Capitolo 22

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Giorgia e Francesco erano arrivati ad un compromesso: ogni fine settimana si incontravano per permettere a Giada di stare anche un po' con suo padre.
Giorgia e Francesco non si erano lasciati, ma il legame che li univa era carico di troppe emozioni e non era più solo amore.
Il primo giorno a Perugia.
Giorgia aveva acquistato una casa arredata e completa di tutto, voleva un trasferimento immediato. Prese la giacca di Giada e gliela fece indossare, poi mise il cappotto e scese giù. Rimasero sotto il portone per qualche minuto, ferme. Il vento gelido tagliava il viso, la via era deserta alle 17 di pomeriggio. Stava facendo buio quando Giorgia decise di affrontare la situazione. Prese la bambina per mano ed iniziarono a camminare velocemente. Sulla destra ecco il suo liceo. Era giallo ora, mentre all'epeca era azzurro.
E tante emozioni scesero giù silenziosamente.
Ecco, stesso campanello di tanti anni prima. Giorgia si dovette fare coraggio, inoltre Giada aveva freddo e stava imbrunendo. Citofonò.
Attimi interminabili, lunghi, senza fine attraversarono il corpo di Giorgia rendendolo gelido, chiuso, spento. Tante emozioni le stavano rendendo l'aria da respirare troppo pesante, le gambe tremavano.
Avrebbe rivisto un pezzo di sè.
-si!?- chiese una voce anziana, molto al citofono.
Adesso l'aria era irrespirabile, davvero mancava l'ossigeno per vivere. Il corpo di Giorgia divento un ghiacciolo. Non aveva considerato la possibilitá che Camilla fosse cresciuta (come lei, inevitabilmente), che avesse una vita, un marito un lavoro.
Era rimasta alla Camilla dolce e simpatica del liceo, ma ora era pronta a vederla veramente dopo tanti anni?
I secondi passavano, Giada osservava silenziosa sua madre che era in panico. Inizió a massaggiarsi la testa, prima di trovare il coraggio di rispondere -buonasera, cerco Camilla...-
C'era, non c'era, viveva a Perugia, ancora in quella casa? Viveva in un altro stato, in un altro continente? Tutto dipendeva dalla risposta al citofono....
Camille, invece, giocava con le bambole nella sua camera.
Matteo stava a lavoro, ma aveva lasciato Camille alla custodia della vicina.
Er una signora di una certa età, era sposata, aveva circa 6 o 7 figli. Altrettanti nipoti a figlio, e così si può dedurre quanto potesse essere schizzata.
Era abbastanza giovanile, a furia di allattare nipotini, cambiarli, vestirli, preparare loro da mangiare... Insomma non era mai diventata nonna. Era rimasta la mamma di circa 20 bambini. Aveva una classe di bambini, due squadre di calcio, o come volete identificarli, dentro casa sua.
La donna però trasmetteva tanto abbandono e distacco.
Tutti i suoi figli portavano i bambini da lei, chi per lavorare, chi per fare l spesa, chi per non si sa perché .
Entrare in quella casa significava respirare aria da bambini, odore di latte, di pappe, vivere di cartoni animati in ogni istante. Che poi i cartoni animati sono la cosa più triste che ci sia.
Sono lì , senza tempo, narrano di avventure eroiche mostrate ai bambini. Ma il bambino osserva senza provare, è spettatore. Poi non c'è un tempo ai cartoni, fanno ad ogni ora ed è sempre giorno, poi notte, poi giorno.
Intanto nella casa di Rosa si può rischiare di inciampare con dei giocattoli, all' ingresso, in cucina o in bagno.
Ogni bambino vive per sė in quella casa, nessuno rispetta la povera donna. Rosa però ha trovato il giusto rimedio: trattare indifferentemente ogni bambino, nutrendolo, cambiandolo, dandogli ogni confort ma senza troppi bacetti.
Così un giorno a Matteo venne la brillante idea di suonare alla porta della Signora Rosa, su insistenza di Camille.
-Papa entrano ogni giorno tanti bambini lì, ci sará un parco giochi!- diceva Camille spiando dall' occhietto.
In effetti, Matteo non avrebbe mai suonato per chiedere il motivo di tutti quei bimbi.
E così fu, finché un giorno , chiamato urgentemente a lavoro, dovette suonare per forza (l'altro appartamento era abitato da un professore anziano di matematica un po' impazzito, non il massimo per una bambina di otto anni).
Così Matteo suonò.
La porta si apri e nessun parco giochi era al di lá. Solo tantissimi bambini che piangevano ridevano o guardavano cartoni.
-signora, può tenere Mia figlia per un'oretta che sono stato chiamato urgentemente a lavoro?- chiese Matteo mentre uno dei bambini uscì fuori su pianerottolo.
Rosa fece per rincorrerlo, scansando Matteo, e dopo aver ripreso il nipotino disse - certo certo vieni entra- spingendo Camille, dolcemente (dolcemente a modo suo) e chiudendo praticamente la porta dietro di se.
Camille rimase impalata per qualche minuto, Rosa stava cambiando due bambini piccoli, un' altra girava quasi nuda per casa, due piangevano.
Tre bambini guardavano imbambolati i cartoni animati e qualcun'altro giocava con i lego. -Rosa...che faccio?- chiese Camille dopo un po', lei era abituata a parlare non era timida, forse un po' troppo educata per quella baraonda.
-tesoro, vieni qui dalla nonna...aspetta tu potresti stare con Laura...-
Rosa spinse Camille in una cameretta dove una bambina giocava con le barbie.
Le due iniziarono a dialogare, nessuna delle due era timida o riservata. Entrambe simpatiche.
Un'ora passo in un istante, quando Matteo tornò e l avvenura nel parco giochi termino.

Tornando a quel morto pomeriggio, Camille era a casa sua, mentre giocava con le barbie. Erano passati alcuni mesi da quando viveva anche in casa di Rosa, ella aveva anche imparato il suo nome e la trattava davvero come sua nipote.
Ma con Laura nello specifico era nata un'amicizia fantastica.
Laura tra poco sarebbe arrivata a casa sua, per giocare in tranquillità con Camille. La confusione della casa di sua nonna non le piaceva più. Preferiva la tranquillità di casa di Camille. Qui c'erano tanti giochi, e poi c'era la sua migliore amica.
Camille insomma viveva in un sogno, a parte che le mancava tremendamente sua mamma. Avrebbe voluto rivederla ma sapeva che probabilmente non sarebbe successo mai.


*anticipazioni*
Che succederá poi com Giorgia e Camilla? La signora al citofono cosa risponderà? Ho lasciato la suspense adatta in quella situazione...
Camille non sa che sua madre è andata a vivere a Perugia, per stare con lei.
Non lo saprá per un po' e questa è l'unica cosa che posso anticipare. Succederanno delle cose forti che porteranno emozioni decise, dico solo questo;)
La signora Rosa vi piace? È un personaggio un po' triste, un po' tanto... Ma è entrata nella storia ora mai...prometto che sará più presente come personaggio e non semplicemente la tata di tanti nipotini. Tra Rosa e Laura succederanno delle cose, che coinvolgeranno anche la piccola Camille...
Okei, stop.

Kissee

Il solo raggio di soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora