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Vi avevo detto che questo sarebbe stato l'ultimo capitolo prima dell'inizio della nuova stagione.
ma mi sono resa conto che era davvero troppo lungo quindi ho deciso di dividerlo in due capitoli.




Ha nevicato praticamente per tutta la notte. Costante e implacabile.
La sera precedente alla grazia concessa a Hvitserk da Bjorn, Ubbe ha deciso di partite con Torvi e la figlia verso l'islanda.
Io ho preso una dura decisione.

Mentre sistemo tutta la nostra roba qualcuno bussa alla porta. Quando questa si apre Bjorn entra in casa. Johannes gli corre in contro e viene preso in braccio senza il minimo sforzo.
<<Se sei qui per fermarmi, sappi che non accadrà>> lo informo mentre piego ogni vestito nelle panche e ifilando in borse di tela e pelliccia. Bjorn lascia a terra il nipote e sospira. <<sei la migliore shieldmaiden di Kattegat. E sei una sorella per me Martha>> dice lui avvicinandosi. Mi fermo e lo guardo. Conosco Bjorn la corazza da tutta la vita e il sentimento di fratellanza che prova per me è ricambiato. <<Lui è l'amore della mia vita; è il padre di mio figlio e voglio vivere il tempo che mi resta con lui>> dico stringendogli la mano. Lui annuisce mentre mi accarezza il viso con una mano. <<lui non merita il tuo amore e il tuo tempo>> continua insistente. <<il veggente mi disse che il mio destino era di vivere con lui. Non posso resare Bjorn, per quanto lo voglia>> ribatto guardandolo negli occhi. Lui abbassa la testa baciandomi la fronte. <<mi mancherai Martha>> dice facendomi sorridere. Un velo di tristezza inumidisce gli occhi di entrambi.
<<quando sei tornata dal viaggio con tuo padre, speravo di non doverti mai più veder partire>> afferma aiutandomi a caricare le borse di vestiti sui cavalli. <<non è un addio, Bjorn la corazza. Se non dovessimo rivederci in questa vita, ci troveremo nella sala degli Aisir>> dico abbracciandolo. La mia testa è all'alltezza del suo petto e le sue possenti braccia mi stringono con calore.
Aiuta Johannes a salire a cavallo e lo saluta, augurandogli di diventare un grande uomo come suo nonno e un grande combattente come me.
Anche io mi metto in sella e do un ultimo sguardo al primo genito di Ragnar e di Lagertha. <<buona fortuna Bjorn, che gli Dei siano sempre con te>> dico prima di partire alla ricerca di Hvitserk.
Dopo aver passato tutta la notte nel bosco, spero di trovarlo di nuovo vivo.

