Day 13 - Bloodchain

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Original Characters - Ophelia Hargreaves Chronicles
Personaggi: James O'kelly e Ophelia
Prompt: Luna piena + Mirror + Flashback
Altri avvertimenti: Rating rosso


Il plenilunio era sopraggiunto, tremendamente puntuale come ogni mese che Dio mandava in terra, e Ophelia gli aveva reso estremamente difficile ignorare i propri istinti.
Che la trovasse straordinariamente attraente con il suo caratterino tutto pepe e la bellezza inusuale era fuor di dubbio, che il suo lupo interiore volesse in qualche modo sottomettere il leopardo dentro di lei, per qualche ignoto motivo, era altrettanto chiaro, dato che ogni volta che si sfioravano anche solo per sbaglio entrambi i loro animali facevano pressione per uscire allo scoperto, eppure si era impegnato a non toccarla, almeno sino a quel momento. Si era realmente impegnato con tutto se stesso.
L'ultima volta che aveva provato un'attrazione così visceralmente simile infatti, James aveva ucciso, e non ci teneva a ripetere l'esperienza.
Quella colpa se lo stava mangiando vivo ancora, assieme a tutti i suoi altri peccati.
Tuttavia il richiamo di sirena della luna piena, quello era qualcosa a cui non poteva dire di no, faceva parte della sua natura di licantropo come l'amore per il manto boscoso e il bruciore dell'argento che gli lacerava le carni al più minimo contatto. 
Perciò no, il copione era destinato a ripetersi.
L'unica speranza per lui sarebbe stata un rifiuto da parte della donna dalla pelle ricoperta di scuro inchiostro e gli occhi neri come la notte, ma ciò non era avvenuto. Ophelia infatti aveva accolto con inattesa passione il bacio che li aveva visti coinvolti ad addossarsi alla porta del piccolo cottage disperso tra i boschi del Tennessee, e da lì le cose avevano preso subito una piega piuttosto languida, fatta di carezze lungo il corpo e sospiri trattenuti, con la promessa però di trasformarsi velocemente in qualcosa di più turbolento, mano a mano che quel nuovo modo di conoscersi stava prendendo piede.
Fu allora che James intravide il proprio riflesso nello specchio lì vicino, mentre la bocca di Ophelia cominciava a tracciare ardenti baci lungo la linea del suo collo teso, e ciò che vide lo riportò indietro in un passato da cui non voleva essere risucchiato.
Quegli occhi gialli di lupo erano i medesimi di dieci anni prima, animati da quella brama che era difficile comprendere se fosse fame, lussuria, o entrambi, mescolati da un pericoloso desiderio di morte.
Il volto spigoloso era più adulto e quasi anzi vecchio rispetto ad un tempo, gli scarmigliati capelli rossicci erano molto più lunghi e meno curati, ma gli occhi di belva erano esattamente gli stessi. Perfettamente al loro posto.
E nonostante in quello specchio vedesse chiaramente anche il riflesso della mutaforma contro il proprio, il corpo di lei era divenuto d'un tratto quello di Margaret, la sua piccola amata Margaret, troppo umana e troppo fragile per il mostro che lui era.
La rivide e si rivide, mentre lui la possedeva con foga, fin tanto da frantumarle le ossa del bacino, la rivide mentre i suoi occhi si sgranavano per il terrore ed il dolore, poichè lui non si fermava. E non si era fermato nemmeno dopo, dopo che le aveva stretto la giugulare tra i canini appuntiti e aveva morso sbranando, dilaniando, abbeverandosi del suo sangue, divorandola.
Si era fermato invece, solo quando era stato sazio, ed ancora l'orrore non l'aveva comunque raggiunto.
Quello era arrivato solamente con il calore dei raggi del sole, che avevano smascherato il suo spaventoso misfatto.
Fu lì, si ritrovò lì, in quel ricordo, in quel tempo, ed invece di rabbrividire per quello scempio compiuto, per quell'efferato crimine, l'eccitazione crebbe, le unghie divennero più appuntiti artigli, ed i denti lasciarono il posto alle fauci del predatore.
Eccolo il copione della tragedia, perfettamente stilato.
Lo seppe guardando quel dannato specchio, salutando il mostro che lo osservava dall'altra parte.
Solo che mentre si stava arrendendo a quel fato, le mani di Ophelia giunsero salde a trattenergli il viso, e gli occhi di lupo non incontrarono quelli del leopardo come si sarebbe atteso, bensì la dura ossidiana delle iridi della donna.
« Non ci provare James. Non voglio il lupo, voglio te. Soltanto te. »
Un ordine. Un ordine a cui perfino un lupo alpha si inchinò.
Com'era possibile?
Ophelia che non aveva nemmeno il controllo della propria belva, Ophelia che stava scappando con lui in cerca di una soluzione a quanto le stava accadendo, proprio quella Ophelia, non solo aveva domato il proprio animale interiore, ma anche quello di James stesso, sovrastando persino il canto della luna.
Artigli e zanne si ritrassero, il tremito sotto la sua pelle strisciò di nuovo nell'antro oscuro del suo io, ed il lupo si piegò sulle zampe nel suo antro metafisico, come se semplicemente volesse rimanere come spettatore di quanto sarebbe avvenuto.
Gli occhi di James tornarono al loro consueto e caldo nocciola, e la presa delle proprie mani sui fianchi di lei si fece per un attimo meno decisa.
« Ma tu chi diavolo sei? »
Una domanda lasciata fluire nel poco spazio rimasto tra i loro volti, a cui nemmeno lei probabilmente sapeva più rispondere, ed infatti ciò che fece fu semplicemente baciarlo ancora una volta, con quelle morbide labbra che sapevano di torrida savana e spazi sconfinati. Un bacio da cui lui si lasciò ghermire e trasportare, giungendo su brulli campi scottati dal sole, in un viaggio che non avrebbe mai pensato di fare, in terre lontane e sconosciute.
Gli sarebbe piaciuto dire che a quel punto avevano fatto l'amore, ma no, non vi era amore laggiù, solo un'altrettanto importante accettazione giunta con lo spogliarsi non solo degli abiti, e giunta altrettanto con quel sesso selvaggio come la loro natura di sovrannaturali prigionieri e carcerieri al tempo stesso si creature fatte per dominare e correre, quel sesso che li avrebbe lasciati dolenti per giorni ed appagati, sazi di quella stessa natura che li circondava ed animava. di quella stessa natura che non era nè benevola nè malevola, ma solo se stessa. Quel sesso che non avrebbe lasciato colpe dietro di sè per una volta, poichè i loro mondi si appartenevano e viaggiavano nello scorrere del medesimo fiume.
E quella volta la luna fu testimone silenziosa non di un crimine, ma del miracolo della vita che sapeva scorrere, che sapeva scegliere per sè, feroce sì, ma ugualmente bellissima.
E per la prima volta da quando aveva perso il suo branco, James sentì che non era stato un errore continuare a vivere.

- Fine -

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