Emma
"Signor Styles, la stavamo aspettando. Ben arrivato nel nostro Hotel, il Plaza è felice di accoglierlo per questa notte." dice la ragazza bionda e ben truccata, dietro al bancone della reception, con un atteggiamento un tantino troppo smielato per essere solo cordiale. Mi aspetto di vederla andare in mare di giuggiole da un momento all'altro.
D'altronde, chi potrebbe biasimarla?
Ci volta le spalle per afferrare la card della nostra stanza e subito dopo si rivolge nuovamente ad Harry.
Si, solo ed esclusivamente ad Harry. Perché a quanto pare non vede altri che lui.
"Ecco a lei signor Styles, la sua stanza è la 1032. Spero sarà di suo gradimento." dice con un sorriso sprovocatorio. E non riesco a trattenermi dall'alzare gli occhi al cielo scocciata.
"Lo sarà senz'altro." le sorride di rimando Harry. "L'importante è che sia per due persone." aggiunge con un occhiata allusiva verso di me. Alla quale la bionda pare crollare dalle nuvole e il suo sorriso si spegne lentamente. Come se non avesse preso in considerazione l'opzione che io ed Harry potessimo stare nella stessa stanza prima di questo momento. Beccati questa! Penso tentando di reprimere un sorriso soddisfatto.
"Ehm . . . S-si si, c-certo. È la camera più grande e più bella dell'hotel." balbetta con espressione afflitta.
"Perfetto! Allora sarà di certo di nostro gradimento. Grazie e buona serata." dice Harry prendendomi per mano e avviandosi verso l'ascensore con me accanto. Mentre alle nostre spalle mi sembra di sentire la ragazza borbottare amaramente un "Buona serata".
Appena le porte dell'ascensore si richiudono dietro di noi scoppio a ridere, attirando lo sguardo incuriosito di Harry che mi guarda senza capire.
"Che c'è di tanto divertente?" domanda con un sorriso dolce.
"Ma dai! Non l'hai vista?" dico tra le risate.
"Visto cosa?" chiede incuriosito.
"Parli sul serio? La ragazza! Ci stava provando spudoratamente con te." dico con ancora il sorriso sulle labbra.
"Ma no, ti sbagli." dice lui con un lieve sorriso.
"No invece, ti stava mangiando con gli occhi." ribatto. E lui arrossisce leggermente.
Come fa a non rendersi conto che attira l'attenzione di tutti in ogni luogo in cui va?
Continuo a prenderlo in giro per la storia della bionda fino a quando arriviamo davanti alla porta della nostra stanza. E di botto, mentre Harry spalanca la porta e mi fa cenno di entrare, smetto di ridere e realizzo.
Questa è la nostra stanza.
Harry accende le luci e io resto letteralmente pietrificata.
La stanza è enorme. Davanti a noi c'è un salotto spazioso con tanto di divani, poltrone, angolo bar e uno schermo enorme come tv che stona con l'arredo, ma da un tocco di moderno che non guasta. Alla mia destra c'è addirittura una scala con il corrimano ricamato di intarsi di legno in stile classico che porta ad un secondo piano. Le pareti sono tinteggiate con una texture rossa e ora molto particolare, l'arredamento è vintage e contemporaneamente sembra di stare nella stanza reale d'Inghilterra in epoca Vittoriana. Wow.
"È bellissima." sospiro, mentre Harry mi guarda divertito.
"Si, non è male." ridacchia. "Andiamo a dare un occhiata di sopra?" domanda. E io annuisco con un sorriso enorme. Ma il telefono di Harry sceglie proprio quel momento per mettersi a squillare. Lui sbuffa infastidito, tirandolo fuori dalla tasca posteriore dei suoi jeans scuri.
"Scusami, è Trevor. Tu vai pure di sopra, io ti raggiungo tra un attimo, okay?" chiede con un espressione di scuse.
"Si, tranquillo fa pure." dico sorridendogli. Poi, mentre lui si porta il ricevitore all'orecchio, io mi volto e salgo al secondo piano della suite. Che, come era prevedibile, è ancora piu bello del piano inferiore.
La camera è enorme e ben raffinata, con un letto a baldacchino e le pareti che riprendono lo stile del piano sottostante, ma al contrario del di quest'ultimo, qui si è quasi interamente circondati da vetrate che danno su una magnifica vista della città.
Dietro ad una porta in legno massiccio e intarsiato c'è un bagno che come minimo è grande quanto il salotto del mio appartamento a Milano. Mi avvicino alla vetrata e mi concedo un momento per realizzare a pieno gli eventi degli ultimi due giorni. Solo due giorni fa ero in Italia, nel mio appartamento, con Megan e la nostra monotona tranquillità e ora mi trovo qui, in tour con Harry, il ragazzo che pian piano sta sbloccando qualcosa dentro di me. E i sentimenti iniziano a farsi sempre più forti ogni giorno che passa.
Punto gli occhi fuori dalla finestra, sugli alberi vedeggianti di Central Park e mi chiedo solo una cosa: quanto farà male quando tutto questo finirà?
Perché si, è così, prima o poi finirà.
Per quanto il solo pensiero mi faccia tremare il cuore, so per certo che finirà. Sarebbe surreale il contrario.
Ma tutto questo è già surreale.
Mi ricorda il subconscio nella mia testa. E probabilmente ha ragione. Tutto questo è surreale. . .
Il cigolio della porta d'ingresso mi riporta alla realtà e appena mi volto non sono sorpresa di incontrare lo sguardo di Harry.
"Hey, tutto okay?" chiedo.
"A dire il vero no." sbuffa buttandosi di schiena sul materasso. Io lo raggiungo accigliata e mi sedo accando a lui mentre si massaggia li tempie con la mano, un gesto che fa quando è infastidito.
