19. Una giornata da dimenticare

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Il giorno seguente arrivai a scuola in ritardo a causa dell'infinito traffico che c'era per le strade di Torino. Mio padre fumava alla vista di tante macchine e altri veicoli..

Non sopportava il traffico e manco io.

Finalmente eravamo arrivati. Erano le otto e tre. Presi in fretta e furia lo zaino e corsi dentro. Ora mi toccava fare la maratona per tutto il corridoio dato che la mia classe è l'ultima al fondo a sinistra. Mentre stavo camminando incontro la mia compagna Sara , anche lei in ritardo...anche se lei arriva in ritardo un po'spesso.

Arrivammo in prossimità della classe. Accidenti. La porta era chiusa.. vuol dire che la professoressa era già in classe. Ma io dico, arrivano sempre all'ora beata e proprio oggi doveva arrivare puntuale?

Sara bussò alla porta. Entrammo chiedendo scusa per il ritardo e ci sedemmo ai nostri posti. La prof. ci rimproverò dicendo che era anche fin troppo tardi e che l'indomani dovevamo portare la giustificazione.
- zuia vedi che io sarò arrivata si e no tutti gli anni di scuola della mia vita tre volte in ritardo quindi taci -.

Inoltre oggi avevo ben tre interrogazioni: antologia, diritto e s.t.a (scienze e tecnologie applicate).

Ed io che ho scelto questa scuola proprio perché è un istituto tecnico sportivo che dovrebbe tenere conto dello sport che fai e degli allenamenti.

Tutte balle.

Subito dopo la prima e dura ora di matematica ci fu quella ancora più noiosa di diritto (la professoressa a mio parere dovrebbe andare in pensione). Interrogò quattro mie compagne che si offrirono volontarie. Anche se nessuna di loro aveva realmente studiato riuscirono ad aver tutte la sufficienza piena: chi sette e mezzo chi sei e mezzo ecc..

Io ascoltai le domande che fece così che mercoledì potessi offrirmi volontaria io e togliermi anche questa interrogazione.

Subito dopo l'intervallo avevamo la verifica di s.t.a . È stata lunghissima, erano due fogli su cui c'erano delle domande aperte che richiedevano molte spiegazioni e approfondimenti.

Ci misi un sacco di tempo a finirla infatti fui l'ultima a consegnarla.. per fortuna però ero preparata e sapevo tutto anche se pure questo prof mi rimproverò oggi. Mi ero alzata per posare il telefono sulla cattedra come aveva richiesto lui e appena mi vide in piedi mi ordinò di andare al posto. Io non risponsi. Ero troppo incavolata quel giorno.

"La distanza separa due persone ma non due cuori."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora