Arrivata a Roma, in stazione, ci fu Giada ad accogliere Giorgia.
La ragazza aveva dei grandi occhiali, un vestito azzurro turchese,calzamaglie nere, tacchi turchesi.
I corti capelli biondi erano lisci come la seta,leggero trucco.
Una borsa gigantesca era tra le sue mani, quando il treno si fermo' e Scese Giorgia.
Sconvolta in viso, capelli disordinati, un pantalone della tuta nero e una felpa blu.
Abbinamento indecente, proprio quanto il suo stato d'animo.
Vide la bionda ragazza, la raggiunse e non pote resistere: scoppio a piangere.
Dopo,senza dire nulla, prese la valigia e si sposto abbracciata all'amica verso l'auto.
Il tragitto fu lungo, Giada chiacchierava cercand di distrarla, parlavano di ogni cosa.
Aveva un profumo di rose, persino le clazamaglie emanavano l'odore dell'eleganza.
La tuta di Giorgia,invece, sapeva di aria triste.
Giada viveva in una reggia.
Una casa grandissima, con lo studio musica, tante camere e un grande salone.
Viveva da sola, era oramai un'artista famosa e conosciuta
Sotto casa sua due o tre ragazze attendavano il suo rientro, cosi che lei le noto' e sospiro.
Fece gli autografi, le foto, poi apri la porta.
Giorgia voleva correre nella sua stanza, piangere e scomparire.Attesi dei minuti interminabili, queste ragazze erano strafelici, solo per aver visto Giada, la loro cantante preferita.
Anche io sarei stata felice di vedere mia madre, quanto lo sarei stata.
Entrammo in casa, i tacchi di Giada facevano un rumore insopportabile, entrai nella stanza, ma lei non mi lascio sola.
-Sei giovane e no puoi piangere tutto il giorno!Adesso ti sistemo io e andiamo a fare un giro, dove nessuno puo vederci, dove puoi pensare alla tua mamma, felice pero!- disse conducendomi in bagno.
Feci una doccia calda, l'acqua della doccia si mescolava alle mie lacrime, ma dopo poco uscii,non volevo piu piangere, in fondo ero forte.
giada mi asciugo i capelli, li piastro e pettino'.
Devo ammettere che erano bellissimi.
Lunghi,neri,lucenti.
Persino i miei occhi rossi gonfi sembravano un po piu belli.
Indossai una gonna nera, un maglioncino sopra, le famose parigine, un paio di scarponcini.
Davvero, devo ammmetere che quando mi vidi allo specchio sorrisi. Ero bella, lo ammetto.
Passeggiammo tutto il pomeriggio, mentre chiacchieravamo e scherzavamo.
Ma ad ogni risata il mio corpo di irrigidiva, ripensavo a mia madre.
Mia madre, quella incapace che ora,ops, non c'era piu.
E non che prima ci fosse stata, ma prima, magari all'una di notte, a casa tornava.
Ora erano tre settimane e a casa non c'era piu sua ombra.
Quei giorni erano passati insignifcanti, come se dovevano trascorrere e basta. Ma ora stava mancando davvero, ora arrivava la parte dura, ora bisognava lottare contro la morte, per renderla, una orribile abitudine.
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Il solo raggio di sole
RomanceGiorgia non pensava in grande. Le bastava la musica, ma forse serviva qualcosa di piu'. -a che pensi?- -non importa- -certo che si- -quando mai e' importato a qualcuno- -a me importa- -caso a parte- -puro amore-