"Che succede?" domando preoccupata.
"Il mio menager ha detto che uno show televisivo di fama mondiale ha richiesto la mia presenza per una puntata." dice sbuffando.
"Ma è una cosa fantastica! Ti vogliono in uno show di fama mondiale, Harry. Non è splendido?" esulto sorridendogli e scanzandogli un ricciolo ribelle dalla fronte.
"Si, certo che è splendido." dice ricambiando il mio sorriso. "Tranne per il fatto che iniziano a girare tra meno di trenta minuti." aggiunge alzando gli occhi al cielo.
"Cosa?" domando sorpresa. "Ma è una pazzia! Sono quasi le due di notte! E tu sei appena tornato da un concerto, sarai stanchissimo. Non possono aspettare domani mattina?"
"Già, sono veramente a pezzi. Ma no, non possono aspettare." dice con un alzata di spalle come se fosse una cosa normale.
"Harry è una pazzia. Domani saresti stremato e dobbiamo anche prendere un altro aereo." dico sinceramente preoccupata.
"Em, faccio questa vita da dieci anni. E sono state veramente poche le volte in cui non ero stremato. Ma ormai ci ho fatto l'abitudine e amo quello che faccio, nonostante non mi fermi un minuto." sorride rassicurandomi.
"Quindi hai deciso di andare?" chiedo non sapendo bene se essere felice per lui che ha ottenuto questa magnifica occasione o essere triste perché non passerà la notte con me come avevo immaginato.
"Si, devo andare." dice con espressione afflitta. "Ti chiederei di venire con me, ma tu non sei abituata a tutto questo quanto lo sono io." aggiunge alzandosi dal letto e iniziando a digitare qualcosa sul display del auo telefono.
"Ma io voglio venire." ribatto quasi come se fossi una bambina.
"No. Tu hai bisogno di riposare. Nella stanza accanto alla nostra c'è Trevor se hai bisogno di lui e in una delle altre stanze la mia band. Per qualsiasi cosa chiamami, troverò il modo di risponderti." dice velocemente senza guardarmi.
"Okay." sussurro.
"Okay?" domanda alzando un sopracciglio.
"Si, okay." ripeto con un'alzata di spalle.
"Ti arrendi così facilmente? Non è da te." ride lui.
"Si, bè, capisco perfettamente perché non mi vuoi li. Deve essere un peso enorme avermi sempre tra i piedi mentre fai il tuo lavoro. E come hai detto tu io non sono abituta a tutto questo. E forze non riesco a esserne all'altezza." ammetto più sinceramente di quanto volessi essere in realtà. Harry nel sentire le mie parole alza la testa di scatto verso di me, dimenticando il telefono e tutto il resto. Punta i suoi occhi nei miei e io sono costretta a distogliere lo sguardo per non mostrargli tutte le insicurezze che vi sono celate.
"Em . . ." sussurra avvicinandosi a me.
"No, lascia stare. Va bene cosi." sussurro a pochi passi da lui. Harry mi prende delicatamente il mento tra le dita e mi costringe a guardarlo negli occhi.
"Emma. . . Come puoi anche solo pensare che io non ti voglia con me?" sospira con aria assorta. "Non lo capisci proprio, vero? Non capisci quanto tu stia diventato importante per me?" dice guardandomi intensamente negli occhi e facendomi ricoprire il corpo di brividi. "Pensi che abbia mai portato un altra ragazza in tour? Pensi che potrei mai aver provato quello che provo per te per un altra?" sospira.
"Io . . . Io non lo so." ammetto sinceramente.
"Emma, io ti voglio accanto a me. Sempre. E se ora ti chiedo di restare qui, non lo faccio perché penso che tu sia un intralcio nel mio lavoro, perché non lo sei.
Se ho fatto qualcosa che ti abbia indotto a pensarlo, ti chiedo scusa. Ma non è affatto cosi. Quando sei con me sul palco, è come se improvvisamente tutto trovasse un senso." dice sinceramente, mi sembra di sentire il cuore che rischia di esplodere da un momento all'altro. E appena accosta le sue labbra alle mie ho la conferma che ormai il mio cuore appartiene a lui. È suo. È irremissibilmente suo. E non possono farci più niente ormai.
Ma un campanello di allarme si fa strada tra i miei sentimenti e mi ricorda che c'è qualcosa che non gli ho detto. Qualcosa che deve sapere. Deve sapere la verità sul perché ci siamo conosciuti. Ma almeno per ora reprimo quel pensiero e mi concentro solo ed esclusivamente su di lui e le sue labbra.~~~~•••~~~~•••~~~~•••~~~~
Buona sera, lettoriii❤️
Come state?
Io sempre più stressata dalla ripresa delle lezioni scolastiche, ma sopravviverò ahah.
Comunque, volevo chiedervi scusa se questo ultimo periodo sto aggiornando molto meno di prima, ma come vi ho già detto la scuola continua a prendersi praticamente tutto il mio tempo, e portare avanti due storie contemporaneamente non è poi così facile. . .
Ma non preoccupatevi, sono sempre qui per voi! Sia per aggiornare i capitoli, sia per parlare con voi quando volete!
Ma a parte questo, come sempre sono super curiosa di sapere cosa pensate di quest'ultimo capitolo!!
Soprattutto riguardo alla fine.
Cosa ne pensate?
Emma dovrebbe dire la verità riguardo al vero motivo per il quale i due si sono conosciuti? Oppure no?
Fatemelo sapere nei commenti!!!
XoXo❤️
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Space between us
FanfictionCinque ragazzi. Ogniuno con la propria carriera, la propria vita e il proprio successo. Un passato condiviso. Un legame che li ha legati in passato e continua a legarli anche se a distanza di anni. Si conoscono meglio di chiunque altro, eppure sono...