24°Like a toy

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24°Come un giocattolo

Il giorno seguente, non appena arrivai a scuola, andai diretto verso il mio armadietto per posare le mie cose, poi, senza che nessuno mi vedesse, infilai la lettera che avevo schietto il giorno prima dentro l'armadietto di Mark.
Ero in ritardo, così corsi subito in classe, Mark probabilmente era già entrato in classe.
Sulla lettera avevo scritto di aprirla solamente una volta arrivato a casa, non volevo che altri la leggessero, era molto personale.

La giornata andò un po' a rilento, l'unico momento di svago che trovai fu a pranzo quando mi sedei con Jaemin ed il resto dei ragazzi.
Mi ero accorto del fatto che Mark mi stesse ignorando, però mi aveva scritto per messaggio che mi avrebbe accompagnato lui a casa con la macchina, così non mi feci troppe paranoie a causa del suo comportamento, pensai che forse voleva solo passare un po' di tempo con i suoi amici da solo.
La cosa, però, che mi fece stranire di più fu l'espressione che Mark aveva avuto per tutto il giorno, perché sì, l'avevo osservato e mi era parso strano, sembrava esser triste, preoccupato per qualcosa, non capivo cosa lo tenesse così pensieroso, mi tornò, poi, nella mente il fatto che Mark avesse parlato con suo padre la sera prima, ero preoccupato, non sapevo cosa il padre gli avesse detto ed avevo paura che avesse esagerato con le parole.
Quando arrivai alla macchina di Mark lui era già seduto al volante con lo sguardo fisso sulla strada.
Il tragitto fino a casa mia fu pesante e silenzioso, tanto che che guardai tutto il tempo fuori dal finestrino.
Avevo paura, sapevo che c'era qualcosa che non andava, ma non chiesi niente al corvino.
Quando arrivammo davanti casa mia feci per scendere dalla macchina, ma Mark bloccò le portiere impedendomi di scendere, così, confuso, mi girai verso di lui.
L'espressione del corvino era terrificante, mi spaventava quello sguardo senza vita; cosa gli era successo?
-Donghyuck, ti devo parlare di una cosa...- disse sbuffando tirandosi indietro i capelli per liberare la fronte.
Io non risposi, così lui continuò il suo discorso.
-... volevo scusarmi con te. V-volevo chiedere scusa perché fin'ora... ho giocato con i tuoi sentimenti e non posso più continuare. Quello che ti sto dicendo è che io... io non provo niente per te, quello che è successo tra di noi... non era niente, quindi ti prego di non cercarmi più, ti prego... fai finta che non sia successo nulla, è la cosa migliore per entrambi- disse come se fosse niente.
Lo guardai in silenzio per diversi secondi, poi sentii il mio volto bagnato, stavo piangendo.
Il mio cuore era stato distrutto in due secondi, sentivo come un grandissimo vuoto dentro di me.
-S-stai scherzando, v-vero? S-se è così t-ti prego di d-dirmelo perché non è-è divertente- dissi stringendo il tessuto della mia maglietta.
Mark distolse poco dopo lo sguardo.
-Ti sei divertito?- domandai guardando i miei pantaloni, deluso.
Mark si girò verso di me, rimanendo in silenzio per un po'.
-Sì- disse con decisione, così subito degrignai i denti, troppo ferito, e gli diedi uno schiaffo in pieno volto che gli fece girare il viso.
-HAI IDEA DI QUANTO IO FOSSI DISPOSTO A DIVENTARE TUO?! SE L'ALTRO GIORNO FOSSIMO ARRIVATI A FARE SESSO COSA SAREBBE SUCCESSO, EH?! ERA TUTTA UNA SCUSA IL FATTO DI VOLERMI PROTEGGERE?! VOLEVI SOLO DIVENTARE L'ALPHA, NON È VERO?! MI HAI SOLO USATO!- urlai, poi scesi dalla macchina e sbattei così forte la portiera che mi spaventai al rumore troppo forte, poi corsi dentro casa disperato.

ʙʟᴀᴄᴋ ᴡᴏʟꜰ | ᴍᴀʀᴋʜʏᴜᴄᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora