XI.

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Emma

"Perché devi decidere tu cosa guardare? E poi non sei un po' troppo cresciuto per i cartoni?" sbuffo imbronciata. Abbiamo sprecato quasi un ora della serata per decidere cosa guardare. Io volevo vedere 'Insonnia d'amore', un film che adoro da sempre, ma Harry ha decretato che era "Troppo sdolcinato e depresso per essere visto."
E ha tenuto un comizio di venti minuti sul perché sarebbe meglio vedere un anime anziché un film strappalacrime. Cioè, chi se lo è mai immaginato Harry a guardare un anime? Ma d'altronde ho perso il conto delle cose che non mi aspettavo di scoprire su di lui oggi. Così, quaranta minuti dopo mi sono ritrovata seduta a gambe incrociate sul divano il più lontano possibile da lui, con le braccia incrociate e il broncio, come una bambina, tentando di non far caso e non arrossire ai sorrisi che Harry mi rivolgeva ogni volta che si girava verso di me. Venti minuti dopo l'inizio del film, però, devo proprio ammettere che non è così male come credevo, ovviamente non lo direi mai e poi mai davanti a lui, ma penso che in realtà mi piaccia. Non sono sicura, ma penso che si chiami qualcosa come 'La città incantata' e parla di questa ragazzina che per caso finisce in mezzo a strani spiriti e creature fantastiche. Non sono mai stata un grande fan di questo genere, ma la trama inizia a incuriosirmi. Harry non ha fatto altro che commentare ogni scena sin dall'inizio. Non faccio altro che ridere di fronte all'enfasi che mette nel commentare, criticare o fare battute per tutto il tempo. Inoltre, mi ha anche raccontato di aver passato molto tempo in Jiappone, dove ha potuto ampliare le sue conoscenze a riguardo. Lo ha definito uno dei periodi più belli e tranquilli della sua vita, dove si è dedicato completamente a se stesso e a ciò che gli piace di più, la musica. E io come sempre sono rimasta affascinata non solo dal film, ma anche dalle sue parole.
Poi sul più bello, quando la ragazzina sta per rivedere i suoi genitori, che nel mentre avevano subito un incantesimo ed erano stati rinchiusi, Harry prende il telecomando e interrompe il film.

"Ma cosa fai?! Riavvia! Devo sapere se poi riesce a rivederli!" esclamo prima di riuscire a fermarmi e non ho neppure bisogno di guardarlo per sapere che sta sorridendo soddisfatto.

"Sapevo che ti sarebbe piaciuto." dice fiero di se, con un sorriso strafottente. Io alzo gli occhi al cielo evitando di dargli ragione, ma senza neppure smentire. Poi, lentamente il suo sorriso sfuma e torna serio puntando lo sguardo verso il pavimento.

"Si può sapere che ti prende? Perché hai interrotto il film?" ripeto, con meno enfasi.

"Perché mi sono reso conto solo in questo momento di quanto mi sia comportato da stupido per tutta la sera." dice cogliendomi di sorpresa, non era la risposta che mi aspettavo.

"Cosa? E perché?"

"Sono stato un vero idiota. Abbiamo passato la serata insieme e per tutto il tempo ho parlato soltanto io. E mentre ti osservavo di sfuggita durante il film, concentrata sullo schermo, stavo impazzendo perché non avevo la più pallida idea di cosa stessi pensando. Io ti ho praticamente raccontato la storia della mia vita, e ora vorrei che fossi tu a dirmi qualcosa di te." dice tutto di un fiato. Lasciandomi letteralmente senza parole. Perché mai vorrebbe sapere ció che mi passa per la testa? Cosa mai dovrei dirgli adesso? Dovreu dirgli che tentavo di nascondere il sorriso ogni volta che lo beccavo a guardarmi? Che avevo una voglia matta di avvicinarmi a lui solo per sentire il suo profumo? Che mi ho passato la maggior parte del tempo ad osservarlo di nascosto? Osservare come le curve e gli spigoli del viso, così armoniche e delicate mi facevano venire un fremito alle dita per la voglia di prendere il blocco da disegno e ritrarlo. Che amo guardare luce riflessa nei suoi occhi mentre da vita a tante piccole pipite verdi-dorate. E di come fossi totalmente ammaliata da ciò. Perché è questo quello a cui stavo pensando . . .
Ma non posso dirglielo senza risultare un idiota totale.
"Bè, non c'è molto da sapere su di me . . ."dico invece, improvvisamente in imbarazzo.
Se sapesse quello a cui stavo realmente pensando . . .

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