Mi sveglio con la musica sparata nelle orecchie; devo essermi addormentato mentre la ascoltavo.
Mi tolgo le cuffiette e guardo l'orario.
Sorrido.
È ora di andare.
Nonostante tutto, continuiamo a vederci anche lì.
È come se Andrea e Giovanni che si vedono lì siano completamente diversi da quelli veri, quelli che si amano.
Mi fa ancora strano dirlo.Mi alzo e mi infilo velocemente le scarpe, prendo le chiavi ed esco di casa.
Durante il tragitto non ascolto neanche musica, sono troppo impaziente.
Mi mordo il labbro aumentando il passo.
Quando arrivo il capo non dice una parola, semplicemente mi sorride e mi indica la mia stanza.
Annuisco velocemente e vado.Quando entro lui è seduto sul divanetto, con il telefono in mano.
"Non ti hanno mai detto che non si usa il cellulare al lavoro?"
Ghigno.
Lui sorride, posa il cellulare sul divanetto e si alza.
Lo prendo per il colletto e lo sbatto a muro.
Giovanni mi posa timidamente le mani sulla schiena, avvicinando il mio corpo al suo.
Aumento il più possibile quella vicinanza, ma poi gli prendo i polsi e li blocco contro il muro.Comincio a baciare il suo collo e a morderlo, lasciando segni violacei in vari punti.
Poi lo bacio con foga mentre stringo la presa sui suoi polsi.
Lo sento gemere.Inarca la schiena spingendo il bacino contro il mio, ma io lo blocco con una gamba.
"Sta fermo"
Quasi gli ringhio nell'orecchio.
Si immobilizza.
La mia voce si addolcisce un po', mentre allento la presa sui polsi."Bravo bambino"
Sussurro.
Sento la sua erezione premere contro la mia coscia, mentre io ancora non mi sono lasciato andare.
Prima voglio farlo venire.
Voglio dimostrargli che lui può essere bravo quanto vuole, ma il migliore sono io.
Intrappolo entrambi i suoi polsi in una sola mano, sopra la sua testa; con l'altra scendo al cavallo dei suoi pantaloni, ma rimango fermo.
Giovanni si lascia scappare un gemito."Ti piace il mio tocco? Non rispondere, era una domanda retorica. Voglio farti eccitare Giovanni, solo con l'uso delle parole"
Prendo a sussurrargli sulle labbra con voce roca. Sento il suo corpo attraversato dai fremiti.
"La senti la mia mano sui tuoi pantaloni? So cosa stai pensando. Vuoi di più, vuoi che ti tolga i pantaloni e che ci sdraiamo a letto. Ma hai le mani bloccate, non puoi fare nulla.
Vorresti la mia bocca che fa su e giù, attorno al tuo membro, mentre mi tiri i capelli e gemi il mio nome.
E poi vuoi di più, non ti sazi mai.
Vuoi fare sesso Giovanni, ma non con uno qualunque.
Vuoi fare sesso con me.
Dico bene?"Si morde il labbro, mi sta supplicando con lo sguardo.
"Dico bene, Giovanni?"
Annuisce.
"Si... si, perfavore"
Comincio a muovere lentamente la mano.
"An-Andrea"
"Non si parla"
Tolgo la mano dai suoi pantaloni e gli do un pizzicotto su un fianco.
Lui sussulta lievemente, poi obbedisce.
"Bravo"
Gli accarezzo i capelli, poi scendo di nuovo sul cavallo dei suoi pantaloni e riprendo a massaggiare lentamente.
Lui chiude gli occhi e si morde il labbro.
"Guardami".
Riapre gli occhi, e solo adesso noto che l'azzurro ghiaccio si è trasformato in qualcosa di più denso, più scuro; ha le pupille dilatate e uno strano luccichio negli occhi."Hai proprio dei begli occhi, sai?"
Probabilmente pensa che lo stia dicendo solo per temporeggiare, per torturarlo un pochino, ma io lo penso davvero.
Muovo con più vigore la mano sui suoi pantaloni e gli lascio i polsi.
"Togliti la maglietta"
Se la sfila lentamente per poi buttarla a terra. Mi guarda provocante, in attesa che io faccia la mia prossima mossa.
Gli appoggio lentamente le mani sul petto e gli accarezzo i capezzoli, per poi morderli e succhiarli voracemente.Geme il mio nome.
Lo prendo in braccio con le mani strette alle sue natiche e lui mi avvolge i fianchi con le gambe. Lo avvicino il più possibile e lo bacio, mentre faccio scontrare i nostri bacini sempre più velocemente.
"Mh...a-a letto... perfavore Andrea, andiamo a letto"
Gli mordo il labbro inferiore.Lo faccio sdraiare sul letto e mi precipito sopra di lui; gli slaccio i pantaloni e glieli sfilo, lui fa lo stesso con i miei jeans.
Mi tolgo la maglietta e mi siedo sul suo bacino, muovendomi freneticamente.
"Si... si cazzo, An-Andrea"
"Mh, Giova.. adoro sentirti gemere il mio nome"
Gli tolgo le mutande e me le tolgo a mia volta, poi inizio a penetrarlo lentamente.Mi sdraio completamente su di lui muovendomi più velocemente, sento le sue unghia conficcarsi nella pelle che ricopre le scapole e gemo.
Vado sempre più veloce, e con una mano circondo il suo membro facendo su e giù.
Ansima sulle mie labbra e me le morde, io lo lascio fare.
Aumento la velocità della mano e sento un liquido caldo che mi bagna la pancia, dopo poco vengo anche io dentro di lui.
Mi rimetto le mutande e mi sdraio sul materasso, lui mi imita.
"Vieni qui"
gli faccio un cenno. Lui si avvicina, curioso ma visibilmente sfinito.
Dalla sua espressione vedo che pensa che io voglia continuare, e sa che dovrà assecondarmi anche se non ce la fa più.Invece gli prendo la testa tra le mani e lo faccio appoggiare sul mio petto, iniziando ad accarezzargli i capelli.
Giovanni mugola e mi avvolge il busto con le braccia.
"Ti ho stancato?"
"Un po'"
"Scusa"
"Figurati, è il mio lavoro"
"Mh, non dire così"
"Finché siamo qui dentro, e così"
"Possiamo far finta che non sia così? Per favore"
"Come vuoi tu"Gli alzo la testa e lo bacio.
"Dio Giova, come farei senza di te"
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Ecstasy / Camperkiller
FanfictionAndrea è figlio di uno dei più importanti politici italiani, ha una vita sociale molto attiva e si mostra sempre pronto a partecipare a conferenze, red carpet e interviste. Insomma, un figlio modello. Pochi sanno però che il ragazzo ha un segreto, c...