Prologo

432 11 4
                                    

Emma
È assurdo come le parole di una stupida canzone possano avere un significato tale da lasciarmi senza fiato. Come un testo, scritto da qualcuno che nemmeno sapeva della mia esistenza, possa comprndermi più di me stessa. E la cosa più assurda è che non lo sapevo . . . Non prima di conoscerli.
La prima volta che ho ascoltato una loro canzone per intero sono rimasta sorpresa di sentire le lacrime scorrermi sul viso. Non ero mai stata una grande fan delle boy band, anzi non mi piacevano proprio. Ho sempre amato la musica, e tutt'ora la considero l'unica e infallibile medicina per l'anima. Sin da bambina mi divertivo ad ascoltare svariati tipi di musica, classica, pop, rock, e cosi via . . .
Ma mai, mai prima d'ora avevo prestato attenzione alla musica di quei cinque ragazzi.
Non avevo nulla contro di loro.
O forse si, forse mi limitavo un pó troppo a giudicarli dall'esterno. Li ritenevo cinque ragazzi più o meno della mia età che erano stati cosi fortunati da finire in quel programma ed erano diventati famosi per niente. Si insomma, cinque ragazzini viziati con la fama sotto il naso.
Non potevo sbagliarmi più di così.
Ero stata un ingenua a sottovalutarli tanto facilmente. Ed è inutile dire che conoscerli davvero, mi ho cambiato la vita.
Tutto è cominciato quando i miei occhi grigio-azzurro si sono scontrati con il verde dei suoi.
Harry Styles, un ragazzo famoso in tutto il mondo sia per aver fatto parte degli One Direction sia per la sua carriera da solista, non era esattamente come me lo immaginavo.
Era peggio.
Il nostro primo incontro è stato un disastro. Doveva essere solo una stupida e semplice intervista, invece, oltre ad aver quasi rischiato il carcere, non mi sono più scrollata di dosso il pensiero dei suoi occhi che mi fissavano con un intensità tale da farmi venire i brividi in tutto il corpo. Eppure in quel momento non lo sapevo, non avevo la più pallida idea che quel ragazzo con il sorriso mozzafiato, gli occhi verdi e i capelli spettinati sarebbe entrato a far parte della mia vita. E tanto meno avrei pensato di sentire la sua mancanza.
Ma il problema non è stato solo Harry, anche i sentimenti che mi ero resa conto di provare per lui non erano d'aiuto.
Se l'incontro con lui è stato un qualcosa che non dimenticherò mai, quello con il resto del gruppo è stato ancora peggio. Non erano assolutamente come li immaginavo. Erano semplicemente loro. Semplici ragazzi come me che avevano voglia di scherzare e ridere tra loro. Ma più di ogni altra cosa avevano voglia di riabbracciarsi, e glielo leggevo negli occhi che avrebbero tanto voluto farlo.
Era tutto perfetto.
Ogni cosa sembrava esser tornata come doveva essere, eccetto una, io.
Io non dovevo stare lì, quello non era il mio posto, e lo sapevo. Ma ero egoista e non volevo andare da nessun altra parte, volevo stare con tutti loro . . . con lui.
Eppure le cose sono andate diversamente.
Un attimo prima ero sul palco a ridere e cantare insieme a loro e quello dopo . . . era soltanto un ricordo doloroso.

Space between us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora