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   La fredda sera ormai si avvicina, l'aria gelida soffia tra le colline portando con sé stralci di nuvole bianche. Il vento freddo penetra nei vestiti, pungendo la pelle e rendendo ogni movimento più faticoso. Il peso della mia gravidanza si fa sentire in ogni passo, mentre mi muovo con cautela lungo il terreno irregolare. Lascio il coniglio, abilmente catturato dal falco, nelle mani di Bjorn, già scuoiato da me. Mi ringrazia con un cenno della testa, e il suono del suo respiro pesante si mescola al fruscio del vento tra i rami spogli degli alberi.
Portandomi dietro lo straccio e il coltello, mi avvio lentamente per il sentiero tortuoso fino al fiume. Il freddo dell'acqua mi colpisce le mani non appena immergo il panno sporco di sangue, un brivido mi corre lungo la schiena. Pulisco anche la pelliccia della nostra cena, mentre l'odore metallico del sangue si dissolve lentamente, sostituito dall'aroma fresco e terroso del fiume. Pulisco con cura la lama del coltello, osservando il filo un po' smussato. <<Dovrò chiedere a Ubbe di affilarlo>> penso a voce alta, mentre il suono lontano del galoppare veloce di un cavallo mi fa alzare la testa.
Alzo la testa sull'attenti mentre, all'orizzonte, appaiono due cavalli guidati da due uomini. Recupero la mia roba e, alzandomi il cappuccio sulla testa, torno al capanno giusto in tempo per vedere una vecchia faccia familiare.

I due uomini smontano dai loro destrieri e ci vengono incontro, il passo incerto e lo sguardo alto. Bjorn scuote la testa e torna al riparo, sedendosi vicino al fuoco, il crepitio delle fiamme riempie l'aria di un calore accogliente, e con lui anche gli altri, tranne Lagertha. <<Chi non muore si rivede, conte Rollo>> dico in francese, appoggiando le mani sui fianchi e stringendo leggermente gli occhi. <<Ti trovo bene, Martha. Sono felice di vederti finalmente in questa condizione, anche se le circostanze non sono delle migliori>> risponde nella medesima lingua. Sorrido come ringraziamento, anche se non condivido il suo pensiero. <<Ho appreso, qualche tempo fa, di ciò che è accaduto a tuo padre. Mi addolora molto la tua perdita, Adrian era un grande uomo e un grande amico>> continua, sotto lo sguardo curioso della donna guerriero che non capisce le nostre parole. È così bello tornare a parlare una lingua appresa durante il mio viaggio. <<Ora è nel Valhalla con mia madre e mio fratello>> rispondo, sorridendo tristemente. Sposto lo sguardo sulla donna accanto a me, dicendole che li lascerò soli.

Così facendo, torno anche io accanto al fuoco, il calore delle fiamme mi avvolge, alleviando la stanchezza. Aiuto Bjorn a cucinare la piccola preda catturata in precedenza, l'odore della carne che arrostisce si mescola con quello della legna bruciata, creando una sensazione di conforto in questa fredda notte d'inverno.

****

  Rollo e Lagertha hanno parlato per lungo tempo. Lui ha proposto dalla donna un lascia passare per Parigi, dicendo che saremmo sotto la sua tutela. Prima l'incertezza sul viaggio per l'inghilterra, ora l'incertezza sul seguire o meno Rollo fino in Francia.

  <<Possiamo fidarci della sua prorposta?>> chiede Ubbe appoggiando le spalle al muro di pietre, stringendo le braccia al petto. Il fratellastro squote la testa, camminando avanti e indietro; l'ascia, appesa alla cintura, gli batte sulla coscia a ogni passo. <<Lui ci ha traditi. Ha tradito mio padre. Tu sei quasi morta per causa sua, Lagertha. E adesso ci sta tradendo una seconda volta con Ivar>> urla fuori di se. Non so cosa si siano detti lui e suo zio, o quest'ultimo con la donna guerriero, ma i loro stati d'animo sono a dir poco peggiorati.
<<Ora ce ne stiamo tutti seduti qui a suggerire di cedere alla sua ridicola offerta di proteggerci>> continua scimmiottando le movenze del conte franco. <<Non avete orgoglio? Avete paura di morire? Io no!>> Bjorn la corazza si avvicina alla madre, la guarda dall'alto e le sussurra qualcosa prima di afferrare l'ascia e dirigersi all'aperto. Intuendo le sue intenzioni lo segue il più velocemente possibile, urlandogli dietro di fermarsi. Lui, non ascoltandoci, arriva dinanzi allo zio spingendolo in ginocchio. Quest'ultimo non accenna un minimo di resistenza e spalanca le bracia, come ad accogliere la sua morte.
Grazie agli dei Ubbe e Torvi riescono a fermare il giovane Lothbrok prima che affondi l'arma nel cranio di Rollo. Quest'ultimo urla di lasciare il nipote e così fanno.
<<Se vuoi uccidermi, fallo>> chiede il conte ancora in ginocchio. Il nipote appoggia il filo ricurvo della lama sul suo collo, facendogli spalancare gli occhi. <<Non sei degno del tempo che serve per ripulire la mia ascia dal tuo sangue>> afferma sprezzante, voltandogli poi le spalle e sputando in terra.
Faccio per fermarlo, afferrandogli un braccio, ma con uno strattone riprende il suo cammino. Lagertha sospira, stanca di tutte le divergenze degli ultimi tempi.
<<Rifiutiamo la tua offerta>> dice, chiudendo gli occhi, mentre una nuvoletta bianca fuoriesce dalle sue labbra.
Rollo accetta la decisione della donna seppur con un po' di rammarico. <<Vi chiedo scusa, e vi dico addio. Non ci rivedremo mai più>> afferma lui, alzandosi dolorante. Mi arriva davanti, sovrastandomi con la sua altezza. Appoggia una mano sulla mia guancia e accarezza la pelle arrossata a causa del freddo con i polpastrelli ruvidi. <<Per qualunque cosa, le porte di Parigi saranno sempre aperte per te. E lo saranno per i tuoi figli e per i loro figli>> mi sussurra in francese, stringendomi in un caloroso abbraccio. Rollo è ancora in debito con la mia famiglia e se avere un posto sicuro nella sua casa è la sua moneta non posso che essergliene grata. <<Che gli Dei ti guidino Rollo>> affermo salutandolo, prima di vederlo andare via.
Mi chiedo quanti altri addii dovrò dire prima di poter essere finalmente felice.

come il sole e la luna 2  ||vikings fanfiction ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora