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I giorni passavano e diventando settimane.
Le settimane diventavano mesi.
E i mesi, diventarono un anno.

Subaru, ormai, aveva trasformato i forti sentimenti che provava per la ragazza in odio. Odio puro. Un odio che avrebbe scaricato solo quando lei si sarebbe svegliata e lui l'avrebbe uccisa.

Yuma, invece, era ancora follemente innamorato di Jein. Quando arrivò il compleanno della ragazza, portò un mazzo di rose rosse da mettere nella sua stanza di ospedale, ovviamente avrebbe aspettato il suo risveglio, per darle il regalo.

Veniva ogni giorno di pomeriggio a vedere come stava: le ferite ora erano solo scure cicatrici, i capelli ormai erano lunghissimi, era anche cresciuta con il corpo, diventando una giovane donna si 18 anni alta 1.70 bella e formosa.

Il suo sangue, non era cambiato di una virgola e nemmeno l'odore di rose.

Ora era il 31 agosto e Yuma era a guardare come Jein dormisse, finché la ragazza non cominciò ad alzare un braccio e poggiarlo sulla fronte, il dottore che controllava il foglio dell'ecocardiogramma subito chiamò le infermiere e fece spostare il ragazzo.

Yuma rivide gli occhi verdi della bionda, finalmente.

La portarono a fare vari test e controlli, rivelando che aveva perso 69% della sensibilità. In fatti non sentiva bene ciò che stava toccando. Aveva riacquisto la capacità di sentire dolore e questo pareva spaventarla un po', ma per il resto andava tutto bene.

Appena la ragazza tornò nella stanza, Yuma e gli altri Mukami si fiondarono da lei.

Yuma -con occhi lucidi- le prese la mano tra la sua.

Yuma: Jein...dio non spaventarmi mai più così tanto!

La ragazza spostò lo sguardo sul ragazzo, pareva persa.

Yuma: devi dirmi tutto! Non devi nascondere mai più una cosa così importante!

La ragazza ritirò la sua mano.

Jein: scusami, ma tu chi sei?

Disse in modo dolce e ingenuo.

Yuma: cosa?

Jein: io non ti conosco.

Disse, dispiaciuta.

Se la ragazza non avesse ritirato la mano, sicuramente il moro l'avrebbe rotta.
Tutto quel tempo ad aspettarla e ora...non si ricordava niente.

Jein: hahaha! Dovevate vedere le vostre facce!

Yuma per poco non si buttò su di lei.

Yuma: MA VAFFANCULO!

La ragazza continuò a ridere.

Jein: oh, avanti, mi dispiace, ma non sono riuscita a trattenermi.

I suoi capelli cambiarono in rossi.

Jein: minchia, tagliarmi i capelli almeno un po' no? Saranno lunghi due metri!

Sorrise.
I Mukami la abbracciarono tutti e quattro.

Jein: e questo per cosa è?

Azusa: ci sei...mancata...Jein.

La porta si aprì di colpo, Subaru era lì  a guardare la ragazza con riluttanza e con il suo pugnale d'argento in mano.

Jein: S-subaru?

Subaru: odiosa troia.

Yuma: non provare ad avvicinarti a lei.

Subaru: oppure?

Ruki: Subaru, siamo in un ospedale, forse e meglio se parliamo fuori da qui-

Subaru: IO NON SONO VENUTO A PARLARE!

Kou: la m-neko-chan è sotto la nostra protezione Subaru. Vattene se non devi dirle nulla.

Essendo un puro-sangue era più forte dei mezzo-sangue, ma loro erano in 4. Non sarebbe riuscito a fare nulla, almeno quel giorno.
Schioccò la lingua al palato e strinse i pugni.

Subaru: troia, ti ucciderò appena ne avrò l'occasione.

Jein osservò come il ragazzo se ne andava: le lacrime solcarono le sue guance.

Jein: Subaru...

Mormorò tristemente.
Cosa aveva fatto per provorare quell'odio nei suoi confronti?
Avrebbe potuto rimediare?

Jein: Yuma, voglio andare a casa.

Tirò la camincia del ragazzo più volte, ma lui non reagì.

Jein: Yuma, voglio tornare a casa. Yuma?

Piagnuicolò tirando ancora la sua camincia scolastica.

Jein: Yuma? Yuma mi ascolti?

Il ragazzo finalmemte si girò verso di lei. La abbracciò di colpo, cogliendola di sorpresa.

Yuma: si, ora torniamo a casa.

una ragazza e 10 vampiri.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora