XX.

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Harry

Attraverisiamo un altro lunghissimo corridoio e usciamo di corsa dalla porta sul retro. So che Emma è confusa, mi sono dimenticato di parlargli di questa parte della serata. La parte dove il cantante, che ha appena finito il concerto, è costretto letteralmente a correre via dal locale, prima che la folla raggiunga le uscite.
La BMV con i finestrini oscurati ci aspetta puntuale all'uscita, e ci fiondiamo dentro all'istante.
"Parti Trev!" dico con il fiato corto per via della corsa. E in meno di un minuto siamo già in strada.
"Si può sapere che diavolo succede?!" esclama Emma con il fiatone e i capelli spettinati. È così bella, anche quando è confusa e arrabbiata insieme per aver fatto una corsa come questa a mezzanotte. Le spiego l'urgenza di andarcene prima che le fan possano bloccare le uscite aspettando di incontrarmi e la sua confusione sparisce, insieme alla punta di collera che le stava venendo.
"Bè, che ne pensi? Com'è stato?" le chiedo alla fine. Lei si volta di scatto verso di me con le guance semi arrossate.
"Cosa?" domanda.
"Il concerto. Cosa altrimenti?" dico ridendo.
"Oh." dice, arrossendo ancora di più. "Si, si è stato pazzesco. Tutte quelle fan . . . Sono letteralmente pazze di te." balbetta con un sorriso.
"E la canzone invece?" chiedo e capisco subito di aver azzeccato il motivo del suo imbarazzo. Le sue guance sono tinteggiate di un rosso più forte e il suo sguardo si ostina a non incontrare il mio. Dio, come fa ad essere cosi bella?
"L-la canzone? Quale canzone?" balbetta.
"L'ultima che ho fatto." rispondo, tentando di rimanere impassibile e mascherare un sorriso.
"Oh. Quella canzone . . ." sussurra schiarendosi la gola.
"Allora? Ti è piaciuta o no?" insisto.
Voglio sentire il suo parere a riguardo. Sono giorni che leggo e rileggo quel testo e sta sera ho deciso di cantarla, anche se non era in scaletta, anche se era la prima volta che la cantavo.
"Si, è bella . . . Molto." dice, con lo sguardo perso fuori dal finestrino. Ma che le prende?
"Hei . . . Cosa c'è?" chiedo avvicinandomi a lei.
E come se con quelle semplici parole avessi fatto scattare qualcosa, lei si gira di scatto verso di me.
"C'è che non puoi salire sul palco e cantare una canzone del genere davanti a tutti! Una canzone che non hai mai cantato prima d'ora. Una canzone che parla di me! Non puoi farlo, capisci? È-è sbagliato! È . . . Mi metti in imbarazzo, okay?!" sbotta. In un primo momento resto spiazzato dalla reazione improvvisa, ma poi non riesco a reprime il sorriso.
"E chi ha mai detto che parlava di te?" la provoco, con un ghigno.
"Bè . . ." inzia, ma si interrompe subito. "E di chi allora?"
"Di una ragazza che mi piace talmente tanto che non posso fare a meno di dedicarle una canzone la prima sera che la porto ad un mio concerto." dico, strappandole un leggero sorriso.
"Che scemo." ridacchia dandomi una manata sulla spalla.
"Troppo sdolcinato dici? Un po' all'antica?" dico avvicinandomi a lei.
"Si." ride. "Un pó troppo, direi." aggiunge, prima di sporgersi verso di me e catturare le mie labbra con le sue. La sua pelle è accalda e morbida contro la mia, la sua lingua segue i movimenti della mia in un bacio che mi toglie il respiro. Senza riflettere le mordo il labbro inferiore, strappandole un gemito, e subito dopo lei fa lo stesso. È assurdo quante sensazioni mi provoca con cosi poco.
Ho baciato cosi tante altre ragazze in vita mia, eppure nessuna aveva mai avuto un effetto simile.
Nessuna.
Tranne lei. . .
Le circondo la vita con le braccia per avvicinarla a me nonostante la posizione scomoda dei sedili posteriori dell'auto. Ma poi sentiamo Trevor che si schiarisce la voce e ci riporta entrambi subiro alla realtà. Ci allontaniamo in fretta l'uno dall'altra, entrambi nuovamente affannati, ma questa volta non per colpa di una corsa.
"Ehm . . . Mi dispiace disturbarvi, ma siamo arrivati." dice lui, e l'imbarazzo traspare chiaramente dalla sua vice. Emma guarda fuori dal finestrino con aria confusa prima di voltarsi di nuovo verso di me. Ha le guance arrossate e gli occhi grigio-azzurri che sembrano più luminosi del solito.
"Non siamo in hotel." dice.
"Lo so." sorrido. "Dobbiamo subito prendere l'aereo per raggiungere la prossima tappa prima del mattino."
"Oh . . ." dice. "E non dormiamo?" domanda incerta.
"Si, possiamo dormire in aereo. E poi quando arriviamo in hotel domani mattina." dico tentando di rassicurarla. Io sono abituato a questa vita di caos e luci accecanti addosso . . . Ma lei no. Lei vive nella sua piccola bolla, nel suo immenso mondo di tranquillità, non conosce per niente il mio mondo.
Non ancora . . .
E una parte di me è terrorizzata all'idea che possa conoscerlo davvero, ma cerco di non farmi travolgere da questo pensiero. Non ora almeno, non mentre sono con lei.
"Okay." mi sembra di sentirla mormorare prima che esca dall'auto e io la segua a ruota.

Emma

Non so quante ore passano prima che un suono fastidioso mi sveglia dal mio scomodo sonno in cui ero caduta, a bordo di questo aereo, ma quando apro gli occhi verso il finestrino l'unica cosa che vedo é un buio intenso e le luci di una città sotto di noi. Mi volto verso il posto accanto al mio, il posto di Harry, ma lo trovo vuoto, a parte per il suo cellulare, appoggiato sulla seduta con il display acceso e un nome che continua a lampeggiare.
Louis.
Non sarà mica . . .
No.
Non puoi trattarsi di quel Louis! Vero?
La mia testa va in tilt, insieme ai penieri logici e al mio cervello. Dovrei rispondere? Cosa gli direi? E soprattutto, perché Louis Tomilson, uno degli One Direction, sto chiamando Harry? Non aveva detto che nessuno di loro rivolgeva più la parola all'altro?
Allungo una mano, decisa a prendere il telefono e rispondere, ma proprio in quel momento il suono cessa di botto e la chiamata si interrompe.
Merda.
Afferro lo stesso il telefono, controllando che la "cabina" sia vuota, e spinta da un istinto che non riconosco lo sblocco e apro la rubrica, cercando il contatto da cui è appena partita la chiamata. Dopo un istante eccolo lì. Louis.
E prima che il cervello torni a funzionare, afferro il mio blocco, il blocco dove scrivo e disegno tutto quello che mi passa per la testa, e inizio a scrivere il numero.
Una strana idea inizia a formarsi nella mia testa, ma non ho il tempo di metabolizzarla che la porta che conduce verso la cabina del pilota di spalanca e Harry entra nel mio campo visivo. Mi lascio scivolare dalle mani il telefono sulla seduta accanto alla mia, senza farmi vedere da lui, che mi raggiunge a passo spedito e con un sorriso raggiante.
"Hei! Pensavo dormissi. Ero andato a scambiare due parole con il pilota. Tutto bene?" chiede scrutandomi attentamente in volto.
"Si. Stavo dormendo infatti, ma il tuo telefono ha iniziato a squillare." dico fingendomi assonnata e non agitata come in realtà sono.
"Oh . . ." sussura afferrandolo e guardando lo schermo, la sua espressione cambia, assume un ombreggiatura diversa. Se dovessi dipingerlo ora, un contrasto di chiaroscuro non basterebbe per raffigurare la sua espressione.
"Tutto bene?" chiedo. "Era una telefonata importante?"
Lui alza di scatto la testa nella mia direzione, come se si fosse improvvisamente ricordato che della mia presenza.
"No, nessuno d'importante. Non preoccuparti." dice con un sorriso talmente forzato che farebbe ridere anche il peggiore degli attori.
Una cosa bella del saper disegnare, è l'attenzione che si presta ai dettagli, ai cambiamenti minimi di un espressione, all'ombreggiatura del volto, o anche solo al mix di colori negli occhi di una persona. Ed ora, vorrei tanto prendere il mio blocco e il mio amato carboncino per poter disegnare il volto combattuto del ragazzo accanto a me, che pensa veramente di convincere gli altri e se stesso evitando di ammettere che gli importi qualcosa di ció che lo circonda.
O meglio, degli One Direction.
"Mi dispiace se il mio telefono ti ha svegliata." dice sedendosi accanto a me.
"Non importa." dico senza trattenere uno sbadiglio.
"Continua pure a dormire. Non manca molto, siamo quasi arrivati." dice facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla, in una posizione che vorrei durasse per sempre.
"Okay . . ." sussurro. E prima che me ne accorga sono di nuovo nel mondo dei sogni, dove occhi verdi e un gruppo di cinque ragazzi sorridenti invadono la mia mente.

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Buongiorno!❤️
Come state?
Oggi mi sono svegliata prima del solito e ho avuto tutto il tempo necessario per aggiornare. Ma soprattutto mi sono alzata dal letto con una voglia assurda di parlare con qualcuno di voi. Quindi se siete interessati a scambiarci due chiacchiere siete liberi di scrivermi in privato o sulla mia pagina Instagram (@_moonlygirl_).
Potremmo parlare di quello che volete, sia della storia, dei prossimi aggiornamenti, se avete delle curiosità a riguardo. Oppure di scrittura o lettura in generale! Sarei molto felice di conoscere i vostri gusti a riguardo e magari ci scambiamo anche qualche consiglio sui prossimi titoli da leggere.
Altrimenti se vi va parliamo un po' in generale e basta ahahah.
Tutto quello che volete! Sono a vostra completa disposizione.
E concludo cosi, con la speranza che anche questo capitolo possa piacervi.
XoXo❤️

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