Dopo alcune ore di ricerca sulle rive del fiome scorgo una nave che batte bandiera Rus. Ricognitori.
Strattonando la corda il secondo cavallo si avvicina a noi e ci allontaniamo in fretta dalla zona.
Non molto distante, vicino alla vecchia grotta dei lupi, un movimente attira la mia attenzione. Faccio segno a Johannes di fare silenzio e scendo da cavallo. Impugno la spada e mi avvicino senza far rumore ai cespigli innevati.
Con la punta del piede colpisco la persona che si nasconde tra di essi, preparandomi a colpire.
Abbasso la spada buttandomi in ginocchio quando, voltandosi, riconosco Hvitserk. Lo abbraccio e lui inizia a tremare. E' quasi congelato.
<<Sono ore che ti cerchiamo>> dico facendo scorrere le mani sulla sua schiena, cercando di trasmettergli un po di calore. <<mi avete trovato>> risponde appoggianod le labbra fredde contro il mio collo. <<dobbiamo andare via di qui. A qualche chilometro ci sono dei ricognitori Rus>> dico aiutandolo a mettersi in piedi. <<dove andiamo?>> chiede Reggendosi a me. <<Al vecchio capanno di caccia. E' fuori dai territori di Kattegat>> rispondo facendolo annuire.
<<Mamma?>> mi chiama Johannes.
Alzo lo sguardo su di lui che, ancora seduto a cavallo, stretto nella sua pelliccia, è circondato da due uomini Rus.
Una voce profonda alle loro spalle da un ordine e i due uomini muniti di spada lunga si allontanano di un passo. Un uomo dai lunghi capelli neri come la barba avanza nella neve. Con una mano afferra Johannes e lo fa scendere da cavallo. Lo guarda dall'alto assottigliando lo sguardo prima di rivolgersi a noi. Dice qualcosa indicandoci. << i vashi?>> dice, chiedendoci se il bambino è nostro, e annuisco. <<on nash syn>> rispondo che è nostro figlio. Con una spinta lascia che Johannes venga verso di noi. Lui si stringe a Hvitserk mentre continuo a guardare l'uomo. <<Non sapevo conoscessi la loro lingua>> dice Hvitserk guardandomi. <<non sapevo di ricordarla>> rispondo.
L'uomo fa un fischio e i due scagnozzi vengono verso di noi. <<s nami yest' kto-to, kogo vy mozhete znat'>> dice iniziando a camminare. Noi lo seguiamo senza opporre resistenza mentre uno dei due scagnozi si trascina dietro i nostri cavalli. <<dice che con loro c'è qualcuno che forse conosciamo>> dico a Hvitserk che, per quanto possibile, sbianca ancora di più. <<pensi che sia lui?>> chiede e alzo le spalle.
Quando siamo ormai vicini alla barca ci ritroviamo faccia a faccia con due occhi di ghiaccio. Hvitserk si irrigidisce e Johannes si nasconde dietro i nostri mantelli. Il mio sguardo è fisso in quello di Ivar.
Quest'ultimo da l'ordine di caricare le nostre cose sulla nave e di liberare i cavalli.
Dopo poco tempo, saliamo a bordo.
<<hai un aspetto schifoso>> dice rivolto al fratello che non riesce neanche a guardarlo in faccia. Per mesi Ivar è stato il suo incubo peggiore. E ora è reale. <<come sei vestito?>> chiede Hvitserk guardandolo con la coda dell'occhio, come si fa con un feroce lupo che ti gira in torno.
<<tu sembri stare bene Martha>> afferma Ivar guardandomi mentre trattengo il respiro. <<sei vivo>> rispondo e lui sorride leggermente. I suoi occhi si posano su Johannes ancora stretto a noi. <<è vostro figlio?>> chiede e il fratello gli risponde di si. <<come ti chiami?>> chiede sporgendosi verso il nipote. <<Johannes Lothbrok. Tu sei Ivar il senza ossa>> risponde il bambino facendolo annuire. <<mamma mi ha parlato di te>> continua instaurando una normale conversazione con lo zio appena conosciuto. <<ah davvero? E cosa ti ha detto?>> chiede guardandomi. <<che avete combattuto insieme e che sei il suo migliore amico>> risponde Johannes. Ivar abbassa lo sguardo come se dolorosi ricordi gli fossero riaffiorati alla mente. <<perchè continuate a tornare, perchè mi perseguitate? Io non riesco a capire, ma sono felice di rivedervi, lo sono davvero>> afferma Ivar guardandoci.
Sciolgo la stretta intrno a Johannes e Hvitserk e mi alzo, raggiungendo con pochi passi Ivar. Mi siedo accanto a lui e lo guardo. Si è fatto crescere i capelli e ora sembra più adulto.
Lo abbraccio esitante, ma mi rilasso quando lui ricambia. <<e questo a cosa lo devo?>> chiede appoggiando la testa contro la mia spalla. <<il passato è passato e io odio guardarmi alle spalle>> rispondo volendo dimenticare la nostra ostilità.

****

Dopo diverse ore di viaggio per mare, per boschi e per distese di neve arriviamo alle imponenti porte della città di Kiev.
Le guardie ci conducono nel palazzo e ci lasciano con Ivar in una grande sala calda e luminosa.
Appena arrivati un bambino di circa dieci anni è corso ad abbracciare Ivar. <<lui è il principe Igor. Lui è mio fratello Hvitserke, lei è Martha e il loro figlio Johannes>> ci presenta Ivar. Nei giorni seguenti Igor e Johannes non hanno fatto fatica a diventare amici.

Hvitserk si è quasi totalmente ripreso e ora siamo seduti su tappeti decorati, io tra le sue gambe e con la schiena appoggiata al suo petto.
Mentre i due bambini giocando insieme con degli animali intagliati nel legno.
<<I nostri fratelli ti hanno avvelenato la mente per convincerti che sono tuo nemico, ma non è così>> dice Ivar guardando il fratello. <<dobbaimo unire le nostre forze contro i costri fratelli, ma prima dovrai riprenderti>> continua Ivar facendomi sbuffare. <<pensavo che la faida tra i fratelli Lothbrok fosse finita>> dico alzandomi  e raggiungendo i bambini che, felici, mi invitano a giocare con loro.
I due fratelli continuano a parlare finché Hvitserk non informa il fratello della morte di Lagertha.
<<L'ho uccisa io. Credevi fosse il tuo destino ma era il mio. Io ho ucciso quella cagna. Io>> afferma Hvitserk mettendosi comodo.
Il principe Igor mi passa un soldato di legno e annuisce indicando con la testa Hvitserk. Gli sorrido e prendendo in mano il giocattolo lo lancio contro Hvitserk, colpendolo al petto. <<Mi hai fatto male>> afferma massaggiandosi la parte colpita. <<Bene>> rispondo facendo ridere i due bambini e Ivar.

****

Una settimana dopo

Il principe Oleg ha richiesto la nostra presenza nella sala del trono.
Da quando siamo qui non lo abbiamo mai incontrato, ma siamo sempre stati tenuti d'occhio dai suoi uomini.
Ivar ci fa strada lungo il palazzo e i suoi sfarzosi corridoi.
La sala del trono non è da meno.
Al centro un palco rialza il trono e il tetto a cupola è decorato nella sua sommità, tutta la sala è illimitata da diverse torce.
Sul trono il principe Oleg è in compagnia di una bella e giovane donna vestita di bianco e grigio.
<<Principe Oleg, principessa Katia, loro sono mio fratello Hvitserk e la sua compagna Martha. E lui è mio nipote Johannes>> ci presenta Ivar. <<Martha Halvorsen. Mi ricordo di te. Eri appena una bambina quando ti ho conosciuta. Sono felice di rivederti>> dice il principe sorridendo leggermente. Faccio un leggero inchino ricordando però a stento l'uomo che ho davanti.
<<Benvenuti, siete arrivati in un momento interessante>> continua l'uomo sporgendosi dal suo trono.
<<Mio fratello ci ha detto che hai intenzione di attaccare il nostro territorio>> dice Hvitserk incrociando le mani dietro la schiena.
<<Un tempo era il mio territorio. Ho solo intenzione di reclamare ciò che è mio>> ribatte il principe Russ.
<<Sarei felice se volessi unirti a re Ivar e a me in questa grandissima impresa>> dice Oleg. Hvitserk fa un leggero inchino. <<Sono al tuo servizio principe Oleg>> dice.
<<Siamo felici di avervi alla nostra corte. Hyper ci ha parlato molto di voi, della vostra infanzia e delle imprese affrontate insieme>> dice la principessa Katia alzandosi e raggiungendoci. Mi si avvicina sorridente. <<So che noi diventeremo grandi amiche>> dice prendendo le mia mani tra le sue. <<Ne sarei felice principessa Katia>> rispondo ricambiando il sorriso.



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