eight

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Quando abbiamo finito mi alzo bruscamente e mi rimetto in fretta l'intimo. Il pensiero di poco fa mi ha scosso, mi sento strano.
"Non rimani qui un altro po'?"
Il tono di Andrea non ha la minima traccia di sarcasmo, è serio.
Mi giro versi di lui: ha indossato anche lui le mutande e siede al centro del letto, a gambe incrociate tra le lenzuola candide, mentre mi guarda speranzoso.
Sospiro e annuisco, trascinandomi verso di lui.
All'improvviso mi sento stanco.
Non voglio più fingere.
E non parlo del sesso, per quello non ho bisogno di fingere.
Ma sono stanco di fare finta che tutti i baci, gli sguardi, le carezze e gli abbracci non significhino nulla per me.
All'improvviso sento di aver sbagliato tutto, e sento di non avere l'energia per continuare a tentare di sistemare le cose. Vorrei solo che esistesse un tasto di reset.
Andrea, ovviamente, se ne accorge.
Mi accoglie tra le sue braccia e mi inebria del suo profumo, si sdraia e tira un lenzuolo sui nostri corpi intrecciati.
Appoggio la testa sulla sua spalla mentre inizia ad accarezzarmi, non solo i capelli ma tutto il corpo.
"Possiamo rivederci? Fuori da qui, intendo"
Sussurra con le labbra appoggiate al mio collo.
Un piccolo sorriso si fa strada sul mio volto, sorriso che viene subito sommerso da un altro mare di malinconia.
Non ha senso illudersi.
Non ha senso sperare che possa interessarsi seriamente a me.
"Forse...forse è meglio di no"
"Perché?"
Mi alzo sui gomiti, lo guardo in faccia. Ho l'espressione stanca.
"Andrea, non fingiamo che le cose siano diverse da come sono. Sono un puttano, sono qui perché questo è il mio lavoro. Adesso non dirmi che ti stai affezionando a me"
Arrossisce.
Posso vedere nei suoi occhi due coscienze che combattono tra loro.
Non sa se accettare quello che ho detto oppure no.
Non so perché ma spero nella prima. Sono stanco. Non so da dove derivi tutta questa fiacchezza, e ne ho quasi paura.
Ma mi sento come sommerso da un'onda, qualcosa di più grande di me, che mi trascina dove gli pare. Mi sento inutile. In questo momento vorrei solo sdraiarmi sul letto e rimanere così, in silenzio, lasciandomi vivere.
Non mi accorgo neanche che Andrea mi sta nuovamente prestando attenzione.
"Giovanni... tu non stai bene"
Nego con la testa. Poi mi butto di peso sul suo petto.
"No Andrea, non sto bene"
"È colpa mia?"
"In un certo senso"
Tace.
Quando inizio a credere che non mi parlerà più, sento le sue labbra calde sulla mia fronte.
"Parlami, bambino. Dimmi cos'hai."
Mi accarezza i capelli.
E per la prima volta dopo un bel po' mi sento davvero un bambino. Sento che i miei problemi non sono più miei, se ne occuperà qualcun altro. Mi sento piccolo, al sicuro tra le braccia di Andrea. Chiudo gli occhi e mi abbandono completamente a lui.
"Dillo di nuovo"
"Cosa?"
"Chiamami bambino. Raccontami qualcosa. Parla. Ma chiamami bambino"
Esita. Poi però comincia a parlare.
"Sei il mio bambino, Giovanni. Non mi piace vederti così. Il tuo sguardo non è luminoso come prima, pensi che non mi sia accorto che c'è qualcosa che non va? Dimmi cos'hai, bambino. Ti ascolterò parlare finché non starai meglio, o troverò un modo per farti stare meglio io.
Ti piace quando ti chiamo bambino?
Lo sei. Sei il mio bimbo.
Dormi ora, okay?"
Mi stringo a lui. Nascondo il volto nell'incavo del collo, mentre lui continua a parlarmi sottovoce, e finalmente mi addormento.

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Andrea POV'S
Si è addormentato. Dorme sereno tra le mie braccia, con il volto rilassato.
Mi ha fatto preoccupare. Ad un tratto è sembrato stanco, stravolto. Un attimo prima stava bene.
Mi ha ferito quando ho rifiutato la mia offerta, ma non l'ho dato a vedere. Tanto verrà con me, in un modo o nell'altro.
"Andrea.."
Mugola il mio nome nel sonno. Lo accarezzo e gli poso un bacio sulla tempia.
Sì, mi sto affezionando a lui. Mi ero ripromesso di non farlo, ma questo proposito è andato a farsi fottere quasi subito.
E poi, non ho ben capito cos'è successo.
Per via di quello che mi ha detto, presumo che il mio affetto non sia ricambiato.
Ma allora cos'ho fatto di male? Non capisco.
"An-Andrea... no, no..."
Si agita nel sonno.
"Ehi, ehi, ehi, sono qui. Calmati."
Spalanca gli occhi e si solleva sui gomiti, inspirando a pieni polmoni. Continua a ripetere il mio nome, ma sembra che non mi veda anche se sono davanti a lui.
"No, non voglio, Andrea, ti prego no.."
"Giova, ti prego calmati"
"No...no, no"
Continua a mormorare. Mi sto spaventando.
"Ti prego Giovanni, mi fai paura"
Scuote la testa, iniziando a piangere.
"Andrea... cado, cado, aiuto!"
Una sorta di grido strozzato sembra uscirgli a fatica dalla gola
"Non cadi. Guardami. Ti tengo"
Gli prendo la testa tra le mani.
"Ti prego Andrea, non lasciarmi cadere"
"Ti stringo, sono qui. Non cadi"
Si calma un po', ma piange ancora.
"Ho paura Andrea"
"Sono qui. Era un brutto sogno"
Si riprende del tutto dalla sua trance, batte le ciglia numerose volte e arrossisce asciugandosi le lacrime.
"S-cusami, sono imbarazzante"
"Guardami"
Mi guarda.
"Che ti è successo? Cos'hai sognato?"
Deglutisce.
"Ero su un baratro. Qualcuno mi spingeva verso l'orlo. E io cercavo di oppormi, urlavo, scalciavo, piangevo, ma non ero abbastanza forte. C'eri anche tu, mi guardavi. Poi sono caduto, e mi sono ritrovato tra le tue braccia"
Sospiro, appoggiando la mia fronte alla sua, e chiudo gli occhi.
"Non lasciarmi cadere... perfavore"
Riapro gli occhi non capendo.
"Giova... non siamo sul baratro, siamo su un letto"
"Lo so, ma... intendevo dire, non lasciarmi cadere. In generale"
Sorrido capendo.
"Mai"

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YOOOO, SPAZIO AUTRICE IS BACK.
TUTTI HANNO UN AMICO CHE FA IL DJ, TUTTI HANNO UN'AMICA IL CUI MIGLIORE AMICO È GAY, TUTTI HANNO UN AMICO CHE LAVORA IN UN CALL CENTER, E CHE SI SPACCIA PER ARTISTA EMERGENTE
Coff coff, okay, Willie Peyote lo lasciamo tranquillo nella mia playlist.

Comunque sto ricevendo pochi commenti, vorrei sapere cosa ne pensate e se vi sta piacendo questa storia, dato che è una specie di esperimento.

Niente, siamo a circa metà della storia, questo è più o meno il momento in cui dovreste iniziare ad avere paura.

Con questa raccomandazione molto rassicurante vi abbandono... Adioss


Ecstasy / CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora