<Oh Baby, colorami con il tuo colore>
Era sempre stata una ragazza timida, piena di insicurezze e negli anni aveva creato dentro di sé un meccanismo di difesa contro il pericolo e alla paura di essere respinta.
Namjoon rideva quando ripensava a quella volta che la ragazza gli confessò il timore che crebbe in lei durante il loro primo appuntamento.
Quel giorno non fu nulla di speciale, era solo un'uscita per conoscersi e si incontrarono nella piccola piazza della loro città natale, presero visione ad un film al cinema molto in voga in quel periodo e presero un caffè insieme, ma la ragazza, che aveva incontrato tra i corridoi del liceo che entrambi frequentavano, non aveva mai smesso di essere agitata e ricordava bene le sue mani estremamente bagnate dal suo stesso sudore.Era brava ad osservare, notava ogni minimo spostamento, ma era ancora più brava a non farsi scoprire.
Era così timida che ogni volta che chiedeva scusa, temeva di fare un torto.
Ma Namjoon sapeva chi era veramente la ragazza, sapeva che una volta rotto il suo schema rigido sarebbe emerso il suo grafico colorato e da quel momento, quella timidezza che tanto la caratterizzava sarebbe morta sul nascere, sotto le coperte del loro grande letto matrimoniale, lei avrebbe chiamato il suo nome e Namjoon non smetteva di implorarla per farlo.
Quando era a lavoro o in palestra, Namjoon, non faceva altro che pensare a lei e di quanto gli sarebbe piaciuto ricevere una sua telefonata.
"Chiamami, chiamami in qualsiasi momento.
Chiamami e sarò da te in un secondo.
Chiamami giorno e notte, ti risponderei ad ogni ora, amore mio"Gli piaceva così tanto la voce della sua ragazza mentre pronunciava il suo nome... era forse, se non certamente, il suono più bello che avesse mai sentito in vita sua.
Namjoon: un nome semplice e corto, ma che sembrava una dolce melodia, miele per le orecchie dell'interessato, se pronunciato da colei che amava.
Il suo nome pronunciato da lei, che nasceva dalla sua pancia e passava attraverso la sua gola, gli infondeva coraggio, entrava e si intersecava dentro di lui, lo definiva, gli donava luogo, tempo e una casa.
Quando erano a casa soli, le chiedeva di coprirlo di baci, le chiedeva di ricoprirlo d'amore, le chiedeva di donargli quel desiderio che lo impossessava.
Gli piaceva così tanto quando si avvolgevano in quel gioco d'amore tra le lenzuola con quell'orribile stampa floreale, fantasia che la ragazza amava... ma non ne avrebbe mai avuto abbastanza...
Dopo aver consumato il loro amore si concedevano sempre un bicchiere del miglior vino in commercio, convinti che potesse stimolarli a nuove emozioni... in realtà non sapevano bene neanche loro cosa stessero facendo, ma se li rendeva felici, perché privarsene?
Era una perfetta copertura al loro alibi d'amore.Le loro bocche e i loro corpi parlavano il linguaggio dell'amore senza introdurre baguette, torre Eiffel o qualcosa di estremamente difficile da dire o scrivere in francese.
<Call me, call me, MY LOVE>
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Call me
-Blondie
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One shots- BTS
Short StoryChe cos'è la musica? Sono stati scritti libri, sono state fatte interviste e Wikipedia avrà una risposta più che valida, ma non sempre i sentimenti che essa suscita possono essere descritti con tale rigidità. La musica, per me, sono le immagini...