"Ricordami il motivo la quale ho accettato di venire con te a questa stupida festa?" Dico esausta mentre davanti allo specchio cerco di rendermi presentabile.
"Perchè sei la mia migliore amica." Ripete Ivy per la millesima volta dopo una discussione durata quasi due ore.
In questo momento mi trovo in camera sua mentre cerco di rendere i miei capelli lisci spaghetto più voluminosi del solito.
Prendo la piastra a cono posta sul comodino e inizio a creare delle onde sulle ultime ciocche rimaste.
Saputo l'invito da parte dei ragazzi volevo uccidere succo di frutta che mi ha trascinato in questa situazione.
In effetti ho cercato in tutti i modi di sviare la cosa, ma a quanto pare penso proprio che Ivy stia fantasticando con la mente su Rome, dopo averlo visto nella biblioteca della scuola, è stato amore a prima vista.
Mi guardo meglio davanti allo specchio, ho optato per un vestito nero a tubino che arriva fin sopra il ginocchio senza risultare troppo volgare, come scarpe ho scelto un paio di décolleté non troppo alte rigorosamente nera, mentre per contrastare il tutto ho aggiunto una piccola borsa rossa con dei dettagli che fanno da punti luce.
Vedermi così mi fa quasi strano, anche perchè difficilmente uso questo tipo di abiti durante le mie giornate abituali.
Vengo distratta dai miei pensieri quando finalmente sento la porta del bagno aprirsi dopo che Ivy è stata rintanata lì dentro per ben due ore.
Rimango a bocca aperta quando si presenta davanti a me, un abito bianco corto con lunghe maniche che fasciono le sue braccia, un tacco nero che slancia ancora di più il suo fisico è una pochette nera che abbellisce il tutto.
"Ma Ivy sei stupenda. " dico ammaliata dalla sua bellezza, è raro vederla così avvinghiata, non ama troppi fronzoli addosso.
"Anche tu lo sei." Mi guarda dal basso verso l'alto osservando meglio il mio vestito.
"Certo che carota stasera perderà la testa." Dico in maniera provocatoria.
"Smettila." Dice dandomi un colpo leggero sulla spalla imbarazzata dalla mia affermazione.
"E invece tu con il belloccio tenebroso.?" Dice curiosa con il suo sorrisino malizioso mentre attende una qualche rivelazione da parte mia, anche perchè non sa ne della mia fuga notturna e ne della serata passata nella casa del bosco con Thomas.
"Sarebbe?" La guardo di cipiglio anche se so perfettamente a quale belloccio lei si stia riferendo.
"Dai Edith l'hanno capito anche i muri." Gesticola.
"Sul serio?"
"Si sul serio."
"I muri hanno capito che ho una cotta per Il professor Taylor." Dico sconvolta in maniera teatrale.
"Smettila di cambiare discorso." Mi lancia da lontano una maglietta che si trovava sul letto.
"Ehy ammettilo che i pettorali del professor Taylor fanno perdere la testa a tutte." Ironizzo.
"Si in effetti quell'uomo è meraviglioso. " dice con aria sognante.
Penso che il professor Taylor abbia ricevuto più volte lettere anonime sulla sua scrivania o dediche romantiche da quasi tutte le studentesse , oramai nella nostra scuola è diventato una sorta di frutto proibito, troppo bello per essere un professore che deve solo spiegare la fisica quantistica.
"Invece di parlare di bellocci, professori sexy e muri che ne dici di andare?" Chiedo sarcastica.
"Si andiamo." Prosegue verso le scale che portano al piano di sotto. "Però prendiamo la mia macchina, non la tua moto." Puntualizza.
"Quando salirai sulla mia moto?"
"Mai, non voglio morire giovane." Dice mettendo il broncio.
Ormai sono mesi che cerco di convincerla, ma quando si parla di motori succo di frutta e alquanto terrorizzata.
Salutiamo la mamma prima di uscire di casa, che per mezz'ora non ha fatto altro che precisare che non dobbiamo tornare ne ubriache ne tanto meno con un ragazzo nella stanza, che dobbiamo stare lontane dalle brutte compagnia e di non fare cazzate.
Anche se in quel momento l'unica a sentire il solito discorso genitoriale ero io perchè Ivy era troppo occupata a mantenere l'equilibrio sui trampoli.
Entriamo in auto e dopo un battibecco durato un quarto d'ora fuori casa, alla fine ho vinto e guido io.
Durante il traggito Ivy non ha fatto altro che ripetermi di quanto fosse agitata per questa festa e di quanto l'ansia pervadeva già la sua mente ipocondriaca.
Ho cercato di rassicurla e dirgli di non preoccuparsi, anche se il mio istinto non prometteva nulla di buono.
Per fortuna arriviamo dopo una decina di minuti fuori una grande villa bianca con una fila lunga di auto parcheggiate.
Da fuori riesco a sentire la musica a tutto volume che proviene dall'interno dell'abitazione.
Scendiamo dall'auto è subito noto che Ivy si posiziona dietro di me.
"Tranquilla succo di frutta tu segui me." La rassicuro.
Ci incamminiamo oltrepassando le auto e anche l'enorme giardino arriviando di fronte la porta già spalancata, immagino per far passare il via vai di persone.
Entriamo e subito un odore di fumo e alcool pervade le mie narici, era da tempo che non sentivo questo odore nauseabondo, anche perchè iniziata l'estate non sono andata più a divertirmi nei party come facevo un tempo, sentire di nuovo l'aria di festa mi fa quasi strano.
Sento gli occhi addosso di tutti dentro quella stanza che attentamente scrutano me e la mia amica, percepisco anche l'insicurezza di Ivy che da quando abbiamo messo piede in questa casa non ha fatto altro che rimanere aggrappata al mio braccio destro.
In lontananza riesco a vedere Thomas e Rome affiancati da altre persone su un lungo divano ormai lercio di alcool e birra.
Con la mia solita finezza, ossia buttando le persone all'aria per poter passare, arrivo nel punto dove si trovano loro e subito posso avvertire gli occhi di Thomas che bruciano attentamente su di me.
"Ehy ragazze siete venute alla fine." Saluta calorosamente Rome.
"Ringrazia succo di frutta." Dico indicandola ancora dietro di me.
"Eh già." Accenna Ivy che fin ad ora non aveva proferito mezza parola.
Guardo le persone sedute su quel divano e alcuni di loro hanno dei volti alquanto riconoscibili anche perchè quasi tutti qui dentro fanno parte della nostra scuola.
"Comunque piacere io sono Jake." Si presenta un ragazzo biondo e dagli occhi verdi che era seduto proprio di fianco a Thomas.
"Piacere Edith." Allungo la mano stringendo la sua e Ivy fa lo stesso.
Il belloccio qui davanti stava per parlare quando improvvisamente viene interrotto da qualcuno.
"Ma guarda chi abbiamo qui Barnes." Dice una voce familiare seduto dall'altra parte del divano.
"Ma guarda un po' Morris." Mi giro di scatto guardando il suo sorrisino malizioso. "Il braccio come sta?" Abbozzo in un sorriso falso.
"Meglio di prima." Dice irritato.
"Ah beh allora la prossima volta chiamami così da poter aggiustare anche l'altro." Dico acida percependo Ivy che mi pizzica sul braccio intimandomi di zittire.
"Perché cosa è successo al suo braccio?" Dice Rome divertito dalla situazione mentre Thomas non ha fatto altro che guardarmi attentamente tutto il tempo con il suo drink in mano.
"Morris è abituato a giocare con il fuoco."
"Tu lo sai bene mia cara Edith." Dice sorridendo sfacciatamente.
"Proprio per questo." Dico avvicinandomi davanti a lui che fino ad ora era seduto sul divano di pelle "devi sapere che per giocare con il fuoco una persona tende a scottarsi." Dico sfilando dalla sua mano la birra che poco prima stava sorseggiando. Mi giro e mi posiziono di nuovo di fianco ad Ivy e Rome alquanto estasiati dalla scena alla quale hanno appena assistito.
Tutti mi guardano esterrefatti come se nessuno si aspettasse un gesto tale da parte mia.
"Beh ragazzi alla nostra allora." Dico nonchalance alzando la birra e tutti di conseguenza fanno lo stesso iniziando nuovamente a bere e chiaccherare.
Passa la serata tranquillamente e più volte mi ritrovo a parlare con Jake, che a dir la verità a primo impatto poteva risultare il classico coglione che ci prova con tutte mentre ora parlando per quasi un un'ora e aver sfociato in vari discorsi posso dire che è un ragazzo molto simpatico è intelligente.
Osservo Thomas in lontananza mentre limona contro la parete con una tipa a dir poco fuori dalle righe, vestitino rosa, tacchi rosa capelli biondi, mi ricorda molto le caramelle che mi obbligava a mangiare nonna Geltrude vestita in quel modo.
Decido di non assistere a quella scena raccapricciante prima di rimettere l'alcool bevuto tutto questo tempo, quindi mi alzo e cerco disperatamente di arrivare in cucina così da bere un po d'acqua.
Passo fra la marmaglia di gente che fra loro ballano e si dimenano a ritmo di musica.
"Ehy bellezza." Dice un ragazzo ubriaco fradicio bloccandomi la strada.
"Ehy coglione." Dico spingendo il ragazzo contro la folla.
Giuro che se mi si piazza un'altro caso umano davanti può dire addio alla sua giovane vita.
Finalmente dopo aver girovato in lungo e in largo per questa villa immensa, arrivo finalmente a quella che dovrebbe essere la cucina.
Appena entro noto due persone che più che baciarsi si stanno sbranando letteralmente sopra l'isola posta al centro della stanza.
"Ehm ragazzi." Interrompo il loro momento da limone violento "esistono delle stanza, sai scopare sull'isola di una cucina a voi sconosciuta non mi sembra il massimo non credete?"
Insomma per fortuna dio ha creato un letto.
"Emh si noi c'è ne stavamo giusto andando." Dice la ragazza imbarazzata dalla situazione, che in un attimo trascina riccioli d'oro con se fuori dalla cucina.
Mi avvicino al frigo e prendo una bottiglia d'acqua.
Sospiro fortemente tra me e me sentendo un dolore lancinante alla testa.
"Tu saresti l'amica di Thomas?"
Balzo scaraventando la bottiglia d'acqua sul pavimento.
"Ti ho spaventata?" Dice ridendo.
"Ma no dai mentre ero intenta a bere uno sconosciuto mi chiede di Topolino." Ironizzo
"Topolino?" Dice con aria divertita.
"Thomas."
"Ah Thomas, beh mio cugino non mi parla spesso delle sue amiche." Dice maliziosamente, cosa aspetta il ragazzo qui presente e il cugino di Thomas?
'No suo nonno.'
Coscienza intervieni come al solito in pessimi momenti.
"Oh beh di me non te ne avrà parlato anche perchè non sono sua amica." Rispondo acida cercando di finire al più presto una conversazione con questo tipo anche perchè non mi piace molto il suo sguardo che non emana aria di bravo ragazzo casa e chiesa.
"Ah no? Peccato." Dice sarcasticamente "comunque mi presento io sono Philip."
"Edith." Stringo la sua mano.
"Certo che Edith stasera sei la più bella." Dice avvicinandosi lentamente a me.
"È tu il più idiota." Dico sfacciata.
"Acida la ragazza."
"Direi schietta."
"Mi piacciono le ragazze schiette." Dice avvicinandosi ancora di più a me fino a farmi trovare bloccata vicino al frigo con lui dinanzi a me che scruta attentamente il mio corpo.
Sto per respingerlo quando qualcuno irrompe nella stanza.
"Philip ma che cazzo fai?" Grida Thomas più arrabbiato che mai.
"Io stavo.." ma Philip non finisce la frase che Thomas lo affarra per il colletto della maglia.
"Tu cosa?" Ripete Thomas a denti stretti.
"Thomas sul serio non stava faceva nulla." Dico cercando di calmare le acquee così da non assistere ad una scena di restling su quest'isola dove dieci minuti prima potevo assistere ad un film porno.
"Ecco vedi cugino lo sta dicendo anche Edith. " farfuglia Philip.
"Non ti avvicinare mai più." Grigna Thomas.
"Okkey okkey." Alza il cugino entrambi le mani in segno di difesa.
Dopo svariati secondi Thomas decidere di mollare la presa dal colletto di Philip, che sgattaiola come una cane fuori dalla cucina.
"Ti ha fatto qualcosa?" Dice preoccupato mentre controlla che io stia bene.
"Thomas.."
"Ti ha detto qualcosa?"
"Thomas.." lo richiamo nuovamente.
"Merda io lo ammazzo a quel coglione." sbraita nervoso.
"Thomas." Grido questa volta così da avere la sua completa attenzione, si ferma sul posto e mi scruta attentamente attraverso il suo sguardo, appoggio le mani sul suo viso caldo tanto da sentire il suo respiro affanato "va tutto bene." Lo rassicuro guardandolo dritto negli occhi leggendo attraverso quei due pozzi neri la preoccupazione che lentamente svanisce.
"Vuoi fumare con me una sigaretta?" Dice con voce rauca tanto da trasmettere la sensazione di averne bisogno in quel momento.
"Andiamo."
Questa volta afferro io la sua mano, prendo il mio telefono posto sul ripiano della cucina e ci incamminiamo fuori al giardino.

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SUN IN OUR EYES.
RomanceEdith Barnes è una giovane ragazza diciottenne che vive con la sua famiglia in una piccola casa nel Nashville. Occhi azzurri come il ghiacco e capelli chiari come i raggi del sole il suo aspetto contrasta con il suo carattere forte e grintoso, felic...