15. Il cambiamento

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Dopo quella frase che mi disse Salvatore è come se in me fosse scattato qualcosa che però per il momento non so ancora cosa sia... ero felice ma allo stesso tempo preoccupata.. non volevo soffrire ne fare errori stavolta.. il nostro rapporto era già bellissimo cosi com'era e non volevo rovinare tutto come mio solito. Così feci il possibile per dimenticare quella frase e andare avanti trovando qualcosa da fare per non pensare.

Scelsi di fare una passeggiata dopo la scuola e di mangiare qualcosa in un pub per pranzo.

Non invitai nessuno con me. Volevo stare sola e vedere se in questo modo riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo.

Ordinai delle patatine fritte e una coca cola. Mentre mangiavo la mia mente non riusciva mai a smettere di pensare a qualcosa. Era come se dentro di me e nella mia testa fosse esplosa una bomba e ora non so più che cosa fare.

Lo stesso valeva nel mio cuore..

Ero molto confusa..

All'inizio credevo che mi sarei innamorata di qualcuno nella nuova scuola ma invece non accadde. Si è vero ho avuto due piccole cotte ma non sono durate che un mese, neanche.

Il fatto è che mi sentivo sola..

Sentivo che avevo bisogno di qualcuno che mi dimostrasse di tenerci davvero a me e che mi volesse bene veramente e non le solite prese in giro di oggi giorno.

Volevo anche io essere importante per qualcuno.

È vero lo ero per Marta e anche per gli altri pochi miei amici.. ma a volte è come se non esistessero perché né mi scrivono né si preoccupano né niente.. spesso li ho cercati io o meglio quasi sempre .. ma mi ero stancata di essere ogni volta solo io a preoccuparmi degli altri e di accolarmi i loro problemi.. ora toccava a me.

Uscita dal pub andai in un parco non lontano da lì. Iniziava a farsi buio.

Mi sedetti su una panchina e guardai il cielo per un bel po'. Adoravo fissarlo. Era una distesa di pace, di tranquillità e serenità. Qua e là qualche nuvola bianca che sembrava quasi dipingere quella immenso tegola azzurra. Era uno spettacolo unico per me soprattutto perché io amavo la semplicità.

Per non voler sentire la predica di mia madre o di mio padre se non di entrambi mi alzai dalla panchina e mi diressi con una certa velocità a casa. Quando arrivai i miei erano in cucina che bevevano un caffè. Mi chiesero cosa avessi mangiato, se ero stata con qualcuno e se era andato tutto bene.. classico interrogatorio post uscita.

Per fortuna me la cavai bene e mi lasciarono andare prima del solito.

Mi diressi in camera.. il mio piccolo rifugio. Per il giorno dopo avevo matematica e grammatica da fare. Non ne avevo affatto voglia ma dovevo. Presi i libri in questione e feci prima grammatica e poi matematica, mi veniva più semplice.

"La distanza separa due persone ma non due cuori."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora