Day 2 - Under the Soldier Armor

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Fandom: MCU
Personaggi: Steve e Bucky
Prompt: bacio + fluff
[Lieve contenuto yaoi]

Il rimpianto era stato il sentimento che aveva accompagnato entrambi dopo quella notte a Brooklyn, l'ultima prima del loro divenire, in un modo o nell'altro, due soldati.
Quell'addio fatto di un abbraccio fraterno e di un insulto affettuoso era stato l'ultimo ricordo, l'ultimo tocco, l'ultima finzione.
Nel loro profondo infatti, avrebbero voluto tutti e due dire di più, osare di più, varcare quel confine invalicabile. Non ne avevano avuto tuttavia davvero il coraggio: Bucky si era allontanato con un groppo in gola, consolandosi nello sterile abbraccio di due fanciulle vocianti, mentre Steve aveva nuovamente rivolto lo sguardo a quel cartonato di soldato per cui era troppo basso persino per poterglisi specchiare addosso.
I loro passi, allora, li avevano portati in direzioni opposte, ma il fato li aveva invece fatti rincontrare.
Così Steve si era ritrovato a poter rimirare miracolosamente, ancora una volta, il volto placidamente addormentato dell'amico di un'intera vita.
Trovarlo su quel lettino in ferro qualche giorno prima, mezzo delirante, era stato un colpo al cuore, ma Bucky era troppo indomito e testardo per potersi far schiacciare da un cosa simile.
Nelle giornate a seguire lo aveva visto ridere e scherzare con gli altri, far vedere un paio di colpi di precisione col fucile ad alcuni scettici che lo avevano preso in giro, tutto come se nulla fosse accaduto.
Eppure, nonostante sembrasse essere in gran forma, Steve non poteva fare a meno di osservarlo con preoccupazione, la stessa che gli stava rivolgendo in quel momento, mentre l'altro sembrava dormire della grossa, la volitiva mascella distesa e le palpebre pesanti.
Per fortuna sotto la tenda da campo non vi era nessuno all'infuori di loro, o si sarebbe cominciato a vociferare che Capitan America possedesse strani passatempi notturni.
E ancor peggio sarebbe stato, se qualcuno avesse scoperto i sentimenti che provava per quello che avrebbe dovuto semplicemente essere il suo migliore amico.
All'epoca certi desideri erano visti come una malattia, dopotutto.
Quello era sempre stato il maggior freno per il soldato dai capelli color del grano e gli occhi tersi come cieli primaverili. Quello, si, ma anche la paura di vedere l'altro scappar via a gambe levate.
Però... però davvero non c'era nessuno.
E Bucky mancava poco che russasse.
Nessuno lo avrebbe mai saputo, solo Steve. Era l'occasione perfetta per rubare quel bacio che non aveva avuto il coraggio di prendersi quell'ultima notte a Brooklyn.
Si guardò allora attorno per l'ennesima volta, con aria incerta, non come il prode omone che era diventato, ma come il ragazzino di periferia che le prendeva da tutti e che era stato un tempo.
Quando fu finalmente sicuro che non vi fossero nemmeno passi in avvicinamento, si decise però a chinarsi leggermente in avanti sullo sgabello, sporgendosi sul soldato addormentato, e posandogli un bacio delicato sulle labbra distese nella rilassatezza che il sonno stava regalando loro.
Un premere che perdurò per il tempo di un battito di ciglia ed un respiro trattenuto, un premere che divenne sussulto, quando quelle stesse labbra appena baciate si incresparono sotto le proprie, in quello che era un inconfondibile sorriso.
Steve allora si sollevò di scatto con la testa, raddrizzando le spalle e sbarrando gli occhi, ma Bucky sembrava ancora stretto dalle braccia di Morfeo.
Che fosse stato un riflesso spontaneo?
Il biondo lo fissò con la fronte aggrottata, e provò a chinarsi nuovamente, questa volta però rimanendo sospeso sul viso dell'altro, mentre con dita vagamente tremanti gli scostava un poco dalla fronte le ondulate ciocche di un bel castano caldo.
Bucky era così bello, così fiero. Persino in quel momento. Steve lo aveva sempre seguito e ammirato, lo aveva fatto da marmocchio, da ragazzino, e avrebbe continuato probabilmente a farlo fino a che gli fosse stato concesso, anche se al momento i ruoli sembravano essere stati invertiti.
In ogni proprio passo c'era sempre stato lui. Al proprio fianco. Ed era lì che desiderava ancora vederlo rimanere, anche se forse chiedere sarebbe stato troppo egoista. Bucky aveva servito il Paese più che a sufficienza dopotutto.
Eppure...
Steve tornò a sfiorare il volto dell'amico, lasciandogli questa volta però un bacio sulla fronte, prima di rimettersi in piedi e girare sui tacchi.
Stava davvero rischiando grosso e non era il caso.
Lasciò la tenda da campo alle proprie spalle dunque, per farsi una camminata e così schiarirsi un po' le idee, e nemmeno con le proprie capacità che andavano oltre l'umano, riuscì a sentire il mormorio che in quella tenda invece era rimasto.
« Che imbecille. »
Un bisbiglio nell'oscurità, un bisbiglio fatto di un braccio che veniva portato a coprirsi il viso, mentre le labbra ancora una volta si piegavano verso l'alto, in uno sciocco, sciocchissimo sorriso da adolescente alla prima cotta.
Ed anche se Steve non aveva fatto in maniera davvero evidente,il primo passo, adesso finalmente Bucky aveva la certezza che le proprie non erano state solo fantasie. Ciò che lui provava, lo sentiva anche il biondo, erano sulla stessa lunghezza d'onda come era sempre stato.
Perciò non vi sarebbero stati più rimpianti per loro. Mai più.
Fu questo che il giovane si ripromise, prima di alzarsi in piedi per rincorrere quel babbeo che si ritrovava per amico.
E una volta agguantato, non lo avrebbe mai più lasciato andare.

- fine -

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