THOMAS POV'S
Mi ritrovo mano nella mano con Edith che mi trascina fuori da questo luogo caotico.
In questo momento percepisco che l'acool che scorre nel mio corpo non faccia più alcun effetto dopo aver visto quella scena in cucina.
Il sangue mi ribbolle ancora dopo che Philip ha solo sfiorato il suo corpo con un dito e se non fosse stato per Edith avrei mandato mio cugino all'ospedale in men che non si dica.
Conosco perfettamente Philip e quando vuole una cosa difficilmente molla la presa, cascasse il mondo.
Fin dall'inizio della serata mi ero ripromesso mentalmente di non considerare assolutamente la presenza della pazza ruba panini, ma per quanto mi costa dirlo era impossibile vederla così bella non solo davanti ai miei occhi ma da tutti quelli che continuavano a fissare solo lei.
In quel momento avevo bisogno di distrarmi, di non pensare e di non farmi sopraffare dalla rabbia così mi sono buttato nelle braccia di Clarisse la barbie gonfiabile, ma ciò è servito a ben poco, il mio istinto per quanto assurdo pare mi conduceva nel seguire Edith.
Pochi secondi mi servono per ammirarla da dietro con la sua mano ancora stretta alla mia è così bella, i suoi capelli brillano anche nel buio più totale, il suo fisico avvolto nel suo vestito attilato non fa altro che renderla dannatamente sexy e la cosa manda completamente in tilt il mio cervello.
Arriviamo finalmente fuori al giardino e insieme contemporaneamente ci sediamo sui gradini delle scale.
Iniziamo a fumare mentre fissiamo entrambi la strada davanti a noi.
Si inalza una lieve folata di vento che rabbrividisce la mia pelle.
Nessuno dei due proferisce parola a malapena riesco a sentire il mio respiro, come se in quel momento il silenzio della notte potesse parlare per noi e la musica che si sentiva in sottofondo provenire dalla villa sembrava non esistere.
Per smorzare quella situazione prima che chiedesse il perchè della mia reazione mi alzo di scatto e mi avvicino alla mia auto, riesco a percepire lo sguardo stralunato di Edith per questo mio gesto.
Apro la portiera e da sotto il sedile acciuffo la mia vodka liscia pronta all'uso.
"Beh Mills tu si che sai come sorprendere." Ironizza.
"Serve nei momenti di emergenza."
"Questo è un momento di emergenza?" Chiede guardandomi di sottechi.
"Non proprio, ma di bisogno." Dico divertito, mentro mi risiedo nuovamente di fianco a lei aprendo la bottiglia e bevendo un' po del liquido trasparente contenuto all'interno.
Senza parlare Edith mi sgraffigna la bottiglia dalle mani e ne sorseggia un po', la lascio fare senza oppormi.
"L'alcool fa schifo." Sbuffa
"Già." Annuisco "A me non piace bere." Dico infine.
"Ah no?" Mi guarda confusa balzando gli occhi dalla me alla bottiglia per farmi notare l'incoerenza tra il dire il fare.
"No, mi piace l'effetto che fa." Dico girandomi nuovamente verso la strada mentre riesco a percepire i suoi occhi che cercano di studiarmi ogni talvolta.
"L'alcool ha un pessimo gusto, senti la gola che brucia e lo stomaco che a momenti possa scoppiare da tutto il liquido che ne versi all'interno ma noi beviamo lo stesso. Sappiamo che dopo rimetteremo anche l'anima con una cazzo di faccia posta sul water, ma ci facciamo male lo stesso e sai perchè?"
Dico girandomi questa volta verso di lei per guardarla attentamente negli occhi.
"Perchè l'alcool non ti fa pensare." Dice la frase quasi sussurrando.
Risponde come se quella descrizione comprendesse lei stessa, come se in quel momento abbia toccato un tasto dolente vedendo i suoi occhi azzurri persi nel suo stesso mare.
Scorrono secondi di silenzio quando mi chiede la domanda che mi aspettavo.
"Perchè hai avuto quella reazione?" Dice con tono serio cercando di scorgere qualcosa attraverso le mie espressioni che spesso ingannano le mie parole.
"Conosco Philip."
"Non è una buona motivazione per menare quasi tuo cugino."
Se sapesse tutte le volte che io e Philip abbiamo evitato litigate di questo tipo più che cugini avrebbe l'impressione che fossimo nemici, semplicemente ci lega il rapporto che ha la sua famiglia con mio padre.
"Senti Edith ho cercato solo di evitare una fastidiosa situazione per te." svio il discorso.
"E se per me quella situazione era piacevole?" Dice bruscamente non facendo altro che aumentare la mia rabbia pensando solo che a lei quel contatto con mio cugino poteva starle bene.
"Allora potevi tranquillamente non seguirmi e rimanere dentro con lui." Sputo acidamente cercando di non continuare questo discorso, ma tutto a un tratto scatta da sopra il gradino dov'era seduta e si incammina velocemente verso un punto indefinito.
"Edith aspetta." La inseguo cercando di stare al suo passo, ma non sente ragioni e continua a camminare.
"Edith aspetta cazzo." Sbraito
"Cosa diavolo vuoi?" Si volta arrabbiata.
"Dove vai?"
"Lontano da te."
"Oh certo adesso sono io quello strano." Dico furioso.
"Tu Mills hai dei cazzo di problemi scopati la ragazza con cui limonavi prima e non rompere le palle a me." Sbotta.
"Io ho dei cazzo di problemi?" Dico questa volta furioso dalla sua affermazione.
"Si proprio tu." Dice girandosi nuovamente venendo agguerrita verso di me con un dito contro."Tu Thomas prima mi porti in una casa nel bosco, dopo non mi rivolgi la benché minima parola e adesso fai quella scenata davanti tuo cugino e mi rispondi 'ho solo evitato una fastidiosa situazione per te." Dice tutto a un fiato mentre i suoi occhi mi inceneriscono come fiamme.
E in effetti è quasi inevitabile dargli torto, ultimamente i miei comportamenti non hanno senso, quando lei mi sta vicino quasi nulla ha senso.
"Sai cosa c'è Edith non a tutto c'è una cazzo di spiegazione, cosa credi che ogni mio comportamento abbia un perchè, una motivazione valida, no Barnes."
"Cosa vorresti dire?"
"Che come ci ho portato te in una casa nel bosco ne porto altre cento." Mento spudoratamente ma noto i suoi occhi che non trasparono nessuna emozione dopo la mia affermazione.
"Credi che io mi sentivo speciale venendo in quella stupida casa?" Ghigna falsamente. "No Mills, me ne frego dei tuoi metodi alternativi per scopare una ragazza."
Sul serio pensa che io in quel momento volessi semplicemente passare una notte di passione con lei?
Come diavolo può pensare che io volessi semplicemente scoparla, quella sera è stata la prima volta dove mi sono sentito diverso, me stesso ma lei non lo sa.
"E un'altra cosa invece di parlare delle tue stronzate riguardo le stelle, la prossima volta ti rendo la scopata più facile se stai muto."
Dice con un indifferenza che a vederla fa quasi paura, si avvicina alla sua auto entra e sfreccia via, senza degnarmi di un saluto.
"Merda, merda, merda." Sbotto tra me con solo attorno il fruscio di vento.
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SUN IN OUR EYES.
RomanceEdith Barnes è una giovane ragazza diciottenne che vive con la sua famiglia in una piccola casa nel Nashville. Occhi azzurri come il ghiacco e capelli chiari come i raggi del sole il suo aspetto contrasta con il suo carattere forte e grintoso, felic...