Capitolo 18

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Giada in America viveva con il suo ragazzo, senza figli e continuava a cantare a a incidere.
Giorgia aveva spopolato, ma poi aveva interrotto il tutto.
Giorgia provava invidia per la sua amica, era stato il suo idolo da ragazzina e ora non stava piu seguendo le sue orme.
-Mamma- disse Giada seduta sul divano
-ora mi spieghi perche i pantaloni verdi sono ancora bagnati!- chiese urlando quasi
-te li vado ad asciugare io amore- disse francesco seduto accanto a lei.
Giorgia stava pensando a Giada grande, quando quella piccola fece irruzione cosi sconvolgendo i suoi pensieri.
Si avvicino frenetica e le lascio un ceffone sul sedere
-cosi impari a urlarmi contro- disse poi minacciosa
La bambina pianse, in cerca di un conforto. Lo trovo in suo padre, che intanto aveva inserito in lavatrice i pantaloni.
La stessa sera, giorgia era pronta ad uscire.
Aveva dato un taglio a le infinite richieste di Camille e voleva renderla felice, cosi accetto un appuntamento con Matteo proprio a Roma.
-ciao Teo..- disse lei
Aveva un vestito scollato a giromaniche, corto sopra il ginocchio, blu notte con dei tacchi rossi e ariporo col cappotto.
-Oh cavolo giorgia da quanto- disse lui avvicinandosi
Dietro faceva capolino la piccola camille, che provava vergogna verso qell uomo che era suo padre
-vieni qua amore- disse lui abbracciandola
-sei uguale a tua mamma, bellissima- disse facendola volteggiare
Quanto quell ' uomo fosse bello non si spiegava, Giorgia continuava a provare un brivido quando lui sorrideva. E poi ripensava al liceo e non poteva fare a meno di ... Volergli bene.
In piu il valore aggiunto era la piccola Camille, per la quale Giorgia avrebbe fatto tutto, tutto
Forse perche cresciuta da sola, senza supporti esterni, era legata alla piccola come mai con nessuno.
Ricorda quel patto fatto quando la bmbina aveva quattro anni e matteo era andato via.
Passarono dei giorni felici, Camille trascorreva il suo tempo con suo padre, cosi da conoscerlo.
Arrivarono all'amara decisone, ingenua cattiva, di dire a Giorgia: - mamma, posso andare a vivrre a Perugia?-
Bum. Buio totale, vuoto. Camille era tutto e un po di piu, e ora preferiva suo padre. Ora che lo conosceva appena,ora che aveva appena inparato a conoscerlo, proprio ora voleva trasferirsi da lui.
-voglio andare a perugia a conoscere il tuo liceo, lo voglio frequentare anche io...Voglio vivere con Papa e frequentare la tua scuola di canto...Voglio vedere i famosi vicoli che mi descrivi da quando sono piccola e vorrei conoscere le tue amiche..- disse la bambina entusiasta seduta di fronte a sua madre.
Giorgia era pietrificata, no no no e poi no.
-mamma, ma io ti amo e voglio che vieni anche tu- aggiunse poi la biondina.
Ora piu che mai un brivido percorse la schina della donma. Sua figlia, la sua dolce bambina, le chiedeva di partire di lasciare tutto per tornare a Perugia.
Non si poteva dire di no alla Piccola Camille, era tutta la sua vita. Ma poi guardo il viso innocente di Giada, l'altra meta della sua vita, e penso se davvero,forse, avrebbe potuto.
Ma certo che no, Francesco Giada.
Eppure Perugia l'attraeva paZzescamente, tornare a visitare quella scuola, quelle vie, sua sorella, le sue amiche...
Roma era stata la sua primissima infanzia e la sua gloria, ma anche il ricordo del tentato suicidio, della post morte di sua madre.
Perugia invece racchiudeva tutta l'adolescenza e i sogni, parzialmente realizzati.
D'altronde Camille figlia di quella citta, di quelle amicizie, di quelli amori liceali...
Ma era troppo complicato, forse.

Il solo raggio di soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora