Capitolo 5

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Lunedì ore 9.28

Non sapevo più cosa fosse la concentrazione, continuavo a disegnare e cancellare lo schizzo che il capo mi aveva richiesto. La mia mente era fissa sull'appuntamento di quella sera. Come dovevo comportarmi? Sarei risultata noiosa? Volevo fargli una bella impressione. L'ansia mi stava mangiando viva, la tensione mi aveva preso allo stomaco. Feci un respiro profondo e cercai di lasciar andare i pensieri inutili. Avevo ventun anni, niente da perdere, dovevo solamente godermi il momento.

Riuscii a tranquillizzarmi e a consegnare lo schizzo al capo, avrebbe apportato qualche modifica ma nel complesso gli era piaciuto. Mi dedicai nell'aiutare un collega con un suo progetto e, all'alba delle 16, uscii dall'ufficio.

Avevo due ore per prepararmi e scegliere cosa indossare. Tendenzialmente il mio stile era semplice e non volevo stravolgerlo troppo quella sera. Così optai per un vestitino blu a fiori, un cardigan bianco e delle sneakers dello stesso colore. Le temperature si erano irrigidite, di conseguenza il cardigan era pesante, non volevo di certo morirmi di freddo. Uscita dalla doccia, ancora in accappatoio e con l'asciugamano in testa mi dedicai al trucco. Corressi le occhiaie che non mi abbandonavano mai, due passate di mascara ed un tocco di blush.

Lasciai Ipswich alle 18 in punto, partii con una mezz'ora di anticipo onde evitare l'eventuale traffico. Parcheggiai a qualche passo dall'edificio e lo avvisai del mio arrivo con un messaggio. Mio fratello non ne sapeva niente e non avevo intenzione di comunicarglielo prima della fine della serata. Ero sicura che Tom non gli avesse detto niente perché altrimenti mi avrebbe già tempestato di telefonate. Dopo neanche un minuto, lo vidi uscire dal portone. Era vestito tutto di nero, con un giacchetto di pelle e stava benissimo. Il mio cuore accelerò non appena mi fece cenno di scendere dalla macchina. Saremmo andati con la sua.

''Buonasera signorina'' disse guardandomi dalla testa ai piedi.

''Buonasera a lei'' replicai arrossendo, fortunatamente era piuttosto buio, non se ne sarebbe accorto.

Ci dirigemmo verso l'auto e mi aprì la portiera. Lo ringraziai sinceramente, non ero abituata a certi gesti. Il campo distava solamente cinque minuti. ''Ormai mi conoscono tutti qui, ci vado sempre quando ho bisogno di schiarirmi le idee'' mi comunicò appena varcammo l'entrata, dopo aver salutato con un cenno la guardia che si trovava nella cabina.

''Sai che non so proprio niente di golf vero?'' accennai mentre ci dirigevamo verso la prima buca.

''Non preoccuparti ci sono io'' sorrise. Mi tremarono le gambe, il suo sorriso era diverso da quello degli altri, era rassicurante e decisamente affascinante.

Iniziò lui per darmi un'idea di come agire. Andò subito in buca, non avevo dubbi. Toccò a me e gli chiesi aiuto.

Si posizionò dietro di me, eravamo attaccati, potevo sentire il suo respiro sul collo mentre il mio iniziava a mancarmi. ''Devi mettere le mani così'' mi indicò. Le parole non mi uscivano dalla bocca, avevo il cuore in gola ed il respiro corto. Le posizionai come mi aveva detto e lui indietreggiò, tirai ed entrò in buca. Urlai saltellando e Tom mi batté il cinque. ''Fortuna del principiante'' esordì ridendo. ''Sicuramente'' affermai ridendo anche io. Proseguimmo con le altre buche, ridevamo e scherzavamo, non c'era tensione o imbarazzo, mi sembrava davvero di conoscerlo da una vita.

In una delle ultime buche mi fermai un attimo ad osservarlo. Aveva la mascella serrata e lo sguardo fisso sulla pallina. La colpì ed il corpo si mosse sinuosamente. Ero persa nel guardarlo e quando si girò per dirmi qualcosa dovetti chiedergli di ripetere.

Erano ormai le 22 e 30 e ci incamminammo per andare via. Mi aspettavano due ore di guida e la mattina dopo avrei lavorato. Era affascinante anche mentre guidava, girava il volante con il palmo della mano, una gesto che mi aveva sempre fatta impazzire.

Parcheggiò sotto casa e mi accompagnò alla mia macchina.

''Sono stato benissimo stasera '' mi disse guardandomi negli occhi.

''Anche io'' replicai, si avvicinò.

''Dovremmo uscire qualche altra volta'' proseguì.

''Molto volentieri'' dissi mentre volgevo il mio sguardo sulle sue labbra, avanzò ancora di più. Anche lui mi guardò le labbra e poi rivolse nuovamente lo sguardo sui miei occhi. Eravamo vicinissimi, stava per succedere, lo avevo desideravo così tante volte quella sera. Mancava un secondo.

''Cadence?!'' sentii urlare.

Indietreggiammo subito, porca troia pensai. Alzai lo sguardo e vidi mio fratello affacciato alla finestra che cercava di capire se fossi davvero io.

''Ciao Brody'' dissi facendo un cenno con la mano.

''Hey Tom'' urlò agitando la mano. Che rabbia, aveva interrotto tutto. Probabilmente stava per dire qualcosa ma lo bloccai subito facendogli sapere che stavo andando a casa e che ci saremmo sentiti domani. Ci salutò con il sorriso e rientrò in casa.

''Ci vediamo allora. Mi raccomando fai attenzione, buonanotte '' la magia del momento si era spezzata.

''Buonanotte Tom'' replicai accennando un piccolo sorriso.

Tornai tardi a casa e passò giusto il tempo di struccarmi prima che mi misi a letto. Volevo addormentarmi subito visto che la mattina dopo sarei dovuta andare a lavoro ma il pensiero di Tom non mi permetteva di riposare. La serata era stata estremamente gradevole e lui mi piaceva, tanto. Sognai il sapore delle sue labbra, sperando che avrei potuto assaporarlo il prima possibile.

Yuanfen || Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora