Capitolo 8

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Certo,l'amore era una cosa seria. Una cosa che ti prende, una cosa che non ti fa capire nulla.
Un po' una meraviglia, ti senti completa come un puzzle con l'ultimo pezzo mancante, per quanto insignificante, rende tutto perfetto.
Ecco, come il ciuffo di Matteo.
Lui lo aveva accorciato, dando la colpa a sua madre, a Giorgia mancava quel bel ciuffo,ma insomma poteva amarlo ache senza.
Senza Giada invece, era una settimana che viveva. E quello mancava.
-Cioa piccola- disse la cantante, al telefono alle 23:45
-Come stai?-chiese Giorgia
-bene te? In Accademia?-
-Tutto bene, vogliono farmi fare i provini per il concorso per la scuola nazionale..- rispose Giorgia.
La stanza da vuota ed insignificante, ora era piena di foto, disegni,scritte.
La ragazza era sul letto,distesa e pensava un po a tutto.
-e cosi me lo dici?- rispose Giada,sorpresa
-Tesoro,lo sai che da quando hai 5 anni studi solo per questo?- aggiunse poi ragionevole.
Certo che lo sapeva,voglio dire.
Ma di razionale nell'amore c'è poco,davvero.
-Mamma..- disse poi la ragazza sorpresa dalla donna entrare in stanza.
-con chi parli?- chiese
-Giada..- rispose la figlia,perplessa
La madre era cambiata decisamente, lavorava di mattina e si occupava delle faccende di casa, inoltre accompagnava la figlia a scuola di canto, insomma cercava di recuperare cio che mai le aveva voluto dare.
-Mamma ma io posso avere dei ripensamenti!- urlo dopo qualche istante la giovane ragazza.
I capelli lisci erano sempre perfetti,magicamente.
A scuola,il giorno dopo, Matteo era all'ingresso con degli amici.
Vide Giorgia entrare, con Camilla e la prese per un polso.
Lei si fece volontariamente trascinare in un corridoio,che portava in palestra
-ascolta bene, l'amore resiste anche alle distanze giusto?- disse lui cingendole i fianchi e percependo i lunghi capelli dietro la schiena.
-si, ma la sofferenza, la sofferenza dopo un po cede e fa posto al nulla, capiscimi- rispose la ragazza abbasando lo sguardo, stracolmo di lacrime.
-certo parliamo di sofferenza,amore, ma di canto o microfono non ne parliamo, piccola,eh?!- rispose lui alzandole il mento e guardandola negli occhi
-io ho patito un trasferimento,una madre inesistente,una sorella che...- in quel momento Alessia, sua sorella, passo nel corridoio.
Giorgia si mobilizzo, divento rossa come un peperone e attese che la 'sconosciuta' voltasse all'angolo.
No fu cosi,Alessia si fermo noto la sorella e le disse qualcosa di indecifrabile.
Matteo osservava divertito appogiato al muro, mentre Giorgia scambiava parole con la sorella.
Una volta scomparsa dietro l'angolo, matteo aggiunse riferendosi alla sua ragazza -esatto, hai anche una sorella, che ti ferma nel corridoio a scuola e ti dice di non farti rossa davanti al tuo ragazzo, ma ti dice anche che é normale-.
Matteo voleva che Giorgia andasse a Roma in Accademia Nazionale, quanto la voleva a sé.
-Teo! Non puoi saperne nulla di come quella stronza mi tratti! Ora tutti stanno cambiando, per confondermi! Avrei preferito essere La Giorgia sola, senza madre o sorella, che si rendeva felice con il microfono e lo stereo!- disse alzando il tono della voce e scappando via
Matteo poggio le spalle al muro, in fondo voleva la stessa cosa che voleva lei.
Che restasse li, che non tornasse a Roma.
Ma l'amava troppo e sapeva, per quanto insignificante, che in qul tassello non inserito del puzzle era ritratta la farfalla piu bella di tutte e che un giardino fiorato puo avere tutti i fiori piu belli, ma non é nulla senza la farfalla.
Cosi come Giorgia, poteva avere tutto, ma se le mancava il microfono, beh, nulla aveva senso.
'E devi capire anche me. Io sono consapevole di non essere indispensabile per te. O meglio, tu credi che io sia la cosa piu importante e per me, per noi, non vuoi partire.
Ma ti assicuro che quando canti in aula magna, o in cortile, o per video su youtube, o in Accademia, ti assicuro davvero, non esiste cosa piu bella. E quello, davvero, è indispensabile.
Io non vivrei,ad esempio, senza il calcio. Lo ammetto, è indispensabile e non lo paragono a nulla.
Dobbiamo saper ammettere le nostre -cose indispensabili- e tenerle d'occhio.
Io ti amo lo stesso, ma va bene cosi, sappilo.'
Giorgia ora era sul treno, sola come sempre.
Era da sola, in fondo, che nella sua giovane vita aveva vissuto i migliori momenti.
Leggeva queste parole, indispensabili come il suo canto, piangeva ed era orgogliosa.
Stava tornando a Roma, alla fine lo aveva ammesso: senza microfono, quel puzzle, quella vita, non aveva senso.

Il solo raggio di soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora