"Certo che sei proprio una stronza."
"La prossima volta non mi sfidare." Alzo il dito medio in segno di difesa.
E più di mezz'ora che io e Louis battibecchiamo nel cortile della scuola come due neo sposi alle prime armi nella vita di coppia.
Mentre io era intenta a mangiare il mio sandwich ripieno di bacon preparato da mia madre in maniera a dir poco perfetta, Louis è venuto verso il mio tavolo più euforico del solito sfidandomi nuovamente ad un videogioco sul cellulare chiamato 'Candy Crush'.
Ricordo perfettamente che l'anno scorso eravamo quasi ossessionati da questo gioco tanto da farci beccare più volte durante le lezioni, ma come ogni volta il pivello qui è sempre stato una schiappa, ovviamente.
Ha riaperto la guerra con lo stesso stupido gioco, interrompendo il mio unico momento di purà felicità durante tutto l'arco della giornata, ossia mangiare.
Inizialmente volevo dargliela vinta insomma infondo è un gioco no?
Bene ha perso nuovamente.
"Posso capire che sta succedendo?" Interrompe Ivy la nostra conversazione.
"Vi sentite per tutto il cortile della scuola."
"La tua amica pazza mi ha rubato il pranzo. "
"EDHIT!" Sbotta.
"Si mi chiamo Edith strano ma vero!"
"Perchè gli hai rubato il pranzo? " chiedi Ivy ancora più confusa dalla situazione.
"Ha detto di volermi sfidare a Candy Crush,io ho vinto abbiamo patteggiato sul pranzo è adesso il suo panino appartiene a me fine."
Insomma adesso il panino è mio i patti son patti, fatemi mangiare.
"Ah bugiarda egoista." Inizia Louis a gesticolare furibondo "Hai scelto tu la ricompensa senza darmi il tempo di poter dire la mia."
"Bene la tua ricompensa prevede soldi?"
"No."
"Allora il panino è mio."
"Stronza." Grigna fra i denti.
Riesco a vedere la faccia di Louis a dir poco esausto da questa situazione, ma la sua espressione da 'bambino a cui hanno appena rubato le caramelle ' mi diverte troppo.
Mentre Ivy cerca disperatamente di farmi capire che non posso saccheggiare il pranzo degli altri come facevo un tempo da piccolina derubando continuamente la merenda a dei marmocchi, in realtà anche in quell'occasione non mi reputavo una ladra semplicemente avevo estremo bisogno di cibo, vengo distratta dai miei pensieri quando da lontano vedo Topolino, Tom o come si chiama avvicinarsi verso il nostro tavolo.
Oggi rispetto alle altre volte è più colorato del solito, t-shirt rossa che fascia perfettamente i suoi muscoli prorompenti, pantalone bianco e scarpe nere.
Di solito i suoi abiti scuri non fanno altro che renderlo più cupo di quanto lui stesso dimostra.
Eppure nella classe è sempre così taciturno, l'ho sentito raramente parlare oppure dialogare con qualcuno, quelle volte dove mi trovo ad osservarlo noto che continuamente annota qualcosa su un quadernino nero, non penso siano appunti delle lezioni, anche perchè nessuno gli darebbe tanta importanza.
Tant'è che sembra completamente perso quando la sua mano scarabocchia assiduamente su quei fogli ingialliti.
"Ehy testa di rapa hai preso il mio accendino?" Chiede il ragazzo tenebroso avvicinandosi a Louis.
E già riscontro nell'espressione di succo dk frutta che a momenti salterà addosso al tipo solo perchè sta vicino a ella a due metri di distanza.
"Io? Ti sembro uno che ruba accendini?"
Mima con fare teatrale.
"Brutto coglione è davi a me della ladra."
Lo fulmino con lo sguardo.
"Tu devi ridarmi il mio panino."
"Si Edith dagli il panino." Lo appoggia Ivy.
"Io vorrei solo il mio accendino." Continua a dire topolino.
"Il contratto non prevede questo."
"Di quale dannato contratto stai parlando Edith?" Dice Louis ancora più infastidito di prima.
"Devo fare un contratto per avere il mio accendino?"
"Probabile." Faccio spallucce.
"Okkey Edith prometto solennemente che non ti sfiderò mai e poi mai a candy crush perchè tu sei la regina delle caramelle." dice in modo grottesco portandosi una mano sul petto, stile militare.
"Bene, apprezzo."
"Adesso posso riavere il mio panino?" Chiede speranzoso nel ricevere un si come risposta.
"Ed io posso riavere il mio maledetto accendino?" Si intromette in maniera brusca il ragazzuolo qui presente.
"Al diavolo il tuo accendino." Rispondo infastidita da tutta quella situazione caotica.
"Fanculo il tuo panino allora." Risponde schietto Thomas.
Okkey Topolino qui vuole morire.
"Il tuo accendino lo rivedrai su Marte mio caro."
Tutto questo casino per un dannato accendino.
Tu per un panino a momenti uccidevi il povero ragazzo.
Ehy coscienza qui si parla di cibo.
"Ah ma davvero questo dovrebbe spaventarmi? Pazza ruba panini." Dice sfacciatamente.
" Topolino tornate nella casa con Pluto e Minnie." Già mi sta sui coglioni.
Noto la sua faccia a dir poco confusa dal modo in cui l'ho appena chiamato.
"Posso essere minnie?" Si intromette Ivy nel discorso.
"Succo di frutta ti sei bevuta il cervello per caso?" Chiedo titubante, riesco anche a notare le faccie di Louis e Thomas alquanto sconcertate.
"Stavo sdramattizano ehy." Si giustifica Ivy rossa dalla vergogna, se l'istinto non mi inganna sono sicura che ancora una volta ha detto ciò che pensava a voce alta.
"Ma la nebrotica spesso da soprannomi bizzarri alle persone?"
Okkey ora ci sarà la morte di Topolino in diretta, con tanto di Paperino che si dispera sulla sua tomba.
Mi alzo di scatto do un'occhiata veloce sul tavolo e ricordo dell'accendino che sfilò Louis poco prima dalla tasca, capii subito che non apparteneva a lui anche perchè su di esso sono incise le iniziali 'TM'.
Lo prendo frettolosamente fra le mani e in men che non si dica lancio l'accendino come un boomerang più lontano possibile, riuscendo a scorgere durante il lancio che è finito da qualche parte nel giardino dei professori.
Mi rigiro verso loro e vedo Louis e Ivy rimasti di sasso per la scena alla quale hanno appena assistito.
Mentre Thomas ha una area a dir poco divertita dalla situazione, quei sorrisi che emanano pura sfida, come se lui sapesse, come se lui volesse una determinata reazione da parte mia.
Decido di andarmene rimanere un minuto in più non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose, quindi prendo il mio zaino e mi incammino verso l'entrata della scuola, lasciando anche il mio povero panino su quel tavolo e lo stupido panino di Louis.
Tutto un tratto sento il mio braccio che in un attimo viene afferrato di scatto da qualcuno.
"Questo era il tuo modo di darmi il benvenuto?" Ghigna.
"Piaciuto?"
"Da morire Barnes." Dice quasi sussurando la frase.
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SUN IN OUR EYES.
RomansaEdith Barnes è una giovane ragazza diciottenne che vive con la sua famiglia in una piccola casa nel Nashville. Occhi azzurri come il ghiacco e capelli chiari come i raggi del sole il suo aspetto contrasta con il suo carattere forte e grintoso, felic...