11.

276 15 2
                                    

Una presa forte mi stringe all'altezza del bacino. Sorrido leggermente quando il petto di Hvitserk entra in contatto con la mia schiena. Lui respira lentamente e con regolarità.
Lentamente mi volto verso di lui. Ha un'espressione serena in questo suo momento di dormiveglia.
Mordicchiandomi il labbro inferiore mi perdo ad osservare i dettagli del suo viso: le labbra rosee leggermente socchiuse; i capelli biondi lasciati sciolti in lunghe ciocche mosse; un leggero strato di barba gli copre il mento e la mascella; alcune piccole cicatrici più chiare sparse sul viso, quasi impercettibili a confronto con quella al centro della fronte e quella sullo zigomo destro.
Hvitserk apre lentamente gli occhi e sbadiglia, mi sorride e nasconde il viso contro il mio petto. Gli accarezzo i capelli mentre la sua mano sinistra scorre lungo la mia schiena.
Con le mani prendo il suo viso, alzandolo. I suoi occhi verdi incontrano i miei scuri e un leggero brivido mi attraversa il corpo. Si posiziona su di me, restando a cavalcioni sui miei fianchi. Si china a baciarmi le labbra e chiudo gli occhi mentre le sue mani mi accarezzano le guance.
<<Oggi dovrò andare in città, pensavo di portare Johannes con me>> dice sfiorandomi il collo con la punta del naso. <<Per me va bene, ma non fargli prendere un'arma in mano>> rispondo annuendo. Hvitserk si alza dal mio corpo e mi guarda dall'alto, soreggendosi con le braccia. <<Deve imparare a combattere. È un vichingo e un Lothbrok>> ribatte piegando verso l'alto un sopracciglio. Faccio scorrere le mani sul suo petto nudo e tatuato, fino ad incrociarle dietro al suo collo. <<È troppo piccolo Hvitserk>> ribatto. Lui sbuffa lasciandosi cadere sul letto, al mio fianco. <<Deve imparare a combattere Martha. Johannes non sarà un bambino per sempre>> dice guardando il soffitto di legno scuro.
Questa volta sono io a salire sui suoi fianchi, sollevando leggermente la camicia da notte. Mi piego in avanti appoggiando la testa al suo petto. <<Ancora un' estate Hvitserk. Un'estate e poi potrai insegnargli a combattere>> dico percorrendo il contorno del tatuaggio che ha sul petto. <<Vuoi dire che gli insegneremo; tu ed io insieme>> ribatte baciandoti la fronte e accarezzandomi le gambe nude.

****


Apro le finestre facendole sbattere contro la parete in legno. Una coltre di nebbia ricopre ogni cosa, a malapena si riescono a distinguere le cime degli alberi al limitare della foresta.
La mia attenzione viene catturata da una sagoma più scura contro il grigio chiaro della nebbia. Un uomo dalle spalle larghe sta in piedi sul bagnasciuga. Sento le piccole onde infrangersi contro i suoi piedi.
Non può certo essere Hvitserk essendo andato via almeno un'ora fa con nostro figlio.
L'uomo inizia a cmminare lentamente verso il bosco, lasciandosi dietro una scia di impronte. Prendo il mantello e lo lego sulle spalle, uscendo di casa per seguire l'uomo. Infilo il coltello alla cintura e mi incammino verso gli alberi, cercando di orientarmi attraverso il muro di nebbia sempre più fitto che riempie il bosco.

Dopo alcuni metri o forse chilometri trovo l'uomo che cercavo seduto contro il tronco di un albero, gli occhi blu ghiaccio persi nel vuoto, i tatuaggi sul cranio in contrasto con la pelle chiara e pulita. La lunga treccia e la barba curata lo fanno sembrare un'altra persona.
<<sapevo che mi avresti seguito. Non cambi mai>> dice spezzettando dei fili d'erba. Mi avvicino con il cuore in gola. <<Martha, sembra che tu abbia visto un fantasma>> continua alzando lo sguardo e incrociandolo al mio. Un leggero sorriso gli nasce sulle labbra e un brivido mi attraversa la schiena. Mi fa segno di sedermi accanto a lui e così faccio. <<come puoi essere qui? Tu non puoi essere reale>> dico. Lui ricambia il mio sguardo. <<sai, qualche volta gli dei ci mettono difronte ad eventi del genere. Per metterci alla prova>> alzo le sopracciglia e lui ride. <<perchè sei qui Ragnar?>> gli chiedo voltandomi verso di lui. <<questo devi dirmelo tu Martha>> mi guardo le mani arrossate dal freddo e dischiudo le labbra. Lui appoggia la mano sulla mia spalla. <<c'è niente che vuoi dirmi?>> chiede improvvisamente serio. <<avevi ragione. I poccoli porcellini hanno grugnato. E come se lo hanno fatto>> affermo. Il labbro inferiore mi trema leggermente e mi vedo costretta a morderlo. <<i tuoi figli si sono messi l'uno contro l'altro, Ivar ha ucciso Sigurd e ha cercato di uccidere Ubbe. La vendetta in tuo nome si è trasformata in una guerra per il dominio di Kattegat>> dico sentendomi le guance bruciare. <<era il volere degli dei>> risponde. Mi gratto la fronte sbuffando. <<tu non seicome gli altri. Sei sveglia e ragionevole. Agisci molto d'istinto e questo ti servirà>> dice spostandosi difronte a me, appogiando le ginocchia a terra. <<di che parli?>> gli chiedo ma lui scuote la testa <<a volte è meglio non conoscere il proprio destino>> continua appoggiandomi una mano calda sul viso. Appoggio la guancia al suo palmo e chiudo gli occhi.
Quando ero piccola passavo molto tempo con lui. Mi piaceva ascoltarlo raccontare le storie sugli dei e le sue svariate avventure.
<<Perchè sei qui allora?>> lui sorride leggermente, lo stesso sorriso che rivolgeva ai figli quando stava per partire. <<Ascoltami bene Martha. Dovrai affrontare le tue peggiori paure ma tu non perdere mai il controllo. Qualunque cosa accada, tu non perdere il controllo>> afferma serio come non mai, stringendomi le spalle con le mani.


****


<<Martha! Martha!>>
<<Mamma?!>>
Apro gli occhi e mi accorgo chè è praticamente notte. La nebbia ha lasciato spazio ad un cielo stellato. GIro il viso a sinistra e vedo Hvitserk e Johannes guardarmi seri. <<devo essermi addormentata mentre cercavo delle erbe>> dico mettendomi a sedere. Hvitserk mi aiuta a mettermi in piedi ma le gambe non reggono. <<sei gelata Martha>> dice prendendomi in braccio. Stringo le braccia introno al suo collo, appoggiando la testa alla sua spalla. Hati inizia ad abbaiare camminando davanti a noi seguito da Johannes.
<<L'ho visto Hvitserk>> dico cercando di non tremare dal freddo. <<Chi?>> chiede. Il suo respiro caldo mi colpisce il viso dandomi un attimo di sollievo. <<Ragnar>>.

come il sole e la luna 2  ||vikings fanfiction ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora