanza dell'uomo. Lui si allungò ancora e lei aggrottò le sopracciglia non capendo cosa volesse fare. Njord stese il braccio e afferrò una delle mele nel cesto al centro del tavolo.

"Vuoi sentire una bella storia, ragazzina?", la apostrofò con amarezza.

Lei annuì troppo curiosa di sentirlo parlare. Perché sì, avrebbe potuto negarlo fino alla morte ma la sua voce le calmava i sensi. Era grossa e potente, ma allo stesso tempo calda e vellutata.

"Tanto tempo fa, esistevano gli uomini e le donne, che erano perfetti da se'. Erano come questa mela, completi e felici." disse facendole vedere la mela, "Zeus era geloso della loro felicità e decise di spezzare la loro anima in due con una delle sue folgori ", continuò tagliando a metà la mela.

Thodis lo ascoltò attentamente seguendo ogni suo movimento.

"Decise inoltre di disperdere le metà in parti lontane del mondo, affinché non si potessero più ricongiungere. Le anime cercavano disperate la loro metà, ma nonostante i tentativi non ci riuscivano", aggiunse poi prendendo le due metà in mano e allontanando un braccio dall'altro.

"Un giorno però , una delle sue figlie scoprì le azioni del padre e decise di aiutare e difendere i mortali. Cominciò a fondere l'anima dei suoi figli, spiriti molto potenti e maestosi con la metà di quella dei terrestri. Essi avrebbero permesso a quest'ultimi di ritrovare la loro metà grazie al loro istinto...", si interruppe l'uomo come se volesse omettere una parte del racconto.

"...cosí da quel giorno ognuno ha una sola e unica anima gemella", concluse Njord facendo combaciare i due pezzi di mela avanti agli occhi rapiti della mora.

La fissò per poco, poi si schiarì la voce e si ricompose addentando un pezzo del succoso frutto.

"In breve ragazzina, non esiste nessun legame più forte e importante di quello tra due anime...", borbottò rivolgendole una rapida occhiata per vedere la sua reazione.

"Ci credete davvero?" le uscì di getto rivolgendosi ai presenti.

Poi quando vide tutti far vagare gli sguardi sul tavolo o nella tazzina del caffè aggiunse, "...insomma è una storia bellissima e struggente, ma pensate davvero che esista l'anima gemella al mondo? Siamo più di sette miliardi di persone accidenti! Sarebbe quasi impossibile incontrarla, non trovate?".

"Beh tesoro non so come spiegartelo di preciso, ma te lo senti, ovunque. Nelle ossa, nelle vene, nel sangue, nel cuore e perfino nelle terminazioni nervose sotto i piedi. Senti il cuore pieno e lo stomaco contorto dalla voglia di vedere quella persona e se non succede ti irriti. Senti un formicolio nel petto quando ti manca e pensi a lei molto spesso, perché vorresti condividere con lei i momenti più felici. Non riesci a pensare che qualcuno cerchi di portartela via e ti strapperesti il cuore dal petto per non vedere nemmeno una lacrima correrle sul viso. Non è una cosa che puoi dimenticare o che riusciresti a non sentire", le confidò Kris con un leggero rossore sulle gote.

Per la miseria era arrossito!
Pensò che quella Synne fosse veramente fortunata ad avere un uomo come lui al suo fianco. Gli rivolse un sorriso sognante e poi abbassò lo sguardo pensando a quanto avrebbe voluto anche lei che qualcuno provasse tutto ciò per lei. -Senza fretta- , si ripeteva nella testa fin da bambina. Senza fretta.


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C. 🔥 >

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