"Anche l’uomo più forte del mondo ha bisogno di avere una donna al suo fianco, perché quando la vita è un casino, proprio come in una partita a scacchi, la regina protegge il re."
-AnonimoMilano, 2 luglio 2016
Aprii gli occhi lentamente e guardai l'orario sul cellulare: le sette e trenta del mattino di sabato due luglio.
Damiano dormiva ancora beato, per cui decisi di non svegliarlo; mi alzai delicatamente, infilai le ciabatte e andai in cucina a preparare la colazione.Iniziai a canticchiare sottovoce un motivetto e nel frattempo preparai un espresso, amaro per me, insieme ad un cappuccino, con il solito cucchiaino di zucchero per Damiano, poi preparai velocemente anche qualche pancake, su cui spalmai della crema di nocciole per me e della confettura di fragole per lui.
Ebbi appena il tempo di sistemare sulla tavola due tovagliette, dei tovaglioli e la colazione, poiché arrivó Damiano, ancora mezzo addormentato.
«Buongiorno» sorrisi, avvicinandomi.
«Buongiorno, piccina» rispose, stampandomi un bacio sulla fronte.
«Ho preferito lasciarti dormire ancora un po', so che sei stanco» dissi, poggiando una mano sul suo petto.
Lui non rispose, ma sorrise e mi bació dolcemente.
Ci sedemmo a fare colazione e dovevo ammettere che il mio fidanzato mi dava proprio soddisfazione, poiché mangiava di gusto ogni cosa che preparavo.
«Com'erano?» chiesi, riferendomi ai pancakes.
«Mmh.. Non mi son piaciuti tanto, sai?» mi prese in giro, toccandosi la pancia.
«Ho visto» risi, facendo fare lo stesso a lui.
«A che ora ci vediamo stasera?» mi chiese, prendendomi la mano.
«Non so, per le diciotto e trenta? Cosí ti do' una mano a preparare la cena. Lady Tremaine a che ora viene?» sbuffai, facendo riferimento a Jacqueline, che sarebbe venuta a cena a casa di Damiano, per parlare con lui e, a detta sua, anche per chiedere scusa a me, per il modo in cui si era posta.
«Va bene, lei verrà per le venti, circa. E non chiamarla Lady Tremaine, altrimenti le rideró in faccia» rise, mimando le virgolette con le dita.
«Scusami, ogni tanto mi comporto come una scema» dissi, stringendogli le mani.
«Non è vero, anzi, mi fai ridere quando fai la gelosetta, ma non ce n'è bisogno. Voglio solo sentire cos'ha da dirmi, per il resto non mi importa nulla, anche perchè non ho scordato cosa mi ha fatto. E poi... Io amo te, più della mia vita» rispose, facendomi una carezza sulla guancia ed io mi emozionai.
«Anche io ti amo più della mia vita» dissi, baciandolo più e più volte, per poi abbracciarlo forte ed accarezzarlo.
Passammo un po' di tempo in quella posizione.
Adoravo stringerlo a me, accarezzarlo, baciargli dolcemente una guancia, poiché lui si rilassava ad ogni mio tocco.«Vado a fare una doccia, poi ti cedo il posto, va bene?» chiesi, dandogli poi un bacio sul capo e lui annuí.
«Nel frattempo tolgo queste cose e le metto in lavastoviglie» rispose.
«Non ti preoccupare, faccio io appena ho finito» dissi, appoggiandomi alla porta.
«Ma dai, almeno ti aiuto» rispose, riponendo ciò che avevamo sporcato in lavastoviglie.
«Grazie» dissi, per poi mandargli un bacio volante e fiondarmi in bagno.
***
Arrivai a casa di Damiano alle diciotto e trenta in punto, diedi un colpo di clacson per farmi aprire il cancello e quando fu aperto, entrai nel cortile con la mia macchina e parcheggiai.
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Trust Me. || Damiano Carrara.
Fanfiction"Trust me": "fidati di me." Poche parole, ma ricche di significato. "Trust me": ci sono io qui, per te. Lei, una timida ragazza dagli occhi castani, con alle spalle una laurea triennale ed una magistrale, entrambe conseguite con 110 e lode all'univ...