12.

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Prendo in braccio Johannes riempiendogli le guance di baci. Lui mi allontana con la mani iniziando a ridere. <<fai il bravo con Ingrid. Io e papà saremo a casa domani pomeriggio>> gli dico mettendolo a terra. Lui inclina le sopracciglia e mi stringe la mano <<ma se voi non ci siete, chi mi racconta la storia prima di dormire?>> chiede rintristendosi. Hvitserk si inginocchia accanto a lui spettinandogli i capelli <<Ingrid raccontava le storie sugli dei anche a noi quando eravamo bambini. Sarà come se te le raccontassimo noi>> gli dice. Johannes abbassa la testa. Guardo Hvitserk e lui lo tira a se, gli sussurra qualcosa all'orecchio facendomi incrociare le braccia al petto. Faccio segno a Hvitserk che lo osservo e raggiungo l'anziana signora nella stanza accanto.
<<scusa per l'attesa Ingrid e grazie per essere venuta così in fretta>> le dico abbracciandola. <<oh cara, qualunque cosa per voi>> le sorrido ricordando le giornate passate con lei, anche se all'epoca non aveva i capelli bianchi ne il viso pieno di rughe.
<<Su, andate o farete tardi alla riunione>> dice sospingendo Hvitserk verso l'uscita. Lui barcolla incastrandosi con la spada contro la porta. Alzo gli occhi al cielo, sorridendo. Lascio un'ultimo bacio sulla guancia di Johannes prima di avvicinarmi a Hvitserk e al cavallo che ci condurrà in città. Con l'aiuto del giovane uomo salgo per prima, stringendo le redini mantenendo il controllo del cavallo. Hvitserk sale dietro di me stringendo le mani sulle mie, appoggia le labbra sul mio collo lasciato scoperto dal leggero venticello primaverile.
<<Ciao mamma, ciao papà>> ci saluta gridando correndoci dietro per un po' con il suo fidato cane. Lo salutiamo con la mano mentre ci allontaniamo al galoppo lungo la strada che costeggia il mare e la foresta.
Lo sento sorridere sulla mia pelle e giro il viso per poterlo guardare. <<Cosa ti fa sorridere amore mio?>> Gli chiedo mentre rallentiamo la nostra cavalcata.
Il suo sguardo sembra perso nei pensieri, unito a un sorriso allegro. I suoi occhi si uniscono ai miei e arriccio il naso <<ogni cosa a suo tempo Martha>> dice baciandomi dolcemente sulle labbra. Lo guardo socchiudendo gli occhi facendolo ridere. Torno a guardare davanti a me mentre una sua mano si posa sulla mia pancia, tenendomi stretta a se.

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<<Finalmente. Credevo vi foste appartati da qualche parte>> afferma Ubbe venendoci incontro. Gli lascio un pugno sulla spalla e lui mi stringe a se con un braccio. Hvitserk si mette in mezzo a noi,  appoggiando le mani sui miei fianchi e guardando storto il fratello. Ubbe alza le mani in alto indietreggiando di un passo <<protettivo il ragazzo eh?>> Afferma Bjorn raggiungendoci con due calici. <<Ho le mie buone regioni>> afferma Hvitserk prendendo uno dei due bicchieri e tirandomi a se. I due fratelli maggiori si guardano alzando le sopracciglia prima di tornare a guardare noi. <<Ancora non le hai chiesto di sposarti?>> Chiede Bjorn dando un colpo al collo del fratello. Hvitserk abbassa la testa arrossendo leggermente. <<lo farò, stai tranquillo fratello>> risponde guardandomi.
Sgattaiolo via dalle braccia del mio uomo camminando verso Lagertha e Torvi. <<Non ho intenzione di ascoltare le vostre strane teorie. Abbiamo cose più importanti su cui discutere>> affermo beccandomi uno sguardo fiero dalla regina di Kattegat. <<Martha ha ragione, ci sarà tempo per le chiacchiere>> ribatte la famosa shieldmaiden poggiando una mano sulla mia spalla.
La seguo al tavolo e mi siedo accanto a lei, vicino a Bjorn e davanti a Hvitserk.

<<Estendere il muro a nord ci permetterà di ottenere abbastanza spazio per poter costruire un campo per arcieri>> dico tamburellando le dita sul tavolo. <<Un campo di addestramento in più?>> Chiede Ubbe. Passo la lingua tra le labbra storcendo il naso <<ci siamo sempre allenati nel bosco, perché cambiare?>> Continua mettendosi più comodo sulla sedia, allungando le braccia sui braccioli. <<Il bosco non è più sicuro come una volta>> dice Hvitserk abbassando lo sguardo. È chiaro che si riferisce all'attacco di qualche tempo fa, e a tutti gli altri avvistamenti e attacchi da parte di qualcuno non identificato.
<<Avere un campo di addestramento vicino alla città sarà un modo per poter allenare i più piccoli e tutti coloro che non possono lasciare Kattegat>> si intromette Torvi dandomi ragione. Dopotutto, potrebbe essere a nostro favore, pur continuando ad utilizzare il vecchio campo in mezzo al bosco per i più esperti.
Lagertha apre la bocca venendo però interrotta dall'apertura della grande porta.
Qualcuno entra scortato dalle guardie, indossa in lungo vestito grigio e un mantello semplice sporco di fango e erba. I capelli corti e il viso ferito da graffi e lividi leggeri. Ma i suoi occhi lì riconoscerei tra mille. <<Rebecca>> affermo a voce alta alzandomi di fretta e correndo dalla mia migliore amica. Lei scoppia a piangere appena le sono davanti, mi butta le braccia intorno al collo facendosi sorreggere. <<Per odino cosa ti è successo?>> Le chiedo ma lei è ancora scossa dai singhiozzi. Sembra evitare il mio sguardo in tutti i modi.
Ormai anche gli altri ci hanno circondate, Ubbe, Hvitserk e Bjorn sul chivalà.
<<Ho cercato di fermarlo ma non ci sono riuscita, il mio cavallo non era abbastanza veloce>> dice in un sussurro. <<Fermarlo? Di chi parli? Ivar?>> Chiede Ubbe ma Rebecca scuote la testa. <<No lui non lo avrebbe mai fatto. Sono stati i suoi uomini>> dice mentre il labbro inferiore le trema. <<Fare cosa Rebecca?>> Chiede Torvi. Il mio sguardo incontra quello triste e stanco di Rebecca e un'orribile sensazione mi attraversa la spina dorsale. <<Martha, mi dispiace>> sussurra distogliendo lo sguardo.
Mi allontano dall' amica appena ritrovata e mi alza camminando velocemente verso il portone. Alle mie spalle Hvitserk mi richiama ma la sua voce mi arriva solo in parte.
Prendo un cavallo e galoppo velocemente verso casa. Le mani mi tremano e la mia testa è pervasa da un solo pensiero.


Arrivo davanti casa e poco dopo anche Hvitserk mi raggiunge. Scendo da cavallo rischiando di cadere malamente ma inizio a correre.
Apro la porta. <<Johannes? Ingrid?>> Grido ma non ricevo risposta. Il silenzio e riempito dal battito accelerato del mio cuore. Esco nel giardino sul retro bloccandomi, come congelata.
Ingrid è a terra, una freccia conficcata nella schiena e una pozza di sangue sotto di lei a bagnare l'erba verde.
<<Johannes?>> Grido ancora attendendo risposta. Osservo tutto ciò che mi circonda ma non c'è il minimo segno di movimento.
Sento anche Hvitserk richiamare il nome del figlio ma senza risultato.
Il silenzio in questo momento è così opprimente.
Cado in ginocchio e subito le braccia di Hvitserk mi stringono a se.
<<JOHANNES!>> Grido un'ultima volta ancora più forte prima di nascondere il viso contro il petto del mio compagno mentre le lacrime rigano copiosamente le mie guance.

come il sole e la luna 2  ||vikings fanfiction ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora