Kapittel Tre

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La prima cosa che vide la scolaresca fu una struttura interamente in legno, che era probabilmente una piccola baita in cui potersi ristorare. Questa era circondata da una fitta e rigogliosa foresta.

I docenti avevano un estremo bisogno di caffè, a quanto dissero, così decisero di recarsi proprio nel rifugio, dove era stato già annunciato l'arrivo di un gruppo molto numeroso. I proprietari, due gentili e sorridenti anziani, furono bel felici di poter sfamare tante pance ingorde e di incontrare gente in quel posto disperso nel verde.

Le due amiche si precipitarono al piccolo tavolo vicino alla vecchia stufa in ghisa per riscaldarsi un po' i muscoli e le punte delle dita, intorpidite dal freddo norvegese. La vecchietta dalla schiena ricurva fece il giro tra i tavoli e prese le ordinazioni dei giovani, che consistevano per lo più in una ristoratrice e corroborante tazza di cioccolata calda con panna.

Mentre la donna si allontanava, Thodis si prese qualche secondo per osservarla e notò un'appariscente cicatrice sul collo rugoso. Immaginò se la fosse fatta lavorando e vivendo in un posto così rustico e primitivo. Probabilmente mentre tagliava la legna si era accidentalmente colpita con l'accetta, o più semplicemente l'aveva da sempre perché da piccola aveva avuto un incidente. Quelli però non erano affari suoi, pensò Thodis rimanendo con il dubbio.

La mora riportò l'attenzione alla  propria amica che continuava a lamentarsi per essere stata svegliata sul punto più bello e avvincente del sogno per scendere dal pullman. Dal poco che aveva ascoltato, l'amica bionda aveva sognato di essere morsa da un criceto mannaro, cosa in cui poi si doveva trasformare anche lei nelle notti di luna piena. Probabilmente era stato il trauma della morte della sua cricetina Aida anni prima, che però non aveva mai veramente superato. Tutto ciò su cui vagheggiava Haralda era poco normale e credibile. -Come al solito dopo tutto-, rifletté Thodis.

Non fece in tempo a screditare le assurde idee della coetanea che la vecchia signora, accompagnata ed aiutata dal marito e da altri quattro camerieri che presumibilmente erano poco più giovani di questi, giunse con le ordinazioni di tutti i ragazzi.

La coppia di amiche si fondò subito con foga sul profumo invitante di quel dolce nettare degli dèi, che finí purtroppo dopo qualche minuto di rigorosa contemplazione. I professori si godettero il loro caffè che li aiutò ad avere la forza di volontà e la pazienza per tenere a bada gli scapestrati alunni, due dei quali, a proposito, stavano facendo una gara su chi riuscisse a tenere più tempo in equilibrio i cucchiaini sulla punta del naso. Ovviamente non ci riuscirono per molto poiché un rumore acuto e fastidioso giunse alle orecchie di tutti, che linciarono i due mal capitati. Questi si acquietarono subito, un poco rossi in viso per la figuraccia appena fatta.

Erano appena le nove di mattina e dovevano già cominciare il percorso di sopravvivenza ideato dai docenti. Proprio loro, quando tutti ebbero terminato di fare il pieno per lo stomaco, chi in tempo e chi ingozzato a forza, richiamarono l'attenzione dei presenti e comunicarono che il progetto scolastico si sarebbe ovviamente svolto in gruppi già scelti e studiati in precedenza.

Ad ogni gruppo sarebbero state consegnate due cartine, poiché non volevano che succedessero spiacevoli incidenti nel bosco sconosciuto.

Un guardia caccia di mezz'età, presentatosi a nome di Ivar e seduto poco lontano, sentendo ciò che avrebbero dovuto fare di lì a poco i ragazzi, intervenne e si permise di dare alcune dritte; non passate di qua che è sempre fangoso quando ha appena piovuto, o anche qui c'è un torrente che sembra innocuo ma se ci cadrete non sarete pazzi di felicità.

Tutti lo ringraziarono e lui disse che avrebbe passato la notte nella baita e che quindi in caso di bisogno lui avrebbe potuto soccorrere volentieri dei dispersi, poiché ad ognuno veniva lasciato il proprio telefono.

Come detto precedentemente dagli insegnanti, quella di quel giorno sarebbe stata solo una piacevole, divertente e costruttiva gita scolastica, nulla di estremo o pericoloso.

Avevano scelto quel bosco poiché era salvaguardato e tenuto sott'occhio da Ivan e i suoi colleghi, che si accertavano che non ci fossero orsi o animali feroci troppi vicini al centro abitato o lungo il percorso dell'orienteering ideato per le scolaresche. I gruppi erano ormai pronti a partire, e Thodis si ritrovò in compagnia di Haralda, la silenziosa e studiosa Iselin, la rocker incompresa Agnes, lo sportivo patentato Kasper, un tranquillo castano chiaro di nome Reidar ed infine con Steinar, l'amante della natura. Thodis sospirò e si rese conto che quella sarebbe stata sicuramente una strana convivenza.

<ehiii ragazzi sono riuscita ad aggiornare ancora perché fortunatamente ho avuto pochi compiti a scuola 🙌🏻

Spero vi sia piaciuto!
C.🍄>

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