nineteen

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Giovanni ha chiuso gli occhi e ha appoggiato la testa sulla mia spalla.

È distrutto, non si regge in piedi.
"Cosa ti fa male?"
"Tutto"
Mormora.

Sospiro e continuo a camminare.
"Ti porto in ospedale"
"N-non c'è bisogno, sto.."

Viene interrotto da un conato di vomito.

Lo poso velocemente a terra e lo sorreggo mentre vomita in un angolo della strada.
Vomita sangue.

Quando capisco che ha finito prendo un fazzoletto dalla tasca e glielo porgo.
Si asciuga la bocca e lo butta per terra.
Lo giro verso di me, e per la prima volta lo guardo bene in faccia.

È bianco come un lenzuolo, il volto rigato di lacrime.
Si aggrappa a me e singhiozza silenziosamente.

"No-non ce la fa-faccio più"

Non riesce nemmeno a parlare.
Lo riprendo in braccio.
"Non voglio sentire ragioni, tu ora fili in ospedale"
Scuote lentamente la testa.
"Andrea, i-io.."
"Non ti lascerò un secondo. Rimarrò sempre con te"
"P-pro-promettimelo"
"Promesso"

Si riappoggia a me e chiude gli occhi.

Dopo un po' vedo due poliziotti alla fine della strada. Hanno un'auto.
Corro verso di loro.
"Ehi... aiuto, per favore!"
Mi guardano stupiti.
"Cos'è successo al ragazzo?"
"Io non lo so, l'ho trovato così, fuori da una discoteca"
"Sei sicuro di non essere stato tu?"
"Sta scherzando, spero! La prego, ci porti in ospedale in fretta"
"Prima vorrei capire perché il ragazzo è in queste condizioni"
"CHI CAZZO SE NE FREGA, LO PORTI IN OSPEDALE"
"Se è così, lei non può venire"
Deglutisco.
"Va-va bene, qualsiasi cosa, solo portatelo in ospedale!"
Sento un mugolio proveniente da Giovanni, abbasso lo sguardo e vedo i suoi occhi lievemente aperti.
"Andrea... hai promesso..."
"Lo so, ma non mi fanno venire con te. Ci vediamo in ospedale, okay?"
Scuote la testa in segno di diniego, poi si rivolge ai poliziotti.
"No-non è stato lui, vi prego fa-fatelo restare co-con me"
I due si scambiano sguardi scettici.
"Va bene, salite"
"Grazie a Dio"

Salgo velocemente in macchina e sistemo Giovanni sulle mie ginocchia.

Gli faccio appoggiare la testa sulla mia spalla e gli accarezzo i capelli.
"È tutto okay Giova, tutto okay... manca poco"
Non mi risponde.

Gli do un bacio sul naso.

"Stiamo arrivando, sta tranquillo"

Gli mormoro parole di conforto in barba agli sguardi disgustati dei poliziotti, finché non arriviamo in ospedale.

Riprendo Giovanni in braccio e lo porto dentro.
"Aiuto... per favore, aiutatelo!"
Mi guardo intorno spaesato.
Poco dopo mi vengono incontro tre infermiere con una barella.
"Lo faccia sdraiare qui"
Lascio andare delicatamente Giovanni sulla barella, ma prima che due infermiere possano portarlo via mi afferra la manica.
"Andrea"
"Io non mi muovo da qui Giova, ci vediamo tra poco. Non mi muovo da qui"
"Ho paura"
"Andrà tutto bene"
Annuisce lentamente e mi lascia andare, e le due infermiere lo portano via. La terza infermiera mi indica una panchina davanti alla porta numerata 17 del corridoio d'entrata.
"Può aspettare lì, il suo ragazzo verrà portato in quella stanza quando starà meglio"
Arrossisco nel sentire le sue parole, ma non faccio una piega.
"Grazie"
"Si figuri"

Vado a sedermi, e poco dopo mi raggiungono i due poliziotti.
"Allora... potrebbe ripetere cos'è successo precisamente?"
Sospiro.
"Ho trovato Giovanni nel retro di una discoteca, accasciato per terra. L'ho preso in braccio e ho cominciato a camminare in cerca di aiuto."
"Lei conosceva già il ragazzo?"
"Si è un mio...amico..."
Mi mordo il labbro.
Stavolta sono loro a sospirare.
"Signor..."
"Grassi"
"Bene, signor Grassi, presumo che lei tenga molto al ragazzo, Giovanni"
"Si"
"Bene, allora penso che lei vorrebbe che chi l'ha ridotto così la pagasse cara, non è così?"
Stringo i denti.
"Si"
"Bene. Allora per lei sarà facile comprendere che per risalire ai colpevoli abbiamo bisogno della massima sincerità dei coinvolti nella faccenda"
Annuisco.
"Ottimo. Glielo chiederò nuovamente: in che rapporto era lei con il ragazzo?"
Apro la bocca per dirgli tutto. Sto per rivelargli delle mie uscite serali, del boss e del suo giro di affari, di Giovanni e degli abusi che subisce... ma mi blocco. Non mi perdonerà mai se confesso tutto così, su sue piedi. Prima dobbiamo parlarne, analizzare insieme la situazione.
"Io e lui... Usciamo insieme da un po'. Tutto qui"
"Tutto qui?"
"Tutto qui"
Annuiscono.
"Bene, la lasciamo riposare, ma torneremo domani per verificare le condizioni del ragazzo. Arrivederci, Grassi"
"Arrivederci"



Ecstasy / CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora