Day 19 - Black vs Red

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Fandom: D.Gray-Man
Personaggi: Tiky Mikk e Lavi 
Prompt: Lupo solitario

Nella penombra della stanza avanzò nella sua veste bianca di Noah, aperta sul petto su cui si intravedeva l'imponente cicatrice a croce lasciatagli da Allen, fermandosi a pochi passi di distanza dal giovane dal ribelle ciuffo rosso e la benda nera a coprirgli l'occhio sinistro, e con esso il suo segreto di Bookman, osservandolo.
Ciò che gli era toccato in sorte non era certo un fato peggiore della morte, si sarebbe solo dovuto abituare alla sua nuova condizione, dimenticare la vecchia vita, e abbandonarsi alla nuova. Questo almeno era quello che tutti gli altri Noah si raccontavano per sopravvivere e gli raccontavano per quietarlo. Tyki tuttavia, nel profondo di quei pensieri inespressi ad alta voce, era di tutt'altro avviso. Meglio morire infatti, piuttosto che essere schiavo di una memoria che non gli apparteneva, per tutto il resto della sua esistenza pressoché immortale, assoggettato al volere di qualcuno che era lui, ma la medesimo tempo non lo era.
E conoscendo lo spirito battagliero di Lavi, qualcosa gli diceva che presto o tardi si sarebbero ritrovati sulla medesima barca, a lottare in una battaglia inutile e persa in partenza.
Nessuno poteva opporsi alla memoria una volta impiantata nel corpo. Ci si poteva provare, a volte si riusciva ad annaspare fuori, ma alla fine essa vinceva sempre: corrodeva, corrompeva, e conquistava.
Il moro ovviamente non si era mai arreso a quell'evidenza, ci aveva combattuto contro e ne aveva ricavato soltanto più dolore, e così sarebbe stato anche per Lavi, senza ombra di dubbio.
Un'altra persona perciò, essendoci passata per prima ed avendo sempre lottato in solitudine, avrebbe cercato di sfruttare quella situazione e fare magari gioco di squadra, o almeno avrebbe provato a condividere quel dolore affinchè risultasse meno pesante.
Non Tyki però. Lui non era chiunque altro. Era un uomo complesso, perennemente diviso tra il bene ed il male, fuori e dentro di sè.
Lui era anche e soprattutto Joyd, il "Piacere" di Noah, e tale condizione era mutevole come le onde del mare, e possedeva sfumature diverse che potevano andare dal niveo della luna al cremisi del sangue.
Valeva un po' così per tutti, no? C'era chi trovava piacere nell'ingozzarsi di cibo fino a star male, chi nel perdersi tra corpi sudati e gementi, chi semplicemente nell'ascoltare un buon brano al grammofono. Erano molti i modi per provare piacere e Tyki li aveva saggiati e apprezzati tutti, ogni singola possibilità immaginabile, oltre ogni limite.
Ma per sfortuna dell'altro malcapitato, cui peraltro era stata invece impiantata la memoria dell'ira, la tortura era una delle cose che più al mondo stuzzicava la parte nera del moro, il suo piacere oscuro, e proprio quell'io era stato risvegliato nel vedere Lavi incatenato dove un tempo vi era stato lo stesso Tyki Mikk, agli albori del proprio risveglio.
Lui a quell'epoca aveva avuto le dolci mani di Road a guidarlo, ma a Lavi cosa sarebbe toccato in sorte?
Il Noah proprio in quel momento, con un gesto della mano, liberò Tease, la sua farfalla golem cannibale: l'oro dei suoi occhi brillava di pura perfidia, mentre il vuoto inghiottiva il sadico sorriso comparso sulle labbra sottili.
Avrebbe potuto essere una spalla per il rosso, ed invece sarebbe divenuto uno dei suoi molti carnefici.
Avrebbe potuto scacciare per qualche minuto la memoria di Joyd, come si sforzava sempre di fare, ma non lo fece.
La cicatrice dalle mille croci gli bruciava da morire e gli sembrava di sentire la voce di Allen in sottofondo implorare di non fare del male a Lavi.
Ma Allen era lontano, e così anche Tyki ormai, fagocitato dal male che albergava in lui.
E così sarebbe accaduto al giovane rosso che un tempo era stato un Bookman e un esorcista.
Una strada solitaria nel buoi, alla perenne ricerca di una libertà inafferrabile.
Davvero la morte sarebbe stato un dono. La morte sarebbe stata l'unica liberazione.

- Fine -

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