Uno.

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"Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio."
-Jim Morrison

Milano, 15 ottobre 2015

... Cause you're a sky, 'cause you're a sky full of stars, I'm gonna give you my heart. 'Cause you're a sky, 'cause you're a sky full of stars, 'cause you light up the path..."

La voce di Chris Martin sulle note di "A sky full of stars" mi fece svegliare da un sonno un po' tormentato.
Guardai l'orario sul cellulare: le sette e trentuno minuti.

Quella mattina avrei avuto un altro colloquio di lavoro e speravo di farcela, per una buona volta.

Avevo conseguito in corso e con centodieci e lode, sia la laurea triennale che la magistrale in Interpretazione e Traduzione, ma avevo purtroppo ricevuto tante porte in faccia durante il corso degli anni.

In tutti quegli anni, non ero riuscita a comprendere il perché di tutti quei no. Pensavo che il problema di tutto fossi io e spesso me ne facevo una colpa, ma nonostante tutto, avevo deciso di non arrendermi mai.

Mi alzai dal letto, andai in cucina e trovai mia madre, intenta a preparare la colazione.

«Buongiorno» le dissi, sedendomi a tavola.

«Ben svegliata, tesoro. Allora, sei carica per questo colloquio?» mi chiese lei, versandomi del caffè nella tazzina.

«Sì, ho solo un po' d'ansia.» risposi, per poi addentare la mia solita fetta di pane tostato con un velo di marmellata all'albicocca.

«Mi raccomando, mostrati sicura di te. So che purtroppo la timidezza non l'hai ancora sconfitta del tutto ma, non mostrarti debole, tesoro. Anche se, sento che stavolta è quella buona» mi sorrise.

I miei genitori erano venuti a trovarmi dalla Calabria e sarebbero rimasti a Milano per qualche giorno, mentre mia sorella Giada, di quattro anni più piccola di me e frequentante un corso di laurea in architettura, era rimasta lì, per seguire i corsi.

La mia famiglia era un grande punto di riferimento per me, c'era sempre stata, nel bene e nel male, supportandomi sempre.

«Grazie mamma» le dissi, stringendole le mani.

Finii di sorseggiare il mio caffè amaro, dopodiché andai a prepararmi.

Mi guardai allo specchio, sistemandomi la giacca del tailleur nero che avevo deciso di indossare, ravvivai i capelli, dopodiché presi la mia borsa, il telefono, la cartellina con tutti i documenti e mi avviai verso il salone.

«Allora io vado» dissi a mia madre, dandole un bacio sulla guancia.

«Tesoro, in bocca al lupo e stai tranquilla, okay?» mi disse mio padre, seduto sul divano a leggere il giornale.

«D'accordo, grazie papà. Viva il lupo» risposi, dopodiché lo salutai ed uscii.
***
Arrivai in poco tempo al luogo in cui avrei dovuto sostenere il colloquio, la "Gulliver's Travels Agency", una grossa azienda che aveva a che fare con un sacco di programmi di viaggi, per l'Italia e per l'estero e, l'ansia iniziò a crescere sempre più.

Entrai nel palazzo e la segretaria mi fece accomodare accanto ad altri tre ragazzi che come me, attendevano di essere convocati.

«Hai ansia anche tu?» mi chiese la ragazza alla mia destra.

«Abbastanza direi» risposi, mordicchiandomi un'unghia.

«Io sono Sofia, piacere» disse, tendendomi la mano.

Trust Me. || Damiano Carrara.